Capitolo 20

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E invece non gli passava proprio.

Ogni volta che io e Fred - o semplicemente, io - ci trovavamo in sua presenza, lui smetteva di fare ciò che stava facendo e se ne andava da qualche altra parte. Andò avanti così per due mesi, nei quali io non ce la facevo a vederlo così giù o a non vederlo affatto: era mio amico e gli volevo bene.

Lo capivo, però, che non sopportava avermi vicino, visto quello che provava per me.

Come potevo fargli capire che a me non importava, che volevo mi stesse vicino lo stesso e che prima o poi sarebbe tornato tutto come prima?
Più ci pensavo, più mi sentivo in colpa e, nonostante quello che ci legava, io e Fred non potevamo fare a meno di stare male.

— Hermione. Stai bene? — mi chiese Harry un giorno, mentre eravamo seduti sul divano nella sala comune dei Grifondoro.

— Non proprio. Ron non mi parla. E non parla neanche con Fred — dissi accasciandomi all'indietro e fissando le fiamme del fuoco che si allungavano in una danza frenetica.

— Be' come biasimarlo: la ragazza che ha sempre desiderato e con la quale aveva finalmente avuto il coraggio di farsi avanti sta con suo fratello. Non è il massimo della felicità, devi ammetterlo. —

— Lo so. Ma cosa ci posso fare? Sai come si dice: al cuor non si comanda. E poi nel futuro... — mi bloccai all'improvviso rendendomi conto di quello che stavo per dire.

Harry mi guardò di sbieco. — Nel futuro... cosa? —

— N-niente. —

Rimasero in silenzio per un bel po' prima che Harry riprendesse la parola. — Anche questo, però, non fa una piega. Vedrai, si sistemerà tutto. Ci vuole solo del tempo. —

Tempo.

Sembrava quasi che si stesse prendendo gioco di me, di Fred, di Ron e di tutti quanti.
Si prendeva gioco delle nostre vite ma anche noi l'avevamo truffato: grazie all'aiuto della Giratempo.
Per la prima volta, mi resi conto di quanto le parole del mio amico - quel giorno in cui proposi di tornare indietro nel tempo per salvare il mio amore - in fondo, fossero vere.

È davvero pericoloso giocare col tempo e un solo errore potrebbe costare il passato, il presente e il futuro di chiunque. Quando avevo corso il rischio non ci avevo pensato troppo alle conseguenze e invece avrei dovuto farlo.

"Chissà quante delle cose che abbiamo fatto io e George hanno modificato la realtà da dove proveniamo. E chissà quante altre cose faremo che metteranno in pericolo noi e l'intero Mondo Magico..." pensai in quel momento.

— Non mettere il muso adesso, sai quanto odio vederti giù di morale! Voglio essere certo che qualunque cosa accada tu sia felice, Hermione.
Che quando tutto questo finirà, tutti noi saremo felici. Ho bisogno di sapere che... — qui si fermò di colpo e prima che potessi dire o fare qualcosa, lo vidi scoppiare in lacrime e affondare la testa tra le mani.

Mi si strinse il cuore ed era così raro vedere Harry in quello stato che, all'inizio, rimasi spiazzata.
Ricordavo perfettamente quando aveva avuto la stessa reazione due anni fa dopo aver saputo, e di conseguenza creduto, di come Sirius Black, il suo padrino, avesse tradito i suoi genitori vendendoli a Lord Voldemort.

Oppure quando l'anno scorso si era lasciato andare a un pianto doloroso in seguito alla morte di Cedric Diggory.

E ancora... quando Sirius - oh, Sirius... - aveva dato la vita per lui.

All'improvviso, la voglia di rivelargli tutto lì e subito mi travolse come un'onda anomala. L'avrei fatto se questo avesse significato alleviare il suo dolore; ma poi avrei dovuto spiegare troppe cose e non sapevo cosa avrebbe comportato. Ormai, avevo capito che dovevo stare attenta eppure...avevo comunque la sensazione che prima o poi non avrei resistito.
Mi limitai a poggiare una mano sulla sua spalla ingoiando il gruppo che avevo in gola e la strinsi per fargli sapere che io ero lì se aveva bisogno.

Passato qualche minuto, Harry continuava a singhiozzare, ma si era calmato abbastanza per asciugarsi le lacrime con la manica del maglione e dire: — Sono stufo di vedere le persone sacrificarsi per me. Lo hanno fatto i miei genitori, Sirius, e ho la netta sensazione che sto spingendo anche altri a fare lo stesso. Non voglio che lo facciate. Se ci fosse un altro modo, Hermione, se ci fosse un modo per tenere tutti quanti fuori da questo, io... — un altro singhiozzo.

— Ma, Harry... noi non lo stiamo facendo, credimi. La causa ha sempre riguardato tutti noi.
Non abbiamo scelta, ci siamo già dentro quanto te. Si, forse tu più di tutti, ma non sei il solo. Qui non si tratta più di me o di te o dei nostri amici, della nostra famiglia: qui si tratta della salvaguardia del Mondo Magico ma anche di quello Babbano. Nell'esatto momento in cui la tua storia ha avuto inizio e in cui è stata tramandata per anni come una favoletta per la buonanotte, siamo stati coinvolti tutti. Come tu una volta mi hai detto, nessuno potrebbe farcela da solo. Nemmeno il grande Harry Potter, l'ammazza Basilischi e domatore di Draghi — dissi per farlo ridere, cosa che mi riuscì bene. — Sul serio, non c'è niente di male ad ammettere di aver bisogno di aiuto, anzi: è un atto di coraggio e maturità. —

Harry mi fissò rapito e regalandomi un sorriso mi disse: — Non ricordo di averti detto nulla del genere ma grazie. Ci sai proprio fare con le parole, Herm. Ti voglio bene. -

Detto questo, si protese verso di me per abbracciarmi e io lo strinsi di rimando.
Poteva sembrare forte quanto voleva ma solo chi lo conosceva veramente sapeva anche quanto fosse sensibile.

— Scusa per lo sfogo: ero io a doverti consolare e alla fine... — si interruppe quando vide Ginny dirigersi verso di noi.

— Ehi, ragazzi. Tutto bene? — chiese sedendosi accanto a lui. Harry aveva un sorriso adorante: se non fossi stata testimone del fatto, non avrei mai pensato che aveva appena pianto, a vederlo così.

Ero felice per loro: certo, non era più una novità per me - vederli insieme - ma in quel momento capii che ero emozionata come se fosse la prima volta.

— Alla grande! Quindi... voi due... — dissi con tono malizioso e accavallando le gambe per mettermi più comoda.

Ginny arrossì e il sorriso di Harry si allargò ancora di più. Anche i suoi occhi stavano sorridendo mentre quelli della rossa brillavano.

— Esatto: stiamo insieme! — annunciò lui stringendo la mia amica a sé.

Feci un piccolo applauso - sembrando più o meno una pazza - poi mi congedai dicendo: — Adesso, però, se volete scusarmi, andrò a cercare mon fiancé. —

Ginny alzò un sopracciglio mentre a Harry scappava una risata. — E da quand'è che parli il francese tu? —

Depuis longtemps, ma chère.

— Mah, farò finta di aver capito... —

Angolo Autrice
Molto probabilmente ogni spazio riservato a me inizierà con un: scusatemi per il ritardo. Dopo aver detto questo, spero vi sia piaciuto il capitolo e spero anche che nonostante tutto continuiate a voler sapere come andrà a finire, anche perché manca poco...Io vi ho avvisati, quindi preparatevi.
Al prossimo aggiornamento! ❤️❤️❤️

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