Fred era morto.
Non potevo ancora crederci.
Per un attimo pensai che fosse vivo, che fosse da qualche parte a guarirsi le ferite.
Ma il suo corpo era lì, e nulla poteva negare l'evidenza.
Mi avvicinai lentamente e mi inginocchiai sulla parte opposta dove Ron stava piangendo.
Guardai Molly che gli accarezzava la testa trattenendo a stento le lacrime, Arthur che abbracciava la povera Ginny, che stava annegando in un mare di lacrime. Harry che dava delle pacche sulle spalle di Percy, sconvolto da dolorosi singhiozzi, prima di allontanarsi a grandi passi fuori dalla Sala Grande. George che tremava da capo a piedi: una parte di lui gli era stata tolta e stava per crollare.Guardai loro, e poi guardai lui.
Aveva gli occhi chiusi: sembrava che stesse dormendo.
'Non sta dormendo' mi ricordò una voce nella mia testa.
Allungai lentamente la mano e gli toccai una guancia.
Era fredda come il ghiaccio.
Incominciai a piangere, continuando ad accarezzarlo.
Ad un tratto, senza accorgermene, mi ritrovai in piedi.
Mi misi a correre a perdi fiato il più lontano possibile dalla Sala, da Fred.
Correvo, e non sapevo dove stavo andando.
Quando mi fermai ero accasciata a terra, ai piedi di un pino.
Mi guardai intorno e mi accorsi di essere arrivata nella Foresta Proibita.
Piansi senza sosta, singhiozzando. Sentivo di non poter più respirare e le lacrime che scorrevano non potevo fare niente per fermarle.
Fred, il Fred di cui ero innamorata, non c'era più. Era inaccettabile.***
Dopo un lasso di tempo che mi sembrò infinito, decisi di rialzarmi e fare quattro passi. Avevo bisogno di stare ancora sola con il mio dolore, nonostante sapessi che non mi faceva bene.
Vagai senza meta; poi, in uno spazio che si apriva tra gli alberi, colpii qualcosa con il piede.
La Pietra della Resurrezione: il secondo dei Doni della Morte. Che cosa ci faceva lì?
La girai e rigirai tra le mani; ma fu quando alzai lo sguardo che il mio cuore perse un battito.— Ciao, Granger. —
In un attimo, tutto quello che avevo provato fino a quel momento, scomparve. In quel momento, c'erano solo lui e il suo sorriso, e i suoi occhi che mi scrutavano dolcemente.
— Fred! — urlai in preda alla gioia, mentre mi avvicinavo velocemente per abbracciarlo.
Ma non ci fu alcun contatto.— Andiamo, Granger, avresti dovuto capirlo! — disse Fred ridendo amaramente.
Chiusi gli occhi: per un attimo ci avevo creduto davvero. Deglutii il nodo che mi si era formato in gola e, quando li riaprii, Fred si era fatto improvvisamente serio.
— Perché sei qui? —
— Non... non potevo restare lì e continuare a fissare il tuo corpo senza vita. A guardare i tuoi genitori e i tuoi fratelli piangere. Non lo sopporto... io non ci riesco. —
— Una guerra comporta sempre delle vittime. —
— Nessuno avrebbe mai potuto pensare di vivere senza di te. —
Una lacrima rigò freddamente la mia guancia.
— Dovete essere forti, Hermione. La vita va avanti, e dovete cercare di non guardare troppo indietro. Non voglio che passiate il resto del vostro tempo a piangermi e a chiedervi che cosa sarebbe successo se. I se non hanno mai aiutato nessuno. Dovete guardare al futuro; pensare che nonostante io non sia con voi fisicamente, ci sarò sempre. E quando dico sempre è davvero quello che intendo perché, come ti ho ripetuto molte volte, non ti libererai facilmente di me. —
Le lacrime continuarono a scorrere silenziose; le sue erano delle bellissime parole, ma con quel dolore che provavo, non servirono a granché.
— È facile parlare, ma non è così semplice. I tuoi genitori sono distrutti, George riesce a stento a mantenersi in piedi e io... io sento come se stessi per scoppiare da un momento all'altro. Scoppiare di rabbia, paura, disperazione. Riesco a malapena a respirare, e fino a poco fa non riuscivo nemmeno a parlare. Gli occhi continuano a bruciarmi per le lacrime e il petto mi fa male, fa male come se qualcuno mi avesse colpito ripetutamente, lasciandomi senza fiato. E il mio cuore non sa se riuscirà a sopravvivere a tutto questo. È troppo. Io non ce la faccio più — ribattei singhiozzando, cercando di asciugarmi le guance con la manica sudicia della felpa.
Un angolo della bocca di Fred si alzò tristemente.
— So che in questo momento non potresti immaginare un futuro migliore; ma devi provarci, Hermione. Per il tuo bene. Non devi lasciarti andare al dolore, devi reagire. —Rimanemmo in silenzio per un po'. Io guardavo lui e lui guardava me. Sapevo che aveva ragione, e odiavo quando aveva ragione.
— Mi sa che è ora di andare — disse a un tratto. — Ma prima volevo dirti una cosa, una cosa che volevo dirti da molto tempo; avevo intenzione di farlo subito dopo la fine della Guerra Magica, ma...
Si schiarì la voce.
— Ti amo, Hermione Granger. E ti amerò per sempre. —
Sorrisi, ricambiata da quello altrettanto contento di lui. Finalmente avevo la certezza che lui provasse le stesse cose che provavo io; e allora mi fece ancora più male averlo perso.
Per un attimo Fred esitò; poi disse — Voglio provare a fare una cosa. Chiudi gli occhi.
Confusa, feci come mi aveva detto, e il mio cuore prese a battere più veloce. Sentii una strana sensazione; poi un lieve formicolio sulle labbra.
— Non potevo lasciarti senza darti almeno un ultimo bacio. Non sai quanto vorrei poter essere qui, per davvero, e stringerti tra le mie braccia per farti capire quanto ti amo. Vorrei tanto poter tornare indietro nel tempo e passarne altro con te. Per poter scherzare con te, e baciarti ancora e ancora. Vorrei che esistesse un ancora per noi — concluse in un sussurro, regalandomi un ultimo sorriso che non avrei mai dimenticato.
Ricominciai a piangere, ma prima che potessi dire o fare qualcosa, Fred scomparve.
Scomparve per sempre e, pensare che non lo avrei mai più rivisto, mi fece stringere il cuore.***
Decisi di tornare subito al castello, e senza sapere perché andai nello studio del preside. Sulla parete alle spalle della scrivania, c'era il quadro del Professor Silente, che stava dormendo beatamente nella sua tela.
Non potei fare a meno di pensare che, se fosse stato ancora vivo, non ci sarebbero state così tante vittime. Rimasi a fissarlo per un po'; poi
colsi un bagliore dorato che veniva dal basso e mi colpiva dritto negli occhi, accecandomi.
Mi avvicinai con una smorfia di fastidio, e scoprii che c'era qualcosa sotto un ammasso di polvere e pietra; facendo attenzione la presi tra le mani.
Sbattei le palpebre dalla sorpresa.
Il Giratempo.
Ho avuto il Giratempo per l'intero periodo del mio terzo anno a Hogwarts; ma alla fine delle lezioni l'avevo riconsegnato alla McGranitt. Era un oggetto tanto affascinante quanto pericoloso: giocare con il tempo poteva risultare catastrofico.
Tuttavia ricordavo quando, grazie ad esso, io e Harry avevamo salvato Fierobecco l'Ippogrifo e Sirius Black, il suo padrino, dalla morte.'Se stanotte avrete successo, più di una vita innocente verrà salvata' aveva detto Silente.
Il mio cuore riprese a battere all'impazzata.
Lo pulii dalla polvere mentre un pensiero bizzarro mi attraversava la mente.
Alzai il Giratempo all'altezza degli occhi. E sorrisi determinata.
Non era vero che i se non avevano mai aiutato nessuno...Angolo Autrice
Ehilà, sono tornata! Cioè la storia l'avevo già pubblicata, ma ho voluto aggiungere una cosa che mi è venuta in mente mentre stavo tornando a casa da scuola. Spero che siate contenti e che anche questa storia vi piaccia.
Al prossimo capitolo!
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Turn Back Time
Fanfiction"Se stanotte avrete successo, più di una vita innocente verrà salvata." Le persone che amiamo non ci lasciano mai veramente. Eppure, se ci fosse un modo per riaverli di nuovo con te... saresti disposto a metterti in gioco? Hermione Granger, sì. E f...