Il silenzio e l'umido della sera che avvolgeva Grimmauld Place mi colpì in pieno viso. Sbattei la palpebre, cadendo pesantemente con le piante sull'asfalto; cedetti appena sulle ginocchia con il peso addosso di Draco Malfoy.
Lui cercò di rimettersi in piedi, guardandosi intorno stranito e confuso. Le sue dita strinsero la stoffa del mio maglione all'altezza dei fianchi, come ancorandosi, seppur la sua attenzione fosse rivolta alle sue spalle. Lì si erano appena smaterializzati Harry e Ron.
Guardai il mio migliore amico e dischiusi le labbra, la fronte contratta nella mia decisione. « Dovevo » risposi alla sua tacita domanda.
Harry Potter camminò verso di me e mi spinse sulla clavicola destra, continuando ad avanzare, così mi separai da Malfoy e feci qualche passo indietro per non cadere.
« Tu sei un'irresponsabile! Ma cosa ti dice la testa? Portarlo qui... » indicò, senza guardarlo, il palazzo in cui il numero dodici era celato.
« Harry io... tu devi capire! Malfoy ha solo noi adesso! » dissi concitata.
Vidi Draco, con la coda dell'occhio, fissarmi con attenzione; Ronald, invece, squadrava il suo nemico giurato con confusione mista a palese rabbia.
« Insomma, ha scelto di non uccidere Silente! » proseguii.
« Non pronunciare quel nome, con il suo corpo ancora caldo riverso su un prato che-»
« Harry! » fermai quel fiume di parole, mettendogli le mani intorno al viso. « Lo so che sei sconvolto. No, guardami. Lo so. » Feci una pausa, stringendo le mani sui suoi zigomi. « Anch'io non posso crederci. Ma cosa avrei dovuto fare? »
« Malfoy non merita di essere salvato... » sibilò.
« Questo lo decideremo tutti noi » intervenne una voce profonda e adulta.
Entrambi ci voltammo a guardare Remus Lupin con accanto Malocchio Moody. « Entriamo dentro, adesso » disse l'ultimo.
Camminando nel corridoio cupo del quartier generale della Resistenza, avevo davanti a me la schiena di Draco, ampia e muscolosa, spezzata dai movimenti incerti della gamba destra che ogni tanto cedeva.
Non ero certa di aver fatto la scelta giusta; le parole di Harry su ciò che avrebbe meritato Malfoy mi avevano stranito. Potevo mettere una pietra su tutto ciò che era stato Draco nei nostri confronti, in quegli anni? Mentre riflettevo, mi resi anche conto che non lo avrei mai lasciato lì, da solo, con lo sguardo perso e vuoto, con gli occhi freddi come pezzi di vetro. Perciò, in parte, avevo comunque preso la decisione che avevo avvertito subito come giusta. Come morale. Mi venne un'irrazionale voglia di allungare una mano, poggiare il palmo sui suoi dorsali e fargli sentire il mio calore, ma mi trattenni.
Arrivammo nella stanza più grande e ci aprimmo intorno al tavolo sotto gli occhi degli altri presenti, tra cui il signor Weasley e Nymphadora Tonks.
Lupin poggiò una mano sulla spalla di Draco e accompagnò il gesto per farlo sedere.
Tonks guardò stranita il compagno. « E' il figlio dei Malfoy? Prendiamo anche prigionieri, adesso? »
Lupin scosse la testa. « Sembra essere venuto qui di sua spontanea volontà. »
Il signor Wealsey affiancò il figlio e gli strinse le spalle con un gesto d'affetto. « Stai bene? » Ron annuì.
« Silente è morto » annunciò Harry, « Malfoy l'ha disarmato e Piton l'ha ucciso! » esclamò. Tonks si portò una mano alla bocca e guardò nuovamente Remus.
« Avevi detto che potevamo fidarci di lui! Avevi detto che Silente si fidava di lui! » gridò ancora Harry, con gli occhi pieni di lacrime.
Lupin crollò su una sedia, confuso, passandosi le mani tra i capelli. Poi saettò i suoi occhi chiari su Draco Malfoy.
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Polisucco (sospesa)
FanfictionA pochi mesi dall'inizio del sesto anno, Harry, Ron ed Hermione riprovano ad usare la Polisucco per trasformarsi in Blaise, Theodore e Astoria e ottenere informazioni circa la possibilità che Draco Malfoy sia divenuto già un Mangiamorte e quali, nel...