Prologo

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Guardai il piccolo appartamento, troppo piccolo per tutte le mie cose, questo era certo...Sospirai e mi buttai sul divano, mezzo rotto. Guardo il mio cellulare, nessuna chiamata, nessun messaggio, i miei genitori non mi cercavano, non mi volevano. Sospirai e mi alzai dal divano. Mi avviai alla porta. E l'aprii, in quell'istante stava uscendo il mio vicino di casa, vestito con una felpa grigia, col cappuccio, che gli copriva il viso, dei jeans sgualciti, e delle scarpe vecchie e pieni di buchi. Niente di anormale per essere in uno dei quartieri più poveri del Bronx. Il mio abbigliamento, era strano. Vestita interamente con abiti firmati. Lo guardai, aveva qualcosa che attirava la mia attenzione. Alzò lo sguardo. Aveva degli occhi incredibilmente attraenti, nonostante la visuale poco adatta. La luce che non illuminava nulla, ed il fatto che indossasse il cappuccio. Mi squadrò, lo notai. Mi piaceva quando gli uomini si mettevano a scrutarmi. Mi misi in posa, senza accorgermene. Poi riportò lo sguardo sui miei occhi. -Lei deve essere la mia nuova vicina- Constatò. Faccio cenno di si con la testa. Si toglie il cappuccio, rivelando dei capelli rasati, ed il bellissimo color verde foresta dei suoi occhi. Mi mordo il labbro, ho sempre amato quel colore d'occhi. Anche se non li avevo mai visti dal vivo. Sospirai, catturata dal suo sguardo. -Mi chiamo Mariana, ma tutti mi dicono Lali- Gli tesi la mano. Era sudata. Ero nervosa. Possibile? Ero abituata ai ragazzi, ma forse non così. Lui sorrise, e prese la mano. Aveva una stretta decisa e forte, una mano grande, che chiuse la mia. Aveva le mani screpolate, constatai. -Io sono Peter- Disse, il suo timbro di voce, era come la sua stretta di mano. Decisa e forte, ma anche calda. Le miei guance si colorarono di un leggero rossore, non ero mai stata timida, ma accanto a lui mi sentivo strana. Lui non sembrava aver intenzione di lasciare andare la mia mano, mi sorrideva ancora in modo strano. -Peter, vieni!- Disse qualcuno comparendo sull'ultimo scalinata. Ci girammo entrambi verso la voce. Era un ragazzo, alto e robusto, fermo sulle scale, in compagnia di una ragazza, una finta bionda che mi scrutava. Entrambi mi stavano fissando, mi stavano studiando, lo si capiva. Non gli piacevo. -Chi è lei?- Chiese la ragazza. Lui mi guardò un altro momento, poi riportò lo sguardo sugli altri due, mi lasciò la mano e gli si avvicinò. -Nessuno- Disse mettendo un braccio in torno alla vita della ragazza -La mia nuova vicina di casa- Continuò, mentre scendevano le scale. Mi diedi uno schiaffo mentale, e rientrai nel mio appartamento, pronta per una lettura intensificata.      

Laliter La paura d'amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora