Cry.

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Rosie.
Dylan continua a tremare sotto shock mentre un'infermiera si prende cura di lui. Mio padre continua a guardare le ceneri di quello che è rimasto della casa. Mi avvicino a lui per poi abbracciarlo.
-La mia bambina.- dice dandomi un bacio sulla testa per poi continuare a guardare le ceneri.
-Mi dispiace. Dovevo parlarti invece mi sono chiusa in me stessa. Non voglio perderti, papà.- dico girandomi verso di lui. I suoi occhi blu incontrano i miei per poi stringermi a sé.
-Resterai la mia bambina per sempre. E io ti vorrò bene all'infinito.- dice e io sento qualcosa di bagnato sulla testa mentre mi tiene stretta a sé. Mio padre sta piangendo e io con lui.

Dylan.
Mi sento tirare su perciò, tra le braccia di mio zio Garrett, scoppio a piangere. Come lo dirò ai miei nonni? Ma sopratutto come lo dirò ai miei fratelli?
Zio Garrett si stacca da me guardandomi negli occhi.
-Tu verrai a stare da me. Ci penseremo dopo ai tuoi fratelli.- dice mettendo un braccio intorno alle mie spalle per poi condurmi verso la sua macchina.
***
Mi metto a sedere passandomi una mano sugli occhi visto che mi fanno male per il troppo pianto. Guardo l'orologio rendendomi conto che sono passate solo quattro ore da quando è successo il tutto. Ho un mal di testa terribile.
-Tieni, bevi.- dice Rosie entrando nella stanza con un bicchiere e una pasticca in mano. La mando giù con l'aiuto dell'acqua. Appoggio la schiena alla parete e Rosie si viene a sedere al mio fianco.
-Papà ha chiamato tua nonna. Lei e i ragazzi stanno tornando a Londra.- dice lasciandomi un bacio sulla guancia per poi uscire.
A nessuno è venuto in mente di chiedermi il permesso? Insomma, sono io quello che deve dire a tutti che i miei genitori sono morti per colpa mia. Per colpa mia.
Sento il campanello suonare perciò mi sbrigo a vestirmi dopo che mi sono fatto una doccia .Sento un urlo dal salotto mentre io mi sto mettendo la maglietta.
-Dylan!- urla zio Louis perciò esco dalla stanza andando in salotto dove c'è mia nonna accasciata per terra con le lacrime che le rigano le guance e Lexi che tiene stretta a sé i gemelli che piangono.
Quella immagine mi distrugge l'anima.
-Venite qua.- dico e i miei fratelli si avvicinano perciò li stringo forte.

Rachel.
Harry riesce ad aprire la porta e noi ci entriamo imbattendoci nell'oscurità che abita il tunnel.
-Attenta, piccola.- dice Harry mettendomi le mani suoi fianchi e io annuisco mordendomi un labbro.
-Harry.- dico visto che non sento più le sue mani sui miei fianchi. Mi giro trovando solo il buio. Una mano mi trascina verso una stanza e io urlo in preda al panico.
-Ouch!- si lamenta Harry e io scoppio a ridere visto che fa smorfie divertenti.
Sentiamo dei rumori e poi un'esplosione.
-Giù!- urla Harry abbracciandomi mentre ci abbassiamo. Sentiamo un enorme caldo e poi qualcosa dietro di noi si rompe facendoci cadere.
-Oh mio Dio.- urlo quando rotolo giù andando a sbattere contro un albero. Mi metto a sedere notando Harry rotolare giù e fermarsi a pochi centimetri da me.
Mi fa male la schiena visto che è entrata in contatto con la quercia dell'albero.
-Stai bene?- chiede Harry alzandosi e passandosi una mano tra i capelli.
-Credo di sì.- rispondo alzandomi aiutata da lui. Mi giro e sobbalzo quando vedo la casa distrutta. Mi vengono le lacrime agli occhi.
Tutti i ricordi dei miei bambini sono scomparsi.
-Andiamocene.- dice Harry posando un bacio sulla guancia e io annuisco asciugandomi le lacrime con una mano. Non posso sopportare la vista della mia casa distrutta.

Dylan.
Lexi e i bambini si sono addormentati mentre mia nonna fa avanti e indietro per tutta la stanza con le mani a mo' di preghiera e sussurra qualcosa che non capisco.
Mi siedo sul divano lanciando un'occhiata a mio zio Louis che, però, guarda fuori dalla finestra. Rosie porta il caffè sedendosi subito dopo al mio fianco.
-Mi... mi potrei prendere cura io dei bambini. Sono maggiorenne e ho un lavoro che mi paga molto bene. Con me starebbero bene.- dico visto che si discute su chi si prenderà i bambini in affidamento.
-Senza nessuna offesa, Dylan, ma tutti noi, io e i tuoi zii, siamo d'accordo sul fatto che i bambini dovrebbero stare con qualcuno di più... responsabile. Noi siamo adulti e abbiamo avuto figli mentre tu sei solo un ragazzo universitario che si è cacciato in un enorme guaio per essere andato a letto con una sgualdrina. Diciamoci la verità, giovanotto, i tuoi fratelli non starebbero mai al sicuro con te perché tu sei il tipico ragazzo che ha tutto quello che vuole. Sei viziato! E pensi di poterti prendere cura di bambini piccoli quando non ti sai prendere cura di te stesso. Tu hai fatto uccidere mio figlio...
-È morta anche mia madre. Non solo tuo figlio ma giusto, tu non hai mai accettato mia madre perché è stata con il marito di tua figlia. Ma notizia flash nonna, mamma è stata con Ashton molto prima che conoscesse papà o zia Gemma!- urlo perdendo la pazienza e alzandomi dal divano per stare di fronte a lei.
-Io... io ho sempre accettato tua madre. La ho accettata fin da quando sei arrivato tu, piccolo ingrato!- urla prendendo la pazienza e tirandomi uno schiaffo.
-Non ti permetto di toccare mio figlio un'altra volta, Anne.- dice una voce familiare dalla porta. Mi giro e la trovo vicino allo stipite con papà al suo fianco.
-Mamma!- urlo correndo verso di loro per poi abbracciarli forte.
***
Dopo che ci siamo ripresi tutti dallo shock perché loro sono vivi stiamo cercando di capire chi è stato.
Sappiamo solo che questo lui, o questa lei, sa che cosa è successo. Cioè sa chi ha ucciso la ragazza.
-Aspettate, se questo tizio sa chi ha ucciso la ragazza...
-Noi possiamo trovarlo e, beh, farlo parlare.- finisce la frase mio padre che mi guarda con occhi sgranati. Lo so, lo so, sono troppo intelligente.
-Esatto. Sarà una cosa rischiosa, però.- dice mamma mettendosi le mani sulla pancia e io aggrotto le sopracciglia mentre la guardo.
-Sei incinta, mamma?- chiedo e tutte le attenzione si rivolgono a lei che arrossisce e tossisce togliendosi le mani dalla pancia e passandosele tra i capelli.
-Uhm, sì. Di un mese e qualcosa.- risponde senza dire niente altro. Mio padre le mette una mano intorno alla vita e l'avvicina a lui per poi posarle un bacio sulla testa.
***
-Ok, mamma e Garrett restare qui con i bambini. Io, Louis e Dylan andremo a cercare informazioni e tu, Rachel, vai dal dottore.- dice papà due giorni dopo che ci siamo rivisti dopo l'esplosione.
Mia mamma sbuffa alzando gli occhi al cielo. Conoscendola le darà fastidio il fatto che non andrà in azione con noi.
-Ti voglio bene, mamma.- dico dandole un bacio per poi uscire e aspettare papà vicino allo stipite della porta.
-Ti amo e sta' attenta.- dice dando un bacio a mamma per poi spingermi fuori. Mi sa che è veramente innamorato di mia mamma, dopo tutti questi anni.

Rachel.
Prendo la borsa per poi uscire di casa dopo che sono usciti anche i ragazzi per andare in Mission Impossible. Mo' si credono agenti della CIA o qualcosa del genere.
Chiudo la portiera della macchina per poi allacciarmi la cintura di sicurezza. Guardo la strada davanti a me prendendo un'enorme respiro.
Da quando siamo quasi morti ho paura di morire da un momento all'altro. E di lasciare soli i miei bambini. Soli in un mondo in cui hanno bisogno di aiuto per andare avanti.
Urlo quando un clacson dietro di me suona facendomi sobbalzare. Non mi ero nemmeno resa conto che ero in mezzo al traffico.
Mi muovo togliendomi le lacrime che sono cadute senza il mio permesso con una mano mentre con l'altra giro il volante verso destra.
Fermo la macchia davanti allo studio della dottoressa perciò prendo un grande respiro, recupero la borsa dal sedile del passeggero e dopo aver chiuso la portiera e aver messo l'allarme mi dirigo verso lo studio.
***
Porto il piatto nel nostro nuovo salotto. Harry ha voluto prendere una nuova casa e visto che è viziato, ricco da far piangere gli altri ricchi e che si diverte come un bambino piccolo la ha comprata.
-Cosa ti ha detto il dottore?- chiede Harry girandosi verso di me mentre si ingozza di cibo. Lexi è da un'amica a studiare, i gemelli sono di sopra a guardare i cartoni visto che loro cenano prima e Dylan è a casa sua con Rosie per scoprire cosa o chi ci stia dando fastidio.
Insomma, abbiamo deciso di ritornare alla nostra vita normale. Alla vita di sempre.
-Tutto bene.- rispondo sedendomi difronte a lui e cominciando a mangiare.
-Avanti, Ray, ti conosco meglio delle mie tasche. Sputa il rospo, signora Styles.- dice puntandomi addosso la forchetta e io alzo gli occhi al cielo infastidita.
-Harry, te lo ho detto, sto bene. Stiamo bene. Noi stiamo bene, ok?- dico alzandomi da tavola visto che la fame mi è passata.
Certo so benissimo che non è il momento per avere un bambino perché siamo nei fottuti guai ma non voglio rinunciare a questo bambino solo perché mio figlio è un combina guai.
***
Mi sveglio con un mal di schiena forte. Mi giro verso destra andando a sbattere contro Harry che è seduto.
-Lex?- chiedo con voce assonnata mentre alzo lo sguardo per guardarlo. Ha i capelli spettinati e in mano ha un iPad. Sta già lavorando.
-È in camera sua che dorme.- risponde senza mai staccare gli occhi dallo schermo del iPad.
-Che ore sono?
-10.
-Harry?
-Uhm?
-Cosa cazzo stai facendo?
-Sto cercando il nome per nostro figlio...
-Ma non sappiamo che cosa sia.
-...O per nostra figlia.
-Ok, vado a mangiare e a svegliare i ragazzi. Vuoi qualcosa?
-Nope.
***
-Mamma!- dice Dylan entrando in cucina e lasciandosi andare su uno sgabello mettendo la testa sul bancone di marmo. Mi giro verso di lui guardando la sua testa. Gli poso una tazza di caffè davanti per poi sedermi e vederlo alzare la testa e mandare giù un sorso di caffè.
-Cosa è successo?
-Niente solo che... non abbiamo ancora trovato nessuna pista che ci conduca verso il tizio della bomba e ho paura che possa fare qualcosa di male a voi o ai bambini. Insomma, questo qua è pazzo.
-Ho grandi notizie famiglia!- urla Harry e io alzo gli occhi al cielo per poi indicargli con un segno della testa Dylan che sembra esasperato e disperato.
-Non adesso.- borbotta Dylan mentre butta nuovamente la testa sul bancone e mettendo le mani sulla tazza.
-Ho scoperto chi era la ragazza.- urla Harry entusiasta non badando al figlio. Mi alzo di scatto con la bocca spalancata, Dylan guarda suo padre come se fosse un alieno venuto sulla terra per mangiare il cervello agli umani.
-Ah sì?- chiede Dylan beffardo, come a prendersi gioco di suo padre.
-Ah-ah. Connor ha trovato le informazioni. La ragazza era Jennifer Scott, 18 anni e di famiglia molto potente. Americana.
-Aspetta, Scott uhm? Oh mio Dio. Dylan James Styles tu hai ucciso la figlia del rivale di tuo padre!- dico ricordandomi subito il cognome. Metto una mano sul braccio di Harry che sta stringendo i pugni.
-Mamma, non la ho uccisa io. Solo perché era nel mio appartamento...
-Dylan, non ne parleremo un'altra volta!
-Io ti uccido!- dice Harry avanzando verso suo figlio ma io mi metto davanti.
-Non credi che abbia sofferto abbastanza?
-No!
-Harry, perché non vai a prendere Lexi a scuola così ti calmi un po'?
-Ma sono appena tornato.
-Vai!
-Sì, signora.- dice dandomi un bacio sulla fronte per poi andare.
Mi giro verso di Dylan guardandolo in malo modo.
-Colpa mia, capito! Vado a rimediare.
-Bravo.- dico sospirando. Dopo che tutti sono usciti di casa guardo il soffitto esasperata.
Non capisco perché ma Dylan e Harry sono identici, in tutto e per tutto, nonostante siano padre e figlio non si sopportano. Harry non sopporta suo figlio e Dylan non sopporta suo padre, cose mai viste insomma.
-Spero solo che tu non sia come quei due idioti.- dico mettendomi le mani sulle pancia e parlando con il mio piccolo fagiolino.
Mi passo una mano sulla faccia per poi ritornare a lavare i piatti.

***
Ciaooooo, scusate per l'immenso ritardo ma la scuola mi tiene impegnata a tal punto che non riesco a scrivere.
Lasciate un commento e un voto.
Passereste a dare un'occhiata alle mie nuove storie? Si chiamano Dear Love e Same Old Love.
Un bacione e ci vediamo alla prossima, spero che sia presto.
1994Styles_.

A Beautiful Disaster 3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora