Capitolo 22

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Sono passati ormai diversi giorni da quando sono qui dentro e mi rendo conto di aver subito una trasformazione che credo sarà irreversibile. Mi sento segnata dentro per quello che ha passato e sta passando Filippo, ma ancor più per tutto quello che è successo con il Dott. Zini.

Via via che passa il tempo, sono sempre più consapevole che la Margherita che c'era prima, fuori da qui, non esiste più. Non esistono più i miei sogni di diciannovenne e tutto quello che prima reputavo importante: le uscite con le mie amiche, la scuola, l'esame di maturità che mi aspetta alla fine di quest'anno scolastico che sta per iniziare, i progetti per il futuro...sono pensieri così lontani, che sono completamente sfumati e divenuti quasi incolore e insapore, rispetto alle nuove priorità che si sono affacciate irrompendo prorompenti nella mia nuova vita.

So che quando uscirò da qui tornerò a vedere Cla e le altre ragazze, che ricomincerò a pensare a studiare per la maturità classica e che questo dovrebbe essere il mio primo obiettivo, ma è successo qualcosa di grande...ho capito che ci sono cose, nella vita, che hanno una priorità, a prescindere da quella che è la nostra volontà. E noi ci troviamo catapultati in questa nuova realtà, in cui ci scopriamo esserne personaggi ed interpreti, diretti da una regia che non è la nostra.

Stare vicino a Filippo, in questa sua avventura, mi ha fatto comprendere meglio anche mia madre e, forse, in parte, anche la scelta di mio padre di andarsene. Non ho mai capito perché, ad un certo punto, sia scomparso dalle nostre vite. E' accaduto, così, senza un apparente motivo, ma forse oggi finalmente comprendo ... non è facile vivere accanto a delle persone che hanno delle difficoltà e ci vuole carattere, temperamento, forza d'animo, fermezza, per scontrarsi quotidianamente con il loro dolore, un dolore che ti entra dentro e ti pervade fino ad impossessarsi completamente di te. E diventa paura per il presente, timore per il futuro, senso di inadeguatezza per affrontare, sostenere e supportare chi avrà bisogno di te ogni giorno, ogni ora ed ogni minuto della tua vita, ora e sempre .

E non credo neanche che sia stato per vigliaccheria che se ne è andato...semplicemente non ce l'ha fatta più...ha mollato. Forse è stato semplicemente un debole. Ma non credo che non ne abbia sofferto. Ha trovato una persona che gli ha fatto vedere cosa voglia dire vivere normalmente, senza dolore, senza paure e lui si è abbandonato a questo nuovo sentire...ma non me la sento più di criticarlo, perché non ho mai parlato con lui del perché l'abbia fatto. L'ho disprezzato perché era andato via...ma io, cosa avrei fatto e cosa farei al suo posto ?

Forse la mamma è stata semplicemente più forte, ma a quale prezzo ? Ha vissuto e vive per Filippo, ma non esiste più. Non esiste come donna, esiste solo in funzione dei suoi figli e negli anni si è completamente annullata fino a scomparire. Non dico che avrebbe dovuto abbandonarci anche lei, anzi le sono estremamente grata del sacrificio che ha fatto...mi dispiace solo che non sia stata una persona felice, che non abbia tolto qualcosa a noi per non privare di tutto se stessa, che non abbia voluto abbandonarsi all'amore, quando l'ha incontrato, sempre per non togliere qualcosa a noi.

E' vero che abbiamo avuto tante difficoltà, quando mio padre se n'è andato, ma oggi che mi trovo a scontrarmi contro tutti i miei principi, con i quali sono cresciuta, che mi ritrovo a stravolgere completamente il mio modo di pensare e di essere in funzione di ciò che provo per quest'uomo sposato che mi ha sconvolto la vita, mi chiedo chi sono per giudicare le scelte degli altri, io che ho sempre valutato le decisioni delle altre persone con il metro che mi hanno imposto fin da piccola, io che oggi mi sento inadeguata nel vestito che mi hanno cucito addosso.

Ho sempre pensato che non fosse corretto frequentare una persona sposata, rovinarne la famiglia, per quei principi religiosi con cui sono stata cresciuta ma, ora che è successo, non riesco ad uscirne e non voglio uscirne.

Non voglio un giorno guardare indietro e soffrire per non aver vissuto questo brivido che mi fa sentire viva.

"La metà di una bugia non fa la verità" canta Tiziano Ferro in una canzone che sta accompagnando le mie giornate qui, insieme a quelle di Elisa ed io non voglio vivere mentendo a me stessa, non voglio prendermi in giro. Per me non è facile combattere contro i miei principi, superare i miei preconcetti e pregiudizi, accantonare il senso colpa che provo per formazione mentale, pensando a mente fredda a questa situazione e alle implicazioni che possono derivarne.
Ma sento cosa provo quando io e lui ci troviamo nella stessa stanza, l'elettricità che si sprigiona dal nostro essere vicini, quando mi guarda negli occhi e tutto il mondo intorno scompare nel nulla.
L'attrazione per lui è una forza fisica e mentale così potente che cancella tutto il resto.
Lo so, è complicato, ma più mi dibatto per allontanarmi da lui, più mi trovo legata e coinvolta.
Quando siamo vicini e mi guarda fisso con i suoi magnetici occhi verdi, mi fa perdere totalmente in lui. Anche se non ho avuto molte esperienze prima d'ora, questa è veramente unica, per le emozioni che mi suscita.
Non ho mai desiderato tanto una persona, baciarla, toccarla, farci l'amore tutto il giorno e perdermici totalmente.
Ho voglia di sentirlo contro di me, respirare dentro i miei respiri ed entrare con forza e dolcezza in me. Voglio sentirlo muoversi sopra di me e accrescere il suo desiderio. E voglio vedere il suo viso trasformarsi per l'eccitazione, leggere nei suoi occhi la brama di farmi sua completamente, di farmi tremare, vibrare e contrarre sotto le sue mani, intorno al suo corpo, al suo essere uomo.
So che, se ci trovassimo soli in una stanza, non potrei più resistergli.
Ormai mi basta un suo sguardo.
Prima di venire qui e di incontrarlo, non avrei mai potuto credere possibile una cosa del genere. Mai.
È una sensazione incomprensibile per chi non l'abbia mai provata, perché io stessa non l'avrei creduta reale, prima di adesso.
Vivere in ospedale l'esperienza di Filippo ha reso fragili le mie difese mentali e ha fatto crollare tutto il castello costruito sui principi a cui ero stata educata. Qui in reparto si vive unicamente di emozioni e quando si inizia a vivere sentendo la necessità di esternare queste emozioni, non si può tornare più indietro.
Ancora non so dove mi porterà vivere questa storia. L'unica cosa che so è che voglio vivermela, con tutta me stessa. Ormai sono determinata.
Domani voglio parlare con lui.

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Un capitolo breve, ma emotivamente intenso e necessario per comprendere come si possa decidere di abbandonare il proprio bagaglio di principi, radicati da una vita, per vivere una vita fuori dai propri schemi mentali.
Un capitolo difficile, che ci porta al tanto atteso chiarimento.
Vi abbraccio forte, come al solito.
A presto con il capitolo 23

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