Capitolo 22

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• 2 anni dopo •

1º aprile 1998

La luce del sole primaverile filtrava nella piccola stanza al piano di sopra della Tana, risvegliandomi da un bel sogno che riguardava me, Fred e il momento in cui lo presentavo ai miei genitori.

La consapevolezza arrivò poco dopo e così anche le lacrime: non averli vicino in quel momento così duro per noi era difficile.

Mi mancavano terribilmente. Abbassai lo sguardo sulla figura distesa accanto a me e sorrisi.

— Herm? — sussurrò lui aprendo gli occhi.

Quando vide le lacrime che stavano lì impalate sulle mie guance, si tirò su e mi strinse forte a sé.

— Ssh. Hai fatto un brutto sogno? —

— No, anzi. —

Mentre io continuavo a singhiozzare, Fred passava le sue mani lungo le mie braccia e lungo la schiena per rassicurarmi.

Quando riuscii a tranquillizzarmi, mi asciugai le lacrime con un debole sorriso rivolto al rosso.

— Mi dispiace: non era così che mi ero immaginata di festeggiare il tuo compleanno. —

Fred alzò le spalle. — Non importa. Possiamo rimediare subito... —

Si avvicinò e posò le sue labbra morbide sulle mie.
Amavo i suoi baci: erano così intensi e mi facevano sentire speciale.

— Tanti auguri a me... — sussurrò con voce roca, quando passai a baciargli il collo.

Raccolse i miei capelli in una mano e lentamente prese a baciarmi tracciando un dolce percorso per arrivare fino alla punta della spalla.

Così come eravamo finiti a letto la sera prima, ci lasciammo andare in un momento bellissimo fatto di passione e tanto amore.

***

— Allora: siete pronti per partire? — chiese Molly con un sorriso smagliante che dava ad intendere che stava andando tutto bene.

L'unica cosa che tradiva quell'aria "serena" era il leggero tremito delle sue mani: da quando la guerra contro Voldemort era cominciata tutti eravamo alquanto inquieti e Molly lo era particolarmente da quando Ron era partito con Harry alla ricerca degli Horcrux. Per non parlare della paura costante di quello che sarebbe successo da lì a un mese.

— Mamma, ne sei davvero sicura? Possiamo rimandare oppure posticipare di qualche giorno per... —

— Non essere sciocco, tesoro: dovete andare! Vi farà bene, credimi. —

Superai Fred e mi misi difronte a Molly per guardarla dritto negli occhi. — Molly, davvero, potremmo passare un weekend fuori per il prossimo compleanno! —

— Se ce ne sarà un altro... — sussurrò e poi scoppiò a piangere.

Mi voltai a guardare Fred e lui si avvicinò per abbracciarla.

— Io voglio che andiate. Dovete cogliere l'attimo e approfittarne, solo Merlino sa se avremo un altro momento di pace come questo! Andate e divertitevi! È solo un weekend, lunedì sarete di nuovo qui a rompere le puffole! Fatelo per me, vi scongiuro. —

Era così disperata che sia io che Fred cedemmo in un batter d'occhio.

— Va bene. Allora noi... noi andiamo. Grazie, mamma. —

Molly diede un sonoro bacio sulla guancia del figlio e poi fece lo stesso con me, regalandomi anche un abbraccio: da quando avevo "perso" mia madre, Molly era la figura materna che ci si avvicinava di più. E le volevo bene proprio come ne volevo alla mia mamma.

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