E necessità vitali

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Intro: come promesso sono tornata prestissimo! Vi avevo lasciati in sospeso e non si fa u.u In più a breve sarò molto impegnata con il Lucca Comics (aiuto da standista degli amici che hanno una fumetteria) perciò non potrò postare altri cap per qualche settimana. Un abbraccio!



                                                                                                  ***

« Dovevi tornare a casa quando eri ancora in tempo per farlo » mi sussurrò sulle labbra, appena i nostri nasi si sfiorarono. « Adesso è troppo tardi. »

La sua bocca si dischiuse e carezzò appena la mia, respirando il mio respiro. Le sue sopracciglia erano contratte e ma gli occhi erano spalancati, limpidi, liquidi; le sue mani mi tenevano stretta eppure si ancoravano a me, come se volessero mantenere un punto fisso per non crollare.

I miei indici erano ancora appoggiai agli angoli della sua bocca, tremanti. Volevo azzerare quella maledetta distanza che ci divideva da quasi un anno, volevo baciarlo con le mie labbra e non con quelle d'un altra. Volevo che mi divorasse, così come aveva detto, perché anch'io temevo che un solo bacio non mi sarebbe bastato.

Mi alzai appena sulle punte, quei pochi centimetri che mi permisero di premere completamente la mia bocca sulla sua. Lo baciai in un profondo respiro, prima di ritrarmi appena.

« Hermione » disse roco, contraendo la mascella.

« Non... trattenerti » sussurrai.

Mi afferrò il viso con le mani e ci fu un ultimo istante in cui si concesse di guardarmi provando a starmi lontano. Poi, mi tirò a sé. Mi baciò con l'impeto che mi ero aspettata, come se fosse qualcosa di necessario. Di vitale, come respirare. Come se fossimo stati chiusi sott'acqua troppo a lungo e ora avessimo bisogno d'ossigeno per sopravvivere.

I miei polpastrelli furono catturati dalla sua bocca insieme alle mie labbra; la sua lingua incontrò la mia, rovente. Strinse i miei capelli tra le dita, facendo sì che reclinassi la testa all'indietro; mi sovrastò con il suo corpo, così inarcai la schiena, mentre mi baciava ancora. Scese sul mento, poi sul collo, mentre le sue mani scivolavano di nuovo sui miei fianchi e lungo le gambe, infilandosi poi sotto l'abito.

Le mia dita si intrecciarono dietro la sua nuca, mentre Draco mi baciava la parte alta del seno, lasciata appena scoperta. Gemetti, guardai il soffitto senza vederlo; era tutto avvolto della nebbia per quanto mi riguardava.

Mi spinse all'indietro, facendomi camminare, finché non toccai qualcosa con le gambe; mi passò le mani sotto il sedere e mi sollevò, poggiandomi su quella che immaginai fosse la scrivania. Qualcosa cadde, facendo rumore, ma a nessuno dei due importava vedere cosa. Restai un attimo a guardarlo negli occhi, per la prima volta alla stessa altezza del suo sguardo: ascoltai i miei e i suoi respiri infranti, i desideri impellenti, il bruciore ardente che agitava la nostra pelle.

Mi osservava da sotto le sopracciglia arcuate, come un predatore; erano così chiare, eppure così espressive. Mossi esitanti le mani e le portai al primo bottone della sua camicia scura; senza distogliere gli occhi dai suoi, slacciai un bottone. Poi un altro, e un altro ancora, finché la camicia si aprì del tutto. La pelle scolpita e muscolosa del suo torace mi fece mancare un inspiro: mi era capitato di vedere Harry o Ron a torso nudo ma la vista non era nemmeno lontanamente paragonabile.

Infilai i polpastrelli sotto i lembi di stoffa e percorsi lentamente le linee muscolari, dai pettorali agli addominali in rilievo. Sentii poi le sue mani sulle mie gambe. Delicate ma sicure, entrambe, partirono dalle ginocchia ed arrivarono fino al bordo del mio abito di cotone; quindi, varcarono il confine. Si spostò sui lati e arrivò fino ai glutei, senza mai spostare gli occhi da me. Lì mi strinse la pelle e mi tirò in avanti, facendo sussultare, affinché aderissi a lui. Si abbassò su di me con una calma esasperante, tanto che mi sembrò di scoppiare.

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