Assomiglio ad un drago assopito da secoli che si risveglia per la rabbia, tanto è il veleno che mi scorre nel sangue quando mi assale il sospetto di essere stata un paragrafo in una storia d'altri tempi, in cui toccava sempre ad uno far la parte del cattivo ed il cattivo oggi sono io. Mi sento un mostro buono con dentro un rosso fuoco vivo, che se riuscissi in qualche modo a farlo esplodere oltre le barriere di contenimeto, io potrei anche piangere sul picco del mondo e urlare ti amo e ti odio allo stesso tempo. Nei giorni in cui son sveglia ti ammazzarei senza premura, concedendoti ad un quarto del mio dolore, per farti capire cosa vuol dire morire d'amore. Nei giorni in cui dormo, torno a sbatter la testa al muro chiedendo perdono a me stessa per esser stata complice della tua scena e della mia tempesta. Combatto con il senso del non abbastanza ed è uno di quei forse che mi attanaglia. Sono ridotta all'osso senza forma né spazio in cui sentire un solo fremito di tenerezza. Arsa dentro, come un fiume in secca ed è solo colpa mia.
Ti ho messo al centro della mia esistenza e non capivo che il solo centro della mia vita ero io e tu niente altro che un uomo solo con tutta la sua debolezza che mi uccideva chiedendomi perdono. Sono stanca, la rabbia è tanta e tutto scivola come pioggia fredda sugli occhi. La verita' e' che alla fine il filo si spezza che la pazienza finisce, che tutto si logora, si lacera e non è più la stessa cosa vivere. Ci si sente nemici in amore, ci si sente vinti accartocciati ed assenti, rientrati a forza nei propri limiti con una spada nel cuore. Non è più amore è rabbia.