Capitolo 52 ✔️

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È mattina. Ieri Tobias mi ha tenuto compagnia fino a quando non mi sono addormentata.
Ora non c'è, sicuramente sarà ritornato al dormitorio a dormire un po' o a farsi una doccia. Tubi attaccati non ne ho, me li avranno tolti mentre dormivo, perciò finalmente ho più libertà di muovermi.
Piano piano mi alzo, dolorante e ammaccata, mi trascino verso un sacchetto che trovo a terra. Dentro c'è un biglietto con scritto in calligrafia disordinata.

Ti ho procurato dei vestiti, non sono il massimo, ma sono alla moda. Quando hai finito vieni da me che ti trucco, okay? Non accetto un no come risposta, hai delle brutte occhiaie da togliere, Tris

Sorrido. Christina, chi se no? Rovisto nel sacchetto e trovo un paio di leggins neri, un top aderente nero e una giacca di pelle. Inutile dire che anche le scarpe sono nere. Vado nel bagno dell'ospedale con il cambio, lo appoggio ad una panca lì vicino, mi spoglio ed entro in una delle piccole docce. Faccio scorrere l'acqua sul mio corpo fino a che non sento la pelle scottare. Solo allora mi lavo ed esco. Mi cambio e mi guardo allo specchio che si trova in questo piccolo bagno. Guardandomi noto che Christina ha scelto bene i miei vestiti. È tutto in nero, abitudine di noi Intrepidi, e... Intrepidi. Posso davvero dire di essere una di loro? Siamo fuori Chicago ora, ma vale la stessa cosa al di fuori? Ci si puó chiamare così, oltrettutto, sapendo di essere una Divergente o meglio un GP? Mi assale un ulteriore senso di colpa. Perché mentre io sono qui a guardarmi allo specchio, là dentro si stanno accanendo per il potere perché non li abbiamo lasciati morire con quel siero. Mi tiro uno schiaffo. Io non ho nessun diritto di vita o di morte su di loro. E sento qualcuno parlare. 'Perché ti picchi? Stai benissimo'. Mi giro e vedo Christina sorridere. È cambiata molto in questi ultimi mesi. I suoi capelli sono lunghi e le incorniciano il viso olivastro accendendole il sorriso. Sì è alzata ulteriormente e ora è più alta di me di una spanna abbondante. Contraccambio con un sorriso forzato. Credo che anche lei intuisca che c'è qualcosa che non va, ma se lo sa non dice niente. Batte le mani e mantenendo l'allegria estrae dalla tasca posteriore una trousse. 'Ora vieni che ci sistemiamo' dice Chris con il suo sorriso contagioso. Fa per avvicinarsi ma la fermo. Sbuffa. 'Tris guardati, non hai un bell'aspetto, fatti dare una sistemata ti prego" mi supplica. "Chris, no.. Ho passato le pene dell'inferno, e non voglio dare l'impressione che non mi sia successo niente". Mi schiarisco la voce perché anche per me è difficile dirlo. "Ho rischiato la vita. Due volte. Voglio portare questi segni" e mi indico il viso "cone ricordo dell'accaduto. Per ricordarmi di non farlo mai più" e mentre faccio scorrere le parole mi rendo conto di quanto questo sia così vero. Christina non ribatte, si avvicina e mi abbraccia. Leggermente stordita , ricambio.
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Uscite dalla camera seguo Chris lungo i tortuosi corridoi grigi e ci fermiamo in una stanza larga che una volta probabilmente era la sala operatoria. Ci hanno posto delle cuccette per dormirci. Non è granché ma va bene. Per ora. Vedo Tobias che sta parlando con Zeke e sembra molto serio. Faccio un cenno a Chris e ci avviciniamo. "...non lo so, te l'ho detto Zeke, ah, buongiorno Tris'. Tobias si avvicina mi da un bacio veloce sulle labbra e mi prende per mano accompagnandomi al suo posto. Mi fa sedere sulle sue gambe. "'Giorno. Di cosa stavate parlando?" chiedo con le guance in fiamme per quella sua dimostrazione d'affetto in pubblico. È da un po' di tempo che va avanti così, ma non ci sono ancora abituata. "Vogliamo tornare a Chicago per sistemare le cose"

Tracce di Libertà [ Allegiant Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora