Capitolo 6

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-Allora, cosa vuoi ordinare?- Chiede Peter, guardando il menù. Noto la sua faccia, ed intendo che non riesce a capire nulla di ciò che è scritto sul menù, dato che è tutto scritto in francese. Io poso il menù e gli dico -Se vuoi posso darti una mano- Lui scuote la testa, e mi fa un sorriso, che mi fa andare all'impazzata il cuore. -Non serve- Dice, nello stesso istante in cui arriva il cameriere. -Avete deciso cosa ordinare?- Chiede, ponendo la domanda a Peter. Io dico -Si. Due ratatouille, due gratin dauphinois, e due fette di quinche- Il cameriere annottò tutto e si ritirò.Peter mi guardò male e mi disse -Guarda che potevo farcela- Io gli presi la mano che teneva sul tavolo, lui posò lo sguardo sulle nostre mani unite, io feci lo stesso. -Scusami- Gli dico. Lui riporta lo sguardo nel mio. Io mi perdo nei suoi occhi, verde chiaro, come una foresta, sorrido come un ebete. -Non è colpa tua, io non capisco niente del francese, quindi grazie- Le miei guance si colorano leggermente di rosso, e cerco di nasconderlo, bevendo un sorso d'acqua. -Io vado in bagno- Gli dico, mi alzo, e mi dirigo verso il bagno, ma prima di arrivarci, compare Pablo, mi prende per un braccio e mi mette con le spalle contro il muro. -Adesso spiegami che ci fai qui con quel perdente- Lo sguardo che ha mi fa paura. -Lasciami andare- Dico, lui non mi da retta, e stringe di più la presa sul mio braccio. Mi fa malissimo. -Rispondi- Esige. -Lasciami in pace- Gli dico, e cerco di mantenere un tono duro, ma ho paura, Pablo mi fa paura. Lo ho sempre considerato un amico, anche se a lui sono sempre piaciuta, più di un amica, ma non gli ho mai voluto dare una possibilità. -Prima rispondimi, dove sei andata? Che ti è successo? Perché sei qui con lui?- Cerco di liberarmi, inutilmente, dato che lui è più forte di me, così mi arrendo e gli rispondo -Sono qui con Peter perché mi piace- Lui mi guarda male, scuote la testa e facendo una risata amara dice -Non è possibile, lui è una nullità, tu ti meriti il meglio del meglio- Scuoto la testa e dico -E saresti tu il meglio?- Chiede una voce profonda dietro di lui. Riesco a vedere Peter. Pablo, finalmente, mi libera e si gira verso di lui. -Be, certamente non sei tu- Gli dice spintonandolo. Pablo e Peter sono quasi alti uguali, e sono entrambi muscolosi, ma anche se Pablo lo ha spinto con forza, Peter non si è mosso nemmeno di un millimetro. -Su questo hai ragione, Lali si merita il meglio del meglio, e quello non sono io, ma nemmeno tu. Io però, in confronto a te, non mi abbasso a tali metodi per farmi notare, io gli sto dando tutto ciò che ho, tu le stai dando fastidio- Pablo si innervosisce a tal punto da dargli un pugno in faccia. A quel punto intervengono dei camerieri, che bloccano Peter dalle spalle e si mettono davanti a Pablo, come a cercare di proteggerlo. "Come se fosse Peter il cattivo" Mi dico. Sospiro. Arriva un tipetto basso e con un tupe in testa. -Signor Lanzani, è pregato di andarsene- Peter si libera dai due tizzi che lo trattengono, e si gira verso di me, anche Pablo fa lo stesso e mi dice -Se vuoi puoi rimanere, possiamo aggiungere un posto a tavola- Scuoto la testa, Pablo non è per niente contento di questo, incrocio il mio sguardo con quello di Peter e dico -Sono venuta qui con Peter e me ne vado con Peter- Lui mi sorride. Usciamo. Le nostre ordinazioni erano state annullate. 

Mi trovo nell'auto di Peter, dopo che ci hanno cacciato dal locale, sono soltanto le 20 e 30 e non mi andava di tornare a casa, volevo rimanere ancora con lui. -Allora, principessa, dove si va?- Mi chiede lui, accendendo il motore. Giro la testa verso di lui e gli dico -Tu sai molto su di me, ma io niente su di te, perché non mi porti in un luogo che ti piace?- Lui sorride, e parte. Non so dove stiamo andando, ma non mi importa, se sto con Peter ogni luogo mi va bene, perché con lui non sento di aver perso qualcosa, mi sento completa, più sicura di me, perché con lui mi sento al sicuro, perché lui fa battere il mio cuore, è l'unica ragione per cui vado avanti, per cui respiro, perché se non ci fosse lui, io forse non sarei mai più felice...

Ci fermiamo d'avanti una pizzeria, vicino casa nostra. Peter esce dalla macchina, e come un cavaliere, mi apre la portiera, e mi porge la mano, per farmi uscire. Sorrido. Entriamo nella pizzeria, e ci sediamo ad un tavolo, non è molto piena, oltre, noi siamo gli unici clienti, insieme ad una coppia di anziani, e a un uomo pelato seduto più lontano da tutti, con in mano un grosso boccale di birra, pieno fino all'orlo. -Questa è una delle pizzerie migliori, costa poco, ed è poco conosciuta- Mi dice Peter, sorridendomi. Arriva un cameriere, Peter ordina per se una pizza quattro stagioni, io ordino una pizza vegeteriana. La pizza ci viene servita poco dopo, e dopo averla assaggiata, do ragione a Peter, è la migliore pizza che abbia mai mangiato. Peter, però non mangia, ed io mi preoccupo. -Che c'è, ho qualcosa in faccia?- Lui scuote la testa e mi dice -No, è solo che non so se questo luogo vada bene per te, forse è troppo poco- Io scuoto la testa, e gli prendo la mano, gliela accarezzo, per farlo calmare. È troppo dolce, per apparire un cattivo ragazzo. Tutto il resto del mondo non lo conosce, perché sono sicura che il vero Peter, è quello che è d'avanti a me ora, e non quel ragazzo duro e pericoloso che cerca di far credere. -Non è vero, questo è un posto perfetto, tu sei perfetto Peter, sei più di ciò che tu creda di essere, sei ciò che cercavo- Lui si sporge leggermente, ed unisce le sue labbra con le mie, il mondo smette di esistere, ci siamo solo io e lui.

"Allora?, cosa ne pensate? Il primo bacio Una specie di dichiarazione d'amore. Una rissa. Un lato di Peter che nessuno conosceva.  


Laliter La paura d'amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora