Dopo il solito risveglio traumatico del lunedì mattina, mi siedo sull'autobus con le cuffiette nelle orecchie e ascolto "Apologize", una delle mie canzoni preferite.
Mi ricordo ancora quando da bambina l'avevo ascoltata per la prima volta e volevo sapere a tutti i costi il titolo di quella canzone.
È semplicemente fantastica, deprimente ma liberatoria allo stesso tempo, la adoro.
Una volta arrivata a scuola, mi dirigo al mio armadietto e prendo i libri per la prima ora, storia.
Muoio dalla voglia, credetemi.
Svolto nel corridoio della mia classe e vado a sbattere contro qualcuno finendo per terra insieme a tutti i miei libri.
«Ehy! Guarda dove vai!» grido contro la persona che mi ha fatto sbattere il culo a terra.
«Scusami, non ti avevo vista..» dice lui mortificato.
Raccoglie sia i miei libri che i suoi e mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi. La afferro e mi risistemo velocemente i vestiti e i capelli.
«Grazie...» dico riprendendo i miei libri.
«Di nulla. Perdonami davvero, non volevo farti finire per terra...» si scusa nuovamente.
«Non fa nulla, tranquillo.» gli sorrido io.
«Mi chiamo Robert Garrett, sono nuovo qui...» mi sorride di rimando porgendomi la mano.
«Io sono Kristen Shane, benvenuto alla Houston High School!» gli stringo la mano.
Lo esamino rapidamente: capelli neri, occhi verdi tendenti al marrone, alto poco più di me e muscoli ben scolpiti. Insomma, è un bel ragazzo.
La campanella suona, saluto velocemente Robert ripromettendomi di provare a stringerci amicizia e mi dirigo ancora sorridente verso la classe.
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All'intervallo esco per i corridoi e vado a sbattere nuovamente contro Robert.
«Ehy, che coincidenza!» lo saluto io.
«Ehy! Mi permetti di portarti a pranzo dopo la scuola per sdebitarmi per l'incidente di stamattina?» mi propone sorridendomi.
«Certo, nessun problema!» accetto anche se un po' insicura.
«Bene allora, ci vediamo all'uscita Kristen!» mi saluta lui con un gesto della mano tornando a parlare con alcuni suoi amici.
Ricomincio a girovagare per i corridoi fino a che non mi ritrovo due mani sugli occhi.
«Buongiorno Shane...» mi sussurra una voce all'orecchio.
«Marton.» sospiro.
Da una parte me lo aspettavo, ma dall'altra speravo di sbagliarmi.
Non é vero, volevi fosse lui.
Taci tu. Inutile vocina.
«Non sei felice di vedermi?» mi chiede posizionandosi di fronte a me e poggiandosi agli armadietti con le braccia incrociate.
«Se devo essere sincera, no.» rispondo fredda.
«Bugiarda.» mi sorride lui.
«No, sono seria.» dico con voce leggermente tremante.
«Menti.»
«No.»
«Menti di nuovo.» insiste lui.
«Ti levi dai coglioni per favore? Sei alquanto irritante.» sbotto io leggermente arrossita.
«Nah, è bellissimo vederti arrossire.» si avvicina lui.
«Lasciami stare, Marton.» lo avverto arrossendo ancora di più.
«Altrimenti?» fa lui prendendomi il mento tra due dita e inchiodando lo sguardo nel mio.
Comincia ad avvicinare i nostri visi, gli reggo il gioco e appena mancano pochi centimetri gli tiro una ginocchiata lì sotto facendolo piegare e cadere steso a terra.
«Altrimenti questo. Ti avevo avvertito.» gli rispondo divertita.
Suona la campanella subito dopo. Alzo lo sguardo e vedo attorno a noi mezza scuola intenta ad osservare la scena.
«Che cazzo vi guardate? La campanella è suonata.» urlo acida.
Tutti se ne vanno e Marton continua a contorcersi a terra dal dolore.
«Questa me la paghi, Shane.» dice con un filo di voce che faccio quasi fatica a sentirlo.
«Ci si vede in giro, Marton.» gli volto le spalle sculettando leggermente per farlo incavolare ulteriormente.
Lo sento imprecare qualcosa e mi scappa una risata. È stato fantastico vederlo cadere a terra.
Rientro in classe a sopportare le ultime tre ore di lezione per poi uscire a pranzo con Robert.
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L'ultima campana suona e mi dirigo di corsa fuori scrutando la folla di ragazzi fuori da scuola fino a trovare gli occhi occhi verde smeraldo di Robert.
Gli corro subito incontro e lo saluto con un timido gesto della mano.
«Ciao Garret, com'è andato il tuo ptimo giorno di scuola?» gli chiedo sorridente.
«Sinceramente? Non vedevo l'ora di uscire da quell'aula. Ho un professore di letteratura che è isterico.» dice lui con un'espressione esasperata.
«Beh, facci l'abitudine -lo rassicuro posandogli una mano sulla spalla- sarà così tutti i giorni.»
«Non mi importa, ho trovato una motivazione per venire con più voglia a scuola...» mi sorride lui.
«Non mi dire che... Non sarai mica anche tu come quel ritartadto di Marton..?» chiedo sperando che non sia un puttaniere pure lui come quel coglione.
«No ma va! Cosa vai a pensare?»
«Beh, la maggior parte dei ragazzi nella nostra scuola va a puttane. Ne è piena.» dico sospirando ripensando alla scopata in bagno tra Marton e White di settimana scorsa.
«Non io, non sono come quelli, stai tranquilla.» mi rassicura lui.
Gli sorrido e un brontolio esce dal mio stomaco. Arrossisco dall'imbarazzo e mi copro il ventre con le mani.
Merda, ma posso mai non fare una figura di merda con un solo ragazzo?
«Fame?» mi chiede lui ridacchiando.
«In effetti... Dove andiamo a mangiare?»
«Pensavo di andare al pub vicino alla piazza dove lavora mio fratello, se per te va bene..» propone lui.
«Va benissimo, andiamo?»
«Andiamo.» ripete lui.
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Il pranzo fu delizioso, entrambi avevamo preso un panino con delle patatine di contorno.
Conobbi anche suo fratello che, come mi aveva detto lui, lavorava come cameriere/barman e mi ha spiegato che non è un suo vero fratello, ma è il figlio del fidanzato della madre e quindi suo fratellastro. Devo dire che però vanno davvero d'accordo. Si chiama Kevin, ha ventun'anni, biondo e occhi color nocciola. È molto simpatico.
Dopo aver pranzato, Garret si offrì anche di accompagnarmi fino a casa e nonostante abbia cercato di convincerlo che non fosse necessario, alla fine cedetti e andammo insieme fino a casa mia.
Una volta arrivati ci salutammo e ci demmo appuntamento l'indomani a scuola all'intervallo.
E ora io sono qui, sdraiata a letto e pensando che per tutto il tempo ho immaginato di stare con Marton invece che con Garret.
Mi sento una persona orribile.
Beh, in effetti lo sei.
Grazie eh, sei molto d'aiuto. Lasciatelo dire.
Comunque è normale, ne sei innamorata...
Di chi? Di Garret?
Di Marton, stupida.
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•Game Of Feelings•
Teen FictionLei, Kristen Shane, 17 anni. Capelli castani, occhi azzurri, avventuriera, fantasiosa, ma allo stesso tempo molto timida. È la classica ragazza considerata "sfigata" solo perché non fa parte del gruppo delle ragazze popolari o delle cheerleader. Lui...