E ricordi urgenti

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Caddi per terra, strusciando le ginocchia sui rami appuntiti del sottobosco, poi rovinai sul fianco. L'impatto col suolo mi tolse il fiato. Spiragli di luce filtravano fino a terra, davanti ai miei occhi. Vedevo di lato i fusti degli alberi che dalle radici fuoriuscite si ergevano maestosi e rendevano quel posto tranquillo e fresco, come lo ricordavo da piccola. Era la prima cosa che mi era venuta in mente, il primo posto a cui avevo pensato: in quel bosco avevo passato molte domeniche con la mia famiglia, tra pic-nic ed escursioni. Ma non importava dov'eravamo. Importava che fossi riuscita a focalizzarmi non più su Grimmauld place, che nel giro di qualche secondo fossi stata in grado di lasciare la mano di Ron e pensare ad un altro luogo. Ce l'avevo fatta. Il Quartier Generale era salvo.

Mi voltai sulla pancia e mi sollevai sulle braccia, avvertendo dolori diffusi in tutto il corpo. Sentii un rumore alle mie spalle e mi voltai di scatto, accovacciata nell'erba.

A pochi passai da me, in procinto di rialzarsi, c'era Draco Lucius Malfoy. Sgranai gli occhi e mi si svuotò lo stomaco. Lui si voltò e i suoi occhi mi fissarono come lame di ghiaccio. Cercai istintivamente la bacchetta. Mi tastai il fianco destro, ma nulla. Con la coda dell'occhio, la vidi per terra a poche braccia da me.

Mi alzai di scatto e lui fece lo stesso. Fu su di me prima che potessi mettere il palmo sul mio unico strumento di difesa; mi bloccò con il suo corpo e mi atterrò. Non ero forte; non avevo mai lottato contro un uomo senza l'aiuto della magia.

« Mezzosangue » disse, cercando di bloccarmi le braccia con cui mi dimenavo. « Eri tu, lo sapevo! »

Scalciai, senza prenderlo; ottenni solo di strisciare all'indietro sulla schiena. Draco s'infilò nello spazio tra le mie gambe e aderì con il bacino al mio, per evitare i miei calci. Provai a dargli delle tallonate sulla schiena ma non sembravo fargli male.

« Ferma... stai ferma! »

Mi dimenai, cercai di schiaffeggiarlo e cercai di divincolarmi in tutti i modi ma Draco era più forte di me. Gli sputai sulla faccia e la sua espressione cambiò in una cieca rabbia: mi afferrò con forza i polsi e li sbatté violentemente al suolo, ai lati delle spalle. Mi mancò il respiro e tossii per l'impatto che tutto il mio corpo ebbe con il terreno.

Adesso, mentre troneggiava su di me, potevo rivedere l'espressione malvagiamente soddisfatta che mi aveva riservato durante gli anni scolastici, quando riusciva a farmi sentire piccola e sporca.

« Draco, lasciami andare! » urlai, mentre la vista mi si appannava per colpa delle lacrime.

« Non azzardarti a chiamarmi per nome! » urlò a sua volta, chinandosi su di me e stringendomi con più forza i polsi.

« Mi-mi fai male » biascicai « lasciami, lasciami andare! » mi agitai, digrignando i denti « Draco, maledizione! »

« Tu » cominciò lui, a pochi centimetri dal mio viso « tu mi hai fatto qualcosa e ora mi dirai cosa e mi darai l'antidoto. Così, forse, ti risparmierò la vita. »

Feci scorrere furiosamente le mie pupille nelle sue. « Ma che... »

« E' inutile che fai la finta tonta, Mezzosangue. So bene che mi hai somministrato qualcosa... o magari è stato un incantesimo? La sera della morte di Silente o magari ancora prima... » ragionava, come sovrappensiero, come divertito dalla mia paura.

« Non so di cosa tu stia parlando » gli dissi, sbattendo le palpebre per far cadere le lacrime e tornare a vedere.

« Certo, come no » sorrise. Poi divenne serio, incredibilmente serio. « Ho delle immagini in testa che riguardano te, dei falsi ricordi, delle menzogne, che mi stanno divorando il cervello! » urlò, stringendo ancora di più i miei polsi.

Polisucco (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora