Narra Lali:
Uscimmo dalla macchina, un omone grosso dietro di me che mi spingeva, sentii qualcosa che cadeva. -Sta attenta bambolina, non vogliamo tu ti faccia male- disse una delle guardie. -Ragazze, state bene?- domandai, anche se sapevo che non potevano rispondermi. Sentii dei mormori, cercavano di parlare, ma non ci riuscivano, però sembrava che stessero bene. -Non preoccuparti per le tue amiche- disse la guardia che mi continuava a spingere perché andassi avanti -Non è ancora giunta la vostra ora- disse -se fossi in te, ne sarei almeno un po' felice- mi consigliò. Ma io non potevo essere felice, non sapendo che presto sarei morta, insieme alle mie migliori amiche e quasi sicuramente insieme a Peter. L'aria fredda mi pungeva la pelle nuda, e la leggera pioggia cadeva sul mio corpo, mi appiattava i capelli, in quel momento piansi, in silenzio, in modo che le lacrime si mischiassero con la pioggia, in modo che nessuno lo notasse. Entrammo in luogo, non so bene dove, credo un magazzino, odorava di benzina, olio di motore e gomme. Mi fecero sedere su una sedia e mi tolsero la benda, le mie amiche erano sedute accanto a me, anche loro senza più benda sugli occhi e sulla bocca. Le guardai, imprimendomi nella memoria i loro visi spaventati, pieni di lacrime e trucco sciolto. Cande aveva i capelli pieni di foglie e fango, anche le guance ed i vestiti erano sporchi di fango, doveva essere stata lei a cadere. Non riuscivo a vederle bene perché era tutto buio, ma riuscivo a distinguerle una dall'altra. -Aiuto!- gridò Cande con tutto il fiato che aveva in gola. Gli scagnozzi risero di gusto. -Grida pure finché vuoi, tanto nessuno ti sentirà mai- disse Six, entrando, scuotendo l'ombrello per togliere la pioggia. Prese un cellulare dalla tasca della giacca, era il mio cellulare, andò nella rubrica e prese un numero, si inginocchiò di fronte a me e mi disse -Ora chiameremo Peter, io ti dirò la direzione di questo posto, e lo farai venire qui. Gli dirai che sei scappata, che qualcuno ti ha seguito e che sei molto spaventata, gli dirai pure che deve sbrigarsi. Intesi?- disse. Io lo guardai negli occhi, lo odiavo, non c'era un altro modo per definire il sentimento che provavo nei suoi confronti, era puro odio. Per tutta risposta alle sue parole gli sputai in faccia e scossi decisa la testa. Lui si pulì il viso con un fazzoletto di seta bianca e si alzò in piedi. -Molto stupido da parte tua- mi disse. -So che vuoi tendergli una trappola, ci ucciderai, lui verrà qui e sarà incolpato dei crimini che tu hai commesso. Quindi sai che ti dico? Preferisco che ci uccida tutte ora, piuttosto che far finire una persona innocente in prigione- dissi, e per dire quella frase dovetti riunire tutto il mio coraggio. Avevo paura, chi non ne avrebbe avuta in una situazione simile? Ma non potevo certo chiamare Peter e farlo finire, dopo non gli saremmo più servite e ci avrebbe uccise, tutte e quattro, incolpando Peter dei suoi crimini. -Innocente? Mia cara non so chi Peter ti ha detto di essere, ma di innocente non ha nulla- disse Six. -Potrà essere che mio fratello non sia la persona più innocente del mondo, ma non è un criminale- disse Rochi -Peter è una persona che ha sbagliato molto, ma ha già pagato a suficenza per i suoi errori. è il tuo momento di redimerti- disse. Lui la guardò e rise. -Molto divertenti, realmente molto divertenti tutte e quattro, sarà un dispiacere uccidervi- disse. -Non farlo- gli propose Euge. -Che incredule, credete che io abbia un cuore, che vi lascerò andare, cercate di farmi credere nell'amore e volete che paghi per i miei peccati. Ah le adolescenti...avete visto troppi film strappa lacrime, per i miei gusti- disse. -Signore- era una delle guardie. -Abbiamo trovato tre intrusi che provavano ad entrare- disse. Gli occhi di Six si illuminarono, come un bambino che apre un regalo nuovo. -Fra loro tre ci sono Lanzani e/o Riera?- domandò, io trattenni il respiro in attesa della risposta. La guardia scosse il capo, Six parve deluso, ed io sospirai di sollievo e ripresi a respirare normalmente. -Portateli dentro- disse Six, annoiato. Sia io che Six ci stupimmo a vedere Pablo, Agustin e Gaston entrare. -Oh, cari miei, in che guai vi siete cacciati- disse, spostando lo sguardo da uno all'altro. -No, tu sarai nei guai quando la polizia scopra quello che stai facendo- disse Gas. Lui per tutta risposta rise. -Credi di passarla liscia?- chiese Agustin. -Oh no, io so che la passerò liscia, la polizia non può farmi nulla, mio padre è troppo potente perché io possa finire in prigione. Io vincerò- disse. -Io non ne sarei così sicuro- disse una voce conosciuta nell'oscurità. -La morte è l'unico modo in cui tu potrai porre fine ai tuoi peccati, arrenditi Six, liberali e forse ti risparmierò la vita- dei passi risuonarono nel magazzino. -Oh, ben arrivato, ti stavamo aspettando- disse Six, girandosi verso dove proveniva la voce. L'interlocutore uscì allo scoperto, Peter aveva la faccia sporca di sangue e piena di lividi, la maglia bianca tinta rossa dal sangue, il sangue secco che gli scendeva dal collo e si inoltrava nella maglia, i capelli spettinati e pieni di terra. Lo guardai e sorrisi, non importava come finiva quella storia, l'importante per me era che avevo rivisto Peter, forse per l'ultima volta nella vita.
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Laliter La paura d'amare
FanfictionNel Bronx ci sono molte bande rivali. Che si sfidano per la vendita di armi e droga. Peter è uno dei capi delle bande più importanti. Lui, coi suoi muscoli ed i suoi tatuaggi fa paura a chiunque, nemici, ed amici compresi, anche se realmente non ne...