E sentimenti difficili

331 31 13
                                    

Accarezzai le punte dei fili d'erba appena curvi, facendo scorrere piano i palmi. L'erba era umida e verde brillante. L'odore dell'aria era accogliente, quasi invitante: me ne riempii i polmoni.

Mi sentivo bene. Mi sentivo piena d'energia, piena di idee, piena di sogni in procinto di avverarsi. Ero felice; distesa sull'erba con la mia gonna ampia, con i piedi nudi che venivano rinfrescati dalla brezza; felice, come quei bambini che giocavano poco lontano da me.

Una figura mi fece ombra, coprendo il sole; ci misi un attimo a metterlo a fuoco anche se sapevo che era lui. Gli sorrisi. I suoi capelli biondo burro erano perfino più luminosi della luce. Si chinò su di me e mi baciò, finendo per sedersi sulle ginocchia e farsi più vicino. Mi circondò il torace con le braccia e fece poi sprofondare il viso tra i miei capelli.

Mi sembrava d'essere in paradiso.

Quando si allontanò lentamente strinsi di più le mani sulla sua camicia, per trattenerlo. Lui continuò a spostarsi, voleva solo guardarmi negli occhi. Restammo così, con le fronti premute, per qualche secondo.

Sbattei le palpebre.

L'erba era sparita. I fiori e la luce erano spariti. Le mie mani stringevano il vuoto e intorno a me c'era solo grigio e sporco. Mi accorsi anche di tutti i dolori disseminati sul mio corpo appena tentai di risollevarmi. Dovevo essermi addormentata, non sapevo quando; ma l'avevo fatto crollando malamente sul fianco sinistro che ora non sentivo quasi più. Provai ad aprire e chiudere le mani ma le dita mi dolevano. Feci roteare appena il collo ma provai solo dolore. Tentai di chiudere gli occhi per ritornare a quel piacevole e luminoso sogno ma lo cercai invano; era sparito, sostituito dalla realtà.

Il solito piccolo elfo, che veniva a trovarmi due volte al giorno, si presentò poco dopo con in mano un vassoio.

« Penso che tu ora ce la fa a mangiare sola » disse atono, lasciandomi il vassoio a pochi centimetri dai piedi e scomparendo con una tale velocità da non permettermi di replicare.

Mi allungai ad afferrare il pane e diedi qualche morso. Presi un bel respiro e ne diedi un secondo, masticando bene, mentre mi guardavo intorno cercando di capire da quanto tempo ero lì. Chissà se Harry e gli altri si erano mobilitati per cercami. Chissà se parlavano con Piton e stavano organizzando qualcosa per tirarmi fuori. E Draco... chissà cosa pensava di me, dopo l'ultima volta che avevamo parlato. Avevo perso la sua fiducia?

***

« Sei riuscito ad ottenere preziose informazioni, Draco. »

Accennai un inchino del capo in un ringraziamento solenne. Poi, tornai a guardare il Signore Oscuro negli occhi in attesa di ulteriori istruzioni.

« Ora, ucciderla non servirebbe a niente. Tenerla qui prigioniera ci tornerà utile in molte occasioni » commentò, accarezzando Nagini, assorto in chissà quali pensieri.

« Per il resto, puoi fare di lei ciò che vuoi » aggiunse poi, « sempre che non ti disgusti toccare una mezzosangue! » scoppiò a ridere, un riso che gli dilatò occhi e bocca fino a deformarlo ancora di più.

« Preferirei tagliarmelo, Signore » sorrisi per stare al gioco e lui mi batté due volte la mano sulla spalla, come un padre amorevole.

« Manderò Severus a tenere la presidenza di Hogwarts » disse, stringendo le dita sulla mia camicia, avvicinando il viso al mio. « Tu, invece, resterai al mio fianco. »

« Mi onorate » mi inchinai appena nuovamente.

« Tu non deludermi mai e alla fine di questa guerra sarai ricoperto di ricchezze » pronunciò solenne. I suoi occhi erano venati di rosso, la pelle come cera e l'odore che usciva dalla sua bocca ricordava quello di un cadavere.

Polisucco (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora