Arriverò a comprendere
il mio buco nero, quell'inadeguato senso di
essere altro in mezzo agli altri, il nodo allo stomaco nel sentirmi impropria in questa pelle, spesso assente, distaccata dagli sguardi che mi scrutano come fossi straniera senza patria nella mia terra.
Sì, ho due antenne sintonizzate all'ennesima potenza e loro non sanno che tutto in me arriva con la forza di una tempesta e quanto una lacrima pesa alla radice del mio occhio.
Io scruto il silenzio e ascolto le voci che arrivano dall'immenso e spesso tutte hanno paura. Mi sento sola.
Sola con me da un preciso momento che non ricordo in cui ho diviso l'anima dandone metà a qualcuno che mi porta dentro senza sapere chi sono.
Arriverò forse a colmare il vuoto a ritrovare chi con me divise il peso d'essere me e con leggerezza mi prese fra spazi colmi di assurdo in una terra in cui ho lasciato radici fertili sapendo che tornando avrei raccolto i frutti e mi sarei ripresa i baci sospesi insieme alle promesse non scritte che ritornano di notte a scompigliarmi l'anima folle, colma di un desiderio antico che sempre mi scuote. Vorrei in tutta questa solitudine solo una parola.
Eccomi.
