Capitolo 53 ✔️

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"Stai scherzando vero?" chiedo con gli occhi sbarrati in direzione di Tobias. "Mai stato più serio Tris, sai benissimo che là dentro c'é il caos, e se non abbiamo permesso che vengano uccisi, ci sarà un motivo" ribatte Tobias. Ha le sopracciglia aggrottate e i suoi occhi sono blu scuro, segno che non sta semplicemente bluffando. "E poi.." continua Zeke vicino a noi "dov'è finito il tuo lato abnegante Tris?" scherza. "Zeke.." lo ammonisce Chris. Mi giro verso di lui e gli lancio uno sguardo freddo. "Probabilmente lo ha ucciso il siero" gli rispondo a tono. Tobias sbarra gli occhi e fa' per parlare ma lo fermo. "Non ho finito. Là dentro bramano la mia testa, la tua, e la loro. Non vorrano mai calmarsi, soprattutto se ad imporglierlo sono stati dei disertori che sono scappati fuori dai cancelli. Tobias, non si tratta di lato abnegante, intrepido o che altro. Tornare là dentro è un suicidio". Ho le lacrime agli occhi e le guance infiammate. Tobias mi scruta e il suo sguardo si addolcisce. Si morde il labbro e mi fa segno di avvicinarmi. Incerta ritorno al mio posto, lui mi cinge i fianchi e mi spiega." Tris, non voglio più immischiarmi nei loro affari, ma alcuni di noi hanno dei parenti da riportare indietro. Tu tutta la tua famiglia ce l'hai qui - e mi tocca il petto all'altezza del cuore - e lo scarto di lì" - e indica Caleb infondo alla sala, rannicchiato che dorme. "Di certo non voglio riallacciare i rapporti con Evelyn, ma Zeke e Christina hanno i propri familiari in quel caos." Mi fa girare verso di lui e aggiunge sussurrando "Ti amo Tris, so cosa significherebbe per te ritornare là dentro. Non mi piace l'idea, ma sii per un ultima volta un Abnegante, per i tuoi amici, per me". È solo quando rilasso la mascella che capisco quanto davvero non desidero andare a Chicago. Ma se questo serve a non sentirne più parlare , ci tornerò un ultima volta. Mi avvicino a Tobias per baciarlo e sento dietro di me qualcuno che simula una conato di vomito. Gli dò un leggero bacio sulle labbra e sorridendo tiro un cuscino alle mie spalle in direzione di Christina. E tutti si mettono a ridere. Sono sicura di tutte le scelte che ho fatto, e ripercorrerei tutto da capo pur di avere un po' di pace e bei momenti come questi. Zeke a suo dispiacere interrompe il bel momento con una domanda. "Allora siamo d'accordo? Si ritorna a Chicago?" A malincuore annuisco e vedo farlo anche Chris e Tobias. Poi facciamo avvicinare i superstiti e ci mettiamo tutti in cerchio. Tobias parla per primo. "La decisione è stata presa : si torna a Chicago. Un solo gruppo tornerà mentre un altro distrae le guardie ai cancelli" volge il suo sguardo verso di me, da quando ha portato al coma Uriah scegliendo di allearsi con i GD mi consulta in ogni sua scelta. Forse perché ho un lato Erudita, o forse perché sono la sua ragazza, non lo so. Ma se si consulta con me vuol dire che allora c'è fiducia tra noi due, e a me sta bene. Mi guardo intorno, di noi siamo rimasti solo io, Tobias, Christina, Zeke, Shauna, Uriah, Peter e Caleb. Ma se di due di noi non mi fido, e altri due sono impotenti nei loro movimenti come facciamo? C'è Matthew, ma è un po' come un Erudito, non è in grado di andare in missione. Siamo troppo pochi per portare a termine una qualunque impresa. Forse a Chicago è rimasto qualche Alleante, ma siamo comunque troppo pochi in confronto a tutti gli Esclusi di Evelyn. Mi schiarisco la voce. "Voglio essere sincera, l'impresa non verrà mai portata a termine se siamo così in pochi" guardo Tobias ma lui sta fissando il vuoto come se avesse capito la situazione. "Le armi questa volta non sono la soluzione. Non finché non troveremo degli alleati all'interno. Dovremo giocare d'astuzia e d'intelligenza" continuo. "Ma non è un gioc" fa per dire Peter ma lo fermo con un gesto della mano. Quanto è irritante. "Era una metafora. Inoltre è meglio non dividerci troppo. Faremo dei gruppi, ma meglio restare nellle vicinanze, tra di noi. Non so se mi sono spiegata..." guardo gli altri e Tobias prende la parola. "Non è male come piano. Ora dobbiamo solo trovare il modo di metterlo in atto" lui mi guarda e mi prende la mano sorridendomi. Ricambio il sorriso e guardo in direzione di Matthew. "Tu saresti capace di inviare un messaggio agli Alleanti in modo da entrare con il loro supporto?" gli chiedo. Alza lo sguardo verso di me, ma non mi sta realmente guardando. Sta creando uno schema, pensando ad un modo per farci entrare. Lo so, perché capita anche a me. Matthew non è vile, è solo che è più portato per i computer che per le pistole e mi dispiace perché non è tanto fragile quanto sembra. Dopo qualche minuto risponde. "Non credo di poter mandare un messaggio diretto agli Alleanti visto che non ho informatori che arrivano fino a quel punto della città, ma potremmo mandare un messaggio in codice". I suoi occhi luccicano. Ma non come quelli di Janine, non hanno cattiveria, è solo orgoglio. "Ma se hai appena detto che non hai informatori da quelle parti, come fai a mandare un messaggio in codice?" chiede Caleb fingendo di essere annoiato. So che non lo è, lui ama queste cose. "Ci penso io, non vi preoccupate" dice Matthew con un sorriso stampato in viso.

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