{Capitolo 7}

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«... Insomma è stato un pomeriggio splendido!» disse lei concludendo il discorso.

Annuisco continuando a sistemare l'armadietto, sono molto disordinata e oggi, per via di qualche strana congiunzione astrale, ho voglia di sistemare tutto il disordine che c'è qui dentro.

«Di preciso, perché stai sistemando quel casino nel tuo armadietto?» mi chiede mia cugina guardandomi come un'aliena.

«Boh, ho voglia di farlo.» rispondo semplicemente scrollando le spalle.

«È proprio questa la cosa strana, cuginetta. Tu sei disordinata e non hai MAI voglia di riordinare.»

«C'è troppa confusione qui dentro, devo eliminare un paio di fogli inutili e sistemare tutto.»

«Dai forza, cos'è successo di così strano?» mi chiede cominciando a limarsi le unghie.

«Non è successo nulla, ho solo voglia di mettere apposto questo casino.» affermo nuovamente sperando che lei ci creda.

«Non attacca con me ragazza, forza parla.» insiste lei.

Merda, e ora?

«Nulla di che, sono senza sigarette da tre giorni e mia mamma non mi vuole dare i soldi, Marton ha cominciato a rompermi le palle-»

«Cosa?! Marton?! Intendi veramente James Marton?!?» urla lei facendo cadere a terra la lima per le unghie.

Cazzo. Maledizione a me e alla mia boccaccia.

«Ma va, era solo per vedere se mi ascoltavi sul serio o se eri troppo impegnata a sistemarti le unghie...» cerco di prenderla in giro.

«Beh, non puoi tirare fuori l'argomento Marton alla cazzo "solo per vedere se ascoltavo".»

«... E va bene, Marton mi sta sul serio rompendo le palle. Mi manda messaggi in continuazione per infastidirmi, si prende gioco di me e...?»

Mi fermo perché la ragazza di fronte a me cambia espressione come se avesse visto un fantasma; dopo pochi istanti realizzo e sospiro cercando di mantenere la calma.

«È dietro di me, vero?»

Lei annuisce debolmente abbassando lo sguardo sui piedi e subito dopo sento un ghigno alle mie spalle che mi fa sobbalzare leggermente dallo spavento.

«Marton, che vuoi ora?» dico fredda senza guardarlo negli occhi.

«Noi abbiamo un conto in sospeso, o lo saldi adesso oppure oggi pomeriggio esci con me...»

«Io non sarò mai una delle tue stupide puttanelle Marton, mettitelo bene in testa.»

«Lo so, ma tanto prima o poi anche tu verrai a letto con me. Ne sono certo.» afferma lui mostrando un ghigno divertito.

«Ci tieni davvero a tenere i tuoi gioielli di famiglia per soddisfare le tue oche, o vuoi che te li rompa facendoti stramazzare a terra come ieri?» sbotto io avvicinando il mio viso al suo perdendomi in quelle iridi color oceano e puntandogli un dito contro al petto.

«Decidi tu, tanto tu sarai una delle prossime.» soffia lui con voce roca al mio orecchio provocandomi brividi lungo la schiena.

«Gira al largo, Marton.» ribatto fredda.

La campanella suona e io mi allontano dirigendomi verso la mia classe.

«Ti passo a prendere al solito orario, Shane!» urla Marton prima che io svolti nel corridoio.

Mi fermo di colpo e mi giro verso di lui, ma è già sparito confondendosi tra l'ammasso di studenti che corre in qualsiasi direzione per arrivare alla propria classe.

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