«Ma che ca...»
«Allora brutta troietta, ascoltami bene così mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte. Marton è il MIO ragazzo, okay? Quindi gira al largo.» mi "minaccia" Veronica puntandomi un dito in faccia e guardandomi con uno sguardo omicida.
«Ah stai tranquilla, non ho nessuna intenzione di farmi mettere le mani addosso dal tuo ragazzo. E poi non le ho scelte io le coppie per la lezione di chimica altrimenti te lo avrei dato molto volentieri come partner.» la rassicuro con gli occhi al cielo.
«Bene, sarà meglio per te Shane. Guai a te se ti vedo ancora in giro con Jamie con i miei occhi. Chiaro?»
«Si si tranquilla...» le rispondi io non curante di quello che stava dicendo.
La falsa bionda mi supera e apre finalmente la porta alle mie spalle spintonandomi leggermente. Ormai sono già usciti tutti da scuola e quindi sono quasi sicura che Robert mi sta aspettando fuori. Mi dirigo verso l'uscita e proprio di fronte alle porte vedo la coppietta White e Marton sbaciucchiarsi, mi sale il vomito in gola solo a guardare quella scena. Cerco di ignorarli e proseguo per la mia strada fino a uscire finalmente da quel terribile posto e quando Robert mi vede mi viene incontro con una faccia preoccupata.
«Kri! Ma dove sei stata? Come mai ci hai messo così tanto?» mi chiede preoccupato.
«Tranquillo Robert sto bene, ho avuto solo un piccolo contrattempo...» cerco di rassicurarlo io.
«Se c'entra quel coglione di Marton giuro che non so cosa-»
«Robert, stai calmo, per una volta lui non c'entra nulla, più o meno... È stata Veronica a trattenermi e mi ha micacciata di "stare alla larga dal suo ragazzo".» dissi le ultime parole cercando di imitare la sua voce da oca.
Robert ridacchiò e scosse la testa, non pensavo di poter imitare così bene la voce di quella puttana.
«Dai andiamo, non voglio farti finire nei guai con tua mamma per colpa mia.» disse ancora sorridente porgendomi il casco.
Lo presi e me lo misi in testa. In effetti non mi era venuto in mente che mia madre avrebbe potuto arrabbiarsi per il ritardo, ma sinceramente non me ne importava più di tanto.
Una volta arrivata di fronte casa saluto Robert e lo ringrazio come al solito di avermi portata a casa e mi affretto a entrare in casa, ho una fame che sento che sto per svenire.
«Sono a casa!» urlo anche se spero che non ci sia nessuno.
«Kri! Alla buon'ora!» mi risponde Demetri che è comodamente sdraiato sul divano a guardare una partita di calcio in tv.
«Ehy, scusa una tizia mi ha trattenuta per rompermi le scatole... La mamma dov'è?»
«Ha detto che oggi sarebbe dovuta rimanere di più al lavoro come al solito, e Antony è in giro con la sua fidanzata...»
«Okay...»
«...e se vuoi in cucina c'è pronto da mangiare, so che hai fame.» conclude prendendomi in giro.
Io lo guardo male, ma poi gli sorrido e gli vado a dare un bacio sulla guancia per ringraziarlo. Porto lo zaino su in camera e poi torno giù di corsa in cucina a mangiare. Dopo un po' viene anche mio fratello a farmi compagnia, mi dà un bacio affettuoso sulla testa e si siede a tavola di fronte a me.
«Cosa ti va di fare oggi pomeriggio?» mi domanda sempre sorridendo; credo di non averlo mai visto sorridere così tanto e questa cosa mi fa un po' paura.
«Beh, devo fare un sacco di compiti come al solito e poi pensavo di leggere qualche libro... È un po' che non riesco a trovare del tempo per i miei amati libri... Perché?»
«Beh perché credo che dovranno ancora aspettare, volevo andare a portarti a fare un giro per recuperare "il tempo perduto" diciamo... Ti va?» chiede leggermente arrossato sulle guance.
Io gli sorrido e vado ad abbracciarlo dalla felicità, non me lo sarei mai aspettato da lui e sinceramente non mi pento di aver insistito per farlo restare in casa, anche se ciò mi è costato un bello schiaffo.
«Certo che mi va fratellone, ti voglio tanto bene»
«Anche io te ne voglio piccola Kri»
«Ehy! Non sono piccola!»
«Invece si che lo sei, sei più piccola di me di due anni e sei più bassa di me, quindi sei piccola in tutti i sensi.» mi prende in giro lui.
Io gli faccio la linguaccia come una bambina, poi sparecchio il mio piatto e vado in camera mia a fare i compiti. Oggi devo fare matematica e letteratura, quindi comincio da quest'ultima per poi fare la materia che odio di più.
Una volta finiti gli esercizi controllo l'ora sul telefono: 15:27. Sono stanca morta quindi decido di fare una pausa, scendo giù e vado in cucina a bere un sorso d'acqua.
«Demetri, come te la cavi in matematica?» gli chiedo prima di tornare in camera.
«Non credo di cavarmela molto meglio di te...» mi risponde scoppiando a ridere per il mio tono esasperato.
«Uff, e va bene cerco di finire il prima possibile così poi possiamo uscire.»
Salgo velocemente le scale e mi butto di nuovo sui compiti per cercare di finire il prima possibile.
Dopo aver fatto 3 esercizi su 12 e vedendo che nessuno di quelli mi è venuto, mi arrendo e scendo le scale pronta per uscire.
«Allora andiamo?»
«Non ci credo neanche se me lo giuri che hai già fatto tutti gli esercizi.» mi rimprovera mio fratello.
«Li finirò appena torniamo a casa, ora voglio uscire.»
«Ti conosco abbastanza bene e sono sicuro che appena torniamo a casa dirai che sei troppo stanca, quindi ora torni su e finisci i compiti.»
So che quando mio fratello fa così dice sul serio, la testardaggine è una cosa di famiglia purtroppo. Quindi torno su in camera mia, anche se controvoglia, e mi convinco di cercare di finire i compiti.
Dopo l'ennesimo esercizio sbagliato, ho un esaurimento nervoso e decido di fare una cosa che non mi sarei mai immaginata di fare.
«"Marton, potresti venire a casa mia ad aiutarmi con i compiti di matematica? Ti offro una sigaretta se vieni."»
Pochi minuti più tardi arriva la risposta:
«"Okay, fra 10 minuti sarò lì."»
«"Passa dal retro, c'è mio fratello in casa."»
«"E allora? Che problema c'è? Sono solo un tuo amico che ti aiuta a fare i compiti, no? Di cosa ti vergogni Shane?"»
Non faccio in tempo a rispondergli che il campanello di casa suona. Mi precipito giù dalle scale, inciampando ovviamente, dicendo a mio fratello di non aprire e che è un mio compagno di classe che è venuto ad aiutarmi con i compiti.
«Tu darmi retta mai, eh?» rimprovero Marton appena apro la porta.
Il suo solito ghigno divertito si forma sulle sue labbra e mentre entra mi lascia un bacio sulla guancia. Appena entriamo in soggiorno l'espressione di Marton cambia radicalmente, ma cerco di non farci troppo caso.
«Demetri, questo è il mio compagno di cui ti parlavo, si chiama-»
«James Marton?» dice sconvolto mio fratello appena si volta a guardarlo.
«Demetri? Sei proprio tu?» gli risponde il ragazzo di fianco a me.
Resto con la bocca aperta continuando a fissare i due ragazzi confusi e sorpresi. Come fanno a conoscersi questi due? Cosa mi sono persa?
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•Game Of Feelings•
Teen FictionLei, Kristen Shane, 17 anni. Capelli castani, occhi azzurri, avventuriera, fantasiosa, ma allo stesso tempo molto timida. È la classica ragazza considerata "sfigata" solo perché non fa parte del gruppo delle ragazze popolari o delle cheerleader. Lui...