Capitolo 5

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Passarono dei mesi, e io e George, nonostante tutto, riuscimmo ad abituarci a rivivere il nostro passato.
Lui e Fred passavano ore e ore a inventare scherzi e a provarli su quelli del primo anno.
Come sempre, subivano la mia ramanzina e la mia disapprovazione, ma vederli così felici, soprattutto vedere Fred ogni giorno, mi metteva di buon umore e mi faceva dimenticare il resto.

Persino dei G.U.F.O. che si stavano avvicinando velocemente. Sì, avevo avevo già affrontato quegli esami, ma non potevo evitare di sentirmi in ansia e di ripetere le materie una ad una ogni giorno.

— Ehi, Granger! —

Sobbalzai e mi voltai di scatto.

— Oh, sei tu Fred. Mi hai spaventata! —

— Con questo bel faccino che mi ritrovo? Non credo proprio — rispose lui facendomi l'occhiolino.

Risi, fissando i miei occhi nei suoi.

— Che stai facendo? — mi chiese distogliendo lo sguardo e sporgendosi sopra di me.

Chiusi gli occhi per un secondo mentre sentivo dei brividi lungo la schiena, provocati dal suo braccio che sfiorava il mio e dal suo profumo, e arrossii.

— Sto ripetendo per i G.U.F.O. ma Difesa Contro le Arti Oscure mi sta dando qualche problema. —

— Se vuoi, posso aiutarti — si offrì Fred sedendosi.

Mi guardai attorno e vidi che la biblioteca era completamente vuota. Eravamo solo noi due.

— Be', grazie — risposi sorridendo.

— Bene, cominciamo con l'incantesimo Pestilens.

***

Dopo circa due ore di ripasso, risate e i continui Ssh di Madama Pince, decidemmo che era ora di staccare e andare a cena.

— Non ho mai visto un ragazzino correre così veloce! — disse Fred ridendo a crepapelle.

Gli diedi una pacca sulla spalla, ma sorrisi mio malgrado.

— Tu e George dovete smetterla di usarli come cavie, poi mi sembra naturale che ogni volta che vi vedono scappino via terrorizzati! —

— Io non li chiamerei cavie ma collaboratori del futuro di un mercato destinato a riempirci le
tasche — replicò lui come se questo spiegasse tutto.

— Sì, come no — dissi scettica.

Lui mi spintonò leggermente facendomi però perdere l'equilibrio.
Stavo per cadere quando mi afferrò attirandomi a sé.

— Scusa, non volevo farti cadere. —

Deglutii a fatica.

— N-non ti preoccupare — riuscii a dire in un sussurro.

Lui mi scrutò in volto e colsi sul suo una strana espressione, come di confusione.

— Fred! — esclamò all'improvviso qualcuno alle nostre spalle.

Ci voltammo contemporaneamente, ritrovandoci a guardare una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi verdi che passava lo sguardo furioso prima sull'uno e poi sull'altro.

— Hannah — disse Fred allontanandosi in fretta da me.

— Chi diavolo è questa? — chiese indicandomi ma parlando come se non ci fossi.

— Hermione, piacere di conoscerti — risposi porgendole la mano e guardandola con un falso sorriso, che nascondeva tutto il fastidio che stavo provando in quel momento.

Mi guardò dall'alto al basso e si rivolse di nuovo a Fred.

— Ah, ora te la fai con le più piccole? Ti credevo migliore di così. —

— Aspetta, posso spiegarti! — disse lui avvicinandosi.

— No, va bene così — disse Hannah stizzita.

La ragazza fece per tornare sui suoi passi e, prima che Fred si precipitasse a seguirla, mi guardò chiedendomi scusa silenziosamente.

Lo vidi mentre si allontanava e in un attimo tutto quello che era successo acquistò un nuovo significato.

— Cavoli! — esclamai e cominciai a correre verso la Sala Grande.

Dovevo assolutamente parlare con George.

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