{Capitolo 3}

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*«Kristen... Io ti amo...»

«Ma che...»*

Mi sveglio di soprassalto per quell'incubo, o sogno; non so nemmeno io come definirlo.

Odio il fatto che qualcuno si innamori di me o che io mi innamori di qualcuno. Ho già provato ad amare una volta, e non ci tengo a ripetere quell'esperienza.

Controllo l'ora sul telefono, 6:46.

Ma che cazzo-?

Mi alzo ugualmente dal letto e mi dirigo in bagno per farmi un bagno caldo per provare a rilassarmi.

Riempio la vasca di acqua calda, mi spoglio e m'immergo dentro. Il tepore dell'acqua mi rilassa in un istante, anche per il fatto di essere a dicembre e il freddo è inconcepibile.

Mezz'ora dopo esco, mi vesto, mi asciugo i capelli, li piastro, mi trucco, prendo la cartella ed esco senza neanche salutare o fare colazione.

Una volta scesa dal bus, mi dirigo verso l'armadietto come al solito e noto un post-it attacato sopra.

"Ai bagni alle 11:45, ti devo parlare."

Chi poteva essere? Non importa, non ci sarei andata visto che l'unica "amica" che ho è la mia compagna di banco e lei di certo non mi lascia post-it anonimi sull'armadietto.

Lo stacco, lo accartoccio e lo butto dentro all'armadietto. Poso i libri per dopo e lo richiudo.

Faccio per girarmi ma un viso conosciuto mi blocca la strada.

«Hai fretta Shane?» mi chiese Marton.

«No, ma di certo non ho nulla di cui parlare con te, Marton, quindi potresti gentilmente levarti dal cazzo?» dissi sarcastica.

Rise. Poi riprese a guardarmi. Fece come per dire qualcosa, ma scosse la testa continuando a sorridere.

Che cazzo ti ridi testa di cazzo?

Sbuffo guardando per un attimo il soffitto, faccio per oltrepassarlo ma mi afferra per il polso e mi sbatte contro gli armadietti con le mani appoggiate ad essi di fianco al mio volto come per sbarrarmi il passaggio.

Resto impietrita in quanto i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza e riesco a vedere le sfumature di quelle sue pozze azzurre mentre il mio respiro accellera e sento arrossire le gote.

«Dove credi di andare Shane? Non abbiamo finito di parlare.» disse lui fissandomi negli occhi.

«Lasciami andare Marton, ho lezione adesso.» risposi con voce più tremante di quanto avevo immaginato.

Un ghigno divertito si stampò sul suo viso e i suoi occhi luccicavano di una luce strana, lo vidi mordersi il labbro inferiore provacandomi involontariamente dei brividi lungo la schiena.

«Oh Shane, hai un'aria così innocente...» disse lui.

Non sapevo cosa rispondere, ma per fortuna suonò, finalmente, la campanella.

Lui distese un braccio lungo il fianco mentre con la mano dell'altro mi prese il mento e le sue labbra sfiorarono la mia guancia provocandomi nuovamente mille brividi lungo la schiena.

«Ci si vede in giro, Kristen Shane» e così dicendo si allontanò lasciandomi interdetta e ancora in uno stato di tranche.

Ripigliati, devi andare in classe.

Mi ripresi giusto quanto bastava per compiere qualche passo e arrivai in orario in classe.

Mi sedetti al mio solito posto e poggiai a terra lo zaino, riimmergendomi nei miei pensieri su quanto era successo poco fa.

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