E doppi giochi

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« Siamo tornati. »

Sentii la voce di Tonks all'ingresso di Casa Black e mi affrettai a scendere le scale, incrociando un altrettanto impaziente Harry. Ci scambiammo una rapida occhiata, poi Ron cadde dal divano del salone con un tonfo netto. « Miseriaccia, è notte fonda! » fece.

« E allora? » chiese sbrigativo Harry.

Lupin alzò appena le spalle. « C'erano moltissimi maghi e magonò. E' stata una cerimonia sentita e no, purtroppo non abbiamo scoperto niente di rilevante. Se ora mi permettete... » alzò lo sguardo e distese la fronte. « Draco » disse, così ci voltammo verso le scale.

Malfoy era in piedi, incerto, incuriosito, meno debole di quella mattina e con un'espressione più cosciente.

« Proprio te cercavo. Vorrei parlarti » continuò Lupin.

Malocchio Moody, che chiudeva la fila, scosse la testa e si avviò verso il soggiorno borbottando, precisamente verso il mobile dei liquori. Nymphadora si stava massaggiando la nuca e sussurrò a Remus che si sarebbe avviata in camera da letto. Restammo perciò, nel giro di qualche istante, solo noi.

« Di cosa vuole parlarmi, professore? »

« Non sono più il tuo professore da anni. Va bene Remus. »

Draco esitò. « Remus » si corresse.

« Mettiamoci comodi » fece cenno verso la sala da pranzo e Harry intercettò il suo sguardo. « Potete assistere, sì » rispose alla sua tacita domanda.

Seguii Draco con lo sguardo, fin quando mi passò davanti e varcò per primo la soglia della stanza; fui l'ultima ad entrare e mi chiusi la porta alle spalle.

La sala da pranzo era immersa nel silenzio; intorno al tavolo lungo erano disposte ordinatamente le sedie e un vaso con dei tulipani balzava all'occhio per la freschezza che donava a quell'ambiente vecchio. Dei mobili alti erano addossati lungo le pareti, pieni di servizi da the, tovaglie, candelabri e calici di cristallo in disuso. Il lampadario che cadeva dal soffitto, proprio al centro della stanza, era acceso per metà.

Dato che la stanza non aveva finestre, il fresco piacevole di quella notte di Giugno non arrivava fin lì; c'era, invece, un caldo fastidioso che mi fece slacciare un bottone della camicetta. Presi posto a qualche sedia di distanza da Draco, vicino a Ron, mentre Harry restò in piedi.

« Bene » esordì Lupin guardando Draco. « A me e all'Ordine è venuta un'idea per farti guadagnare la permanenza qui dentro e la nostra protezione » disse.

Vidi Malfoy irrigidirsi. Il volto gli divenne profondo come se lo attraversassero milioni di pensieri e contemporaneamente il nulla. I suoi occhi limpidi furono coperti un solo istante dalle palpebre, poi alzò il mento nella direzione di Lupin affinché proseguisse.

« E so che ti sto per chiedere una cosa non adatta ai tuoi sedici anni né minimamente corretta, in generale. Ma siamo in guerra o, almeno, alle porte di essa. Si cresce in fretta. Si deve crescere in fretta: non possiamo fare sconti a nessuno, tanto meno a noi stessi. »

Draco annuì. « Lo capisco. »

Sia io che Harry che Ronald respiravamo silenziosamente per non perderci nemmeno un attimo di ciò che Lupin stava per dire. Personalmente, non sapevo cosa aspettarmi.

« È passato poco più di un giorno da ciò che è accaduto al Castello di Hogwarts, perciò mi pare il momento adatto per agire. Dovrai tornare a casa tua e incontrare il Signore Oscuro. »

Draco sgranò gli occhi chiari; ci lessi dentro lo stupore e la paura di dover affrontare qualcosa da cui era a fatica scappato.

« Perché...? »

Polisucco (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora