Capitolo 23

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"Ho bisogno di parlarti" scrivo al Dott. Zini, ma vedo che è offline da diverso tempo.
"Strano" penso "di solito si collega spesso, salvo quando va in sala e non mi pare che oggi operi"...sto ancora riflettendoci sopra, con il cellulare in mano, quando noto una donna parlare con il Dott. Simone, vicino al bancone.
È molto alta, non troppo longilinea, con i capelli lisci, neri, raccolti in una coda e trattenuti da un fiocco di raso color salmone.
Ha un tailleur giacca pantaloni, della stessa tonalità del fiocco e parla abbastanza concitatamente con il collega del Dott. Zini.
"Quindi, Grazia, lui come sta?" chiede il Dott. Simone.
"In realtà gli è andata bene, anche se stanno ancora finendo di fargli degli esami...ma il suo dispiacere maggiore è di aver distrutto la moto" risponde lei, aggiungendo "la macchina è spuntata all'improvviso tagliandogli la strada e lui non ha fatto in tempo né a frenare, né a scansarla...l'ha presa in pieno sulla fiancata con la moto, che è finita a terra mentre lui è volato oltre la macchina, cadendo sull'asfalto di schiena...per fortuna aveva la giacca con le protezioni. Ora torno da lui, ma vi tengo informati".
"Grazie, dai un abbraccio a tuo marito da parte nostra" conclude il Dott. Simone, dandole un bacio sulla guancia.
"È lui...ha avuto un incidente...e lei è la moglie..." penso impietrita e mi cade il cellulare di mano, rimbalzando sul pavimento...
Si voltano entrambi a guardarmi ed io mi affretto a raccoglierlo e ad andarmene.
"Proprio non mi ci vogliono altre complicazioni" penso.
Torno in camera e devo avere un'espressione visibilmente turbata, perché come apro la porta tutti si voltano a guardarmi con aria interrogativa.
"Credo che il Dott. Zini abbia avuto un incidente con la moto, ma non so molto...ne parlavano prima di là al bancone" comunico senza altro aggiungere.
Nella mente mi si accavallano così tanti pensieri che non riesco ad elaborarli.
Prendo il cellulare e gli scrivo: "Ho saputo. Come stai?" ed invio, salvo pentirmi subito dopo..."e se il messaggio lo legge la moglie?" penso "...cavolo, non sono abituata a stare attenta a queste cose...è piuttosto stressante...e poi non so se sono in grado di gestire una relazione così".
Ora si è aggiunto anche questo ulteriore pensiero, a quelli che già avevo.
Il tempo scorre lentissimo oggi e non faccio che prendere il cellulare in mano per vedere se ho messaggi da parte sua...niente.
Almeno noto che nessuno ha letto i miei due, cosa che mi rincuora non poco.
Finalmente appare la spunta della lettura e, quasi subito, un messaggio sintetico "Benino" con il pollice in su affiancato.
"Meno male" penso "...certo che se scrivesse un po' di più non mi dispiacerebbe affatto. Magari non può o chissà...con lui sono sempre in forse su tutto".
Avrei voglia di parlarci, ma non posso certo chiamarlo.
Mi sono incastrata in una situazione che non mi piace affatto. Non posso fare niente e se faccio qualcosa ho paura di sbagliare...Non so se e quanto riuscirò ad andare avanti in questo modo. E non so neanche se riuscirò a farmi bastare il poco tempo che può darmi. Io di solito sono una persona solare, trasparente, sincera, libera e mi ritrovo a dover mentire, dover aspettare, dover stare alle sue regole...è tutto così difficile...almeno non vederlo per un po' mi servirà a mettere una distanza tra noi e a pensare meglio.
"Posso chiamarti?" gli scrivo ed invio. Di nuovo mi pento..."Perché gli ho scritto ancora? Proprio non dovevo. Questa è l'occasione per non sentirlo e riflettere ed io che faccio? Lo cerco" penso e mi sento proprio una stupida.
"Quest'uomo mi manda completamente in confusione come mai nessuno, prima d'ora" rifletto sconsolata.
Guardo il cellulare.
Nessuna risposta.
"Che palle...sarà sempre così? Io che lo cerco e lui che mi scansa ? Non la posso mica reggere una situazione in questo modo?" penso con il cuore e la mente in subbuglio.
Bip. Messaggio. "No. Ti chiamo io".
La tentazione più forte è di prendere il cellulare e cancellare il suo numero di telefono.
Basta. Stacco il telefono, tanto se la mamma o Cla vogliono cercarmi possono chiamarmi sul telefono di Filippo.
"Vado a trovare Jo, ok Filo?" gli chiedo e visto che non ci sono problemi vado in camera di Jo.
"Sei vestito?" dico scherzando, entrando in camera di Jo.
"No. Entra pure...ti aspettavo" risponde ridendo.
Ed io: "Cretino".
Lui: "Ma se hai cominciato tu...".
"A parte gli scherzi" gli chiedo "come stai?".
"A parte gli scherzi" risponde "abbastanza male, grazie" e fa una smorfia di dolore cercando di sistemarsi nel letto.
"Devo alzartelo, abbassartelo o farti qualcos'altro?" gli chiedo dirigendomi al telecomando del letto.
Mi guarda fingendo un'aria interrogativa "Caspita che assistenza, in questo Ospedale...se lo sapevo mi facevo operare prima...mi dispiace...ma... il dottore mi ha detto niente attività sessuali per adesso..." mi canzona.
"Ma che grandissimo stronzo che sei...io ti volevo sistemare il letto e non posso neanche picchiarti, perché hai la ferita fresca..." replico minacciandolo con un giornale.
"Pure dominatrice, sei? Interessante..." mi dice con aria ammiccante.
"Dai, basta...." e arrossisco.
E lui: "Sei arrossita...allora è vero".
"Ora vado via davvero, se non smetti subito" gli comunico secca.
"Ok, ok....permalosa...la smetto" mi dice prendendomi la mano.
E mi fa sentire come se lo stesso gesto lo avesse fatto Filippo.
Mi siedo direttamente sul letto accanto a lui e non mi accorgo che passiamo oltre un'ora a chiacchierare e a ridere, così come non mi accorgo di due occhi verdi che ci guardano dal corridoio, attraverso la finestra della stanza.
"Ora vado da Filippo, però torno a trovarti presto, Jo" gli dico uscendo e aggiungo seria "vuoi che ti faccia qualcosa prima di andare via?".
Ma ho già colto cosa sta per rispondermi e lo interrompo in tempo: "A parte le solite cose sessuali, che se vuoi te le fai fare da qualcun'altra o te le fai da te..." e sorrido soddisfatta di averlo anticipato.
Lui sghignazza: "Ehi, ma tu hai la fissa davvero...io volevo chiederti se, uscendo, mi accendevi la tv..." e non smette di ridere un momento.
"Certamente" dico tornando seria. Accendo la tv e vado alla porta.
Ma prima di andarmene, gli dico "buona notte" e gli faccio la linguaccia.
Lui ride: "Ciao Matta...torna che ti aspetto".
Questo ragazzo mi fa un effetto positivo; mi mette di buon umore. Mi ci voleva quest'ora di spensieratezza: ha fatto entrare un po' di sole tra le tenebre create da tutti i problemi che mi affliggono.
Tornata in camera da Filippo riaccendo il cellulare. Lo guardo sorpresa e non riesco a capacitarmi di quello che leggo: cinque chiamate perse del Dott. Zini.
"Ti sta bene. Ora aspetti un po' tu" penso soddisfatta. Ma Filippo interrompe i miei pensieri: "L'hai visto il dottore?".
"Quale dottore?" chiedo.
"Come quale dottore...il Dott. Zini...è venuto a cercarti" dice.
"A cercare me?" chiedo incredula.
"Si...ha chiesto proprio di te e l'ho mandato in camera da Jo...non l'hai visto?" domanda Filippo.
"No, non si è visto" rispondo incerta.
"Poveretto...zoppicava vistosamente...aveva un tutore alla gamba destra e la mano destra mi pareva un po' gonfia...meno male che è mancino, altrimenti rischiavamo di perderci le sue mani d'oro" mi dice.
"Guarda che al chirurgo le mani servono entrambe....Non può mica operare con una mano sola?" replico.
E Filo: "Si, ma può sempre stare di spalle a un altro operatore e dirgli cosa fare".
"Si, ok. Fa il suggeritore...Lui è bravo a usare le sue mani" e mi accaloro un po' troppo per questa storia, perché Filippo e Monica mi guardano con aria interrogativa.
Filippo ridacchia.
"Torno subito" comunico e vado a cercarlo. Niente.
Mi riaffaccio anche da Jo: "Ciao, scusa...mica hai visto Zini?"
"Ora no. Prima si" risponde senza distogliere lo sguardo da una partita di basket alla tv.
"Prima quando, scusa..." chiedo.
Lui incantato alla tv, non risponde.
"Prima quando?" urlo e gli spengo la tv.
"Ma sei matta davvero? Stavo guardando....era una partita importante" protesta.
"Prima quando?" piagnucolo.
"Prima. Quando eri qui con me" risponde serio.
"E perché non mi hai detto niente?" chiedo scossa.
"Non credevo ci tenessi così tanto...ci stavamo divertendo e lui ci guardava dal corridoio" mi dice.
Mi si riempiono inspiegabilmente gli occhi di lacrime e me ne vado per non piangere davanti a Jo.
"Ti ho fatto un favore grande e tu non te ne rendi conto, dolcissima Matta" dice, senza che io possa sentirlo, perché sono già lontana.
Si è fatto buio ed io ho solo voglia di piangere. Esco fuori e vado a sedermi vicino al rosmarino, nel Giardino degli Aromi. Piango e ho freddo.
Le lacrime scendono sulle mie guance senza sosta e sento nel mio cuore una tristezza grande, intensa, profonda, dolorosa.
Poi due mani, all'improvviso, mi prendono il viso e sento le sue labbra sulle mie. Ne riconosco il calore, la morbidezza, la dolcezza.
La sua lingua accarezza la mia, in questo bacio tenero e pieno di sentimento.
Non ho più freddo, perché adesso lui è con me.
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Due giorni in cui sono stata fisicamente e psicologicamente male, mi hanno fatto provare rabbia anche verso alcuni personaggi di questa storia...ma si può sempre fare pace, quando c'è la volontà...con tutti...anche con dei personaggi immaginari...
Un ringraziamento particolare a Beatrice e Riccardo, che hanno contribuito a creare la giusta atmosfera per far nascere anche questo Cap.23.
Vi abbraccio tutti, virtualmente e fisicamente, come sempre.
A presto con il Cap.24.

MAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora