Intro: Scusate l'immenso ritardo. Ho avuto un mare di problemi personali, compresi due lutti in famiglia. Spero capiate. Vi ringrazio per tutti i messaggi privati e pubblici dove mi fate capire quanto amate la mia storia. ps. Nel cap do per scontato il recupero della Coppa di Tassorosso anche se non ne ho narrato gli eventi – considerate perciò che si è svolto tutto nello stesso modo dei libri/film e che la coppa è in loro possesso.
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Non avrei mai pensato che potesse sembrarmi fuori contesto indossare la divisa di Hogwarts. Mi sentivo strano a ricambiare lo sguardo che il mio riflesso mi mostrava; stentavo a riconoscermi, sebbene fossero passati appena una manciata di mesi dalla morte di Silente e dalla mia fuga da Hogwarts. Da quando avevo messo piede al Quartier Generale dell'Ordine, da quando avevo conosciuto davvero Hermione.
Da quando lei aveva conosciuto davvero ciò che ero.
Mesi? Assurdo. Per la mia mente erano trascorsi anni. Io stesso ero cambiato in modi che faticavo a comprendere.
Passai i polpastrelli sotto il colletto bianco della camicia.
Erano stati mesi grevi e densi, dolorosi e pesanti, che quasi mi parve ridicolo abbandonare i miei abiti neri per indossare quel completo cosìspensierato.
Un anno prima, con quello stesso abbigliamento, ero lontanissimo dal pensare cosa sarebbe accaduto; ero concentrato sugli attimi presenti con la paura, un giorno, di ritrovarmi costretto a seguire le orme di mio padre – e infine, mesi dopo, ero proprio al posto che lui aveva lasciato. Era sempre stato quello il mio destino, in un modo o nell'altro? Che io avessi avuto o meno consapevolezza, scelta? Dovevo necessariamente passare per quella selva oscura per compiere ciò che, infine, mi avrebbe redento? Era indispensabile andare fino in fondo per proteggere me stesso e chi amavo?
Sembravano così distanti i momenti in cui mi lamentavo dei compiti in classe, di Potter e la sua fastidiosa presenza, degli allenamenti troppo duri di Quidditch – Hermione. Lì, nella mia Sala Comune. Il nostro primo bacio, il nostro primo contatto. Inevitabile fu avere la mente piena della sua presenza. Mi sembrava di amarla da sempre, anche nei momenti in cui credevo di odiarla. Avrei voluto dirle chiaramente ''Ti amo'', guardandola negli occhi; provavo una stretta allo stomaco al pensiero che non sapevo quando l'avrei rivista ed ero terrorizzato dall'idea che avrei potuto non avere più occasione di dirle quelle parole che non avevo mai detto a nessuno.
Nonostante avessi vestito il nero e mi fossi ritrovato al fianco di Voldemort, nonostante avessi tentato con tutto me stesso di riavere pieno controllo sul mio corpo e sulla mia mente, tutto ciò che fino a quel momento avevo costruito si apprestava a cadere come un castello di carte. Lo sentivo.
Dapprima come spia, poi con la mente manovrata da quel mostro, di nuovo per mia scelta e costringendomi a mettere da parte tutte le debolezze, avevo fatto in modo di restare al fianco di Voldemort non solo per salvare la mia pelle – unica cosa di cui, un tempo, mi sarebbe importato.
Ero adesso consapevole di far parte di un disegno più grande, dove tante persone, ogni giorno, rischiavano in prima persona, compresa lei.Per lei avevo mantenuto la lucidità, la calma, la pazienza, i ricordi. Avevo dei piani da portare avanti; contraffare le pergamene, collaborare con Lupin e la resistenza, vedere Hermione più spesso che potevo ma, adesso... tutto ciò che avevo pensato mi si rivoltava contro. Bastava una parola del Signore Oscuro e io dovevo abbassare la testa, mettermi la divisa e partire. Lontano, ad Hogwarts. Isolato da tutto, da tutti. Lontano da lei. Basta. Tutto ciò che avevo pianificato non contava più niente.
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Polisucco (sospesa)
FanfictionA pochi mesi dall'inizio del sesto anno, Harry, Ron ed Hermione riprovano ad usare la Polisucco per trasformarsi in Blaise, Theodore e Astoria e ottenere informazioni circa la possibilità che Draco Malfoy sia divenuto già un Mangiamorte e quali, nel...