Capitolo 5

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Sospiro. Mi guardo di nuovo allo specchio, non capisco su chi voglio fare colpo, dato che mi sto preparando da due ore, non era mai successo. Non ero mai stata così intrigata ed interessata ad un ragazzo, non avevo mai sentito le farfalle nello stomaco, ne quella voglia di stargli sempre accanto, di diventare vulnerabile, e a percepire il suo sguardo, a riconoscere la sua risata...Era così dolce e allo stesso tempo profonda. Non conoscevo così tanto di lui, lo dovevo ammettere. Non sapevo nemmeno se avesse un secondo nome. Glielo avrei potuto chiedere a Rochi, però non era il caso, non volevo che capisse che mi interessava suo fratello...Non so perché. Sospirai e mi sedetti di nuovo sul letto. Ma mi alzai quasi immediatamente, dato che sentii il campanello. Andai ad aprire e constatai che non ero l'unica ad essersi data da fare per apparire al meglio. Peter era in giacca e cravatta, il tutto gli stava piccolo, però faceva intravedere meglio i suoi muscolo. Mi accorsi soltanto quando parlai, che stavo trattenendo il fiato. -Da quant'è che aspetti?- Gli chiedo. Lui si guarda il polso, un orologio immaginario e dice -Una mezzo retta, forse più- Lo guardo male, e gli dico, dopo aver chiuso la porta -Sai, ci avrei messo di meno se avessi saputo dove andiamo- Lui scuote la testa e dice -Gli uomini devono avere i loro segreti- Lo fulmino con lo sguardo, ma non dico altro. Mi chiedo se non starò vestita troppo normale, lui si è preparato in quel modo così curato, ed io con jeans azzurri, maglietta a maniche corte, perché ancora fa caldo, e dei tacchi vertiginosamente alti. Una coda di cavallo alta. Ci fermiamo d'avanti ad un auto nera, più lussuosa del SUV. lui mi apre la portiera. Quando si siede in macchina mi spiega. -Mi sono fatto prestare quest'auto, per trattarti come tu devi essere trattata- Le mie guance si accendono di un rosso chiaro. Il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Sarà che mi sto innamorando. Sarà che è troppo bello e dolce per essere vero. Sarà che sto impazzendo. Ma mi sembra tutto un sogno, ed un incubo al tempo stesso. Peter mette in moto, e ci fermiamo in uno dei quartieri più lussuosi di New York. Dove ci sono i ristoranti più costosi, gli hotel più importanti ed i palazzi più imponenti. Entriamo in un ristorante, al quale non ho visto il titolo, ma mi sembra di esserci già stata e sicuramente è così, dopo tutto, quei posti erano dei miei preferiti, non per il cibo, per l'ambiente o la musica dal vivo, semplicemente perché si spendeva una fortuna. Prima che ci avviciniamo al tipetto delle ordinazioni sussurro nell'orecchio di Peter -Questo posto costa un occhio della testa ed un'intera colonna vertebrale- Lui mi lancia un occhiata divertita, mi fa un sorriso, di quelli che ti fanno innamorare e mi dice -Lo so, ma ho anche io i miei assi nella manica cara Lali- E si gira verso il tipetto delle ordinazioni, che mi lancia un occhiataccia, prima per il mio aspetto trasandato, e poi mi studia attentamente. -Lali Esposito- Esclama. Ed io vorrei essere morta. Poi sposta lo sguardo su Peter, che sembra più alto di una colonna portante. Lo studia, ma dato che non gli dice niente, riporta lo sguardo su di me -Ci sono la signorina Mary, il signorino Pablo ed altri dei suoi amici. E qui con loro?- Faccio cenno di no con la testa, ed indico Peter. -Sono qui con lui- Farfuglio. Lui fa cenno di si con la testa, e ritorna al suo lavoro. -Mi dispiace, ma se non avete prenotato...- Inizia a dire, ma Peter lo interrompe -Ma io ho prenotato. Al nome Lanzani- Lui controlla sulla lista, e quando si accorge che il suo nome c'è sulla lista, ci fa accompagnare al tavolo, che sfortunatamente era accanto a quello dei miei "amici". Spero che non mi riconoscano, e poi mi dico che sono cambiata. Tutta l'attenzione del locale, però è su di me, e non per il mio eccentrico abbigliamento, o per il mio bell'accompagnatore. Ma perché sono Lali Esposito, e lì sono "famosa". Mary si gira verso di me, si alza dalla sedia, mi sorride e mi viene a salutare, con due baci sulle guance. -Lali, da quanto- Dice, poi, abbracciandomi, e questo è strano per lei. Mi stacco quasi subito dall'abbraccio. -Non mi avevano detto che venivi anche tu, chi ti ha invitata? Agus, Gas, Pablo?- Faccio cenno di no con la testa. -Non sono qui con voi- Dico. Non riesco a guardarla negli occhi. Lei alza un sopracciglio e mi chiede -non sei qui per il mio compleanno?- "Il suo compleanno?" Accidenti, me lo ero scordato. Come sempre, con la testa bassa, scuoto la testa. Lei a la bocca a forma di "o". -Allora per cosa?- Chiede quasi sconvolta. Guardo Peter, e lei segue il mio sguardo. -Ah, un appuntamento galante. Allora sei perdonata- E mi fa l'occhiolino. Le miei guance si colorano di un rosso acceso. Pablo si girò verso di me, ed anche lui mi notò, mi sorrise e si alzò, insieme a Gas e ad Agus. Si avvicinarono. -Lali. Che bella sorpresa- Disse, e tentò di baciarmi sulla bocca, ma mi scostai. -Scusate- Disse Peter, intervenendo. -No, non vogliamo ordinare niente. Puoi andare- Disse Agus, con un sorriso da re del mondo disegnato sulle labbra. Peter gli lanciò un occhiataccia. -Agus, Peter non è un cameriere, è il mio appuntamento- Lo richiamai. I ragazzi puntarono lo sguardo su di me, increduli. -Questo scimmione?- Chiese Gas. Lo guardai male. Sapevo che Peter si stava innervosendo, quindi intervenii. -Scusate, ma sto morendo di fame. Quindi voi tornate alla vostra festa, scusa Mary. Che io torno al mio appuntamento- Loro se ne andarono, ed io mi ritrovai da "sola" con Peter. Le farfalle nel mio stomaco, ripreserò a svolazzare libere. 

"Scusate, so che è da tanto che non posto, in tutte le storie, ma sono stata impegnata, e non avevo più ispirazione, ma da oggi ritorno attiva, in tutte le storie. Scusate di nuovo e Buon Natale a tutte/i <3"





Laliter La paura d'amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora