Capitolo 13

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Narratore:
La benda sugli occhi le impediva di vedere, aveva mani e piedi legati, sapeva che Cande, Rochi ed Euge erano accanto a lei, sedute nella macchina, era stretta fra due corpi, uno femminile che profumava di lavanda, che doveva essere Cande, ed un altro corpo, un ragazzo, alto e muscoloso, una delle guardie del corpo. Sentiva che Cande si muoveva tentando di divincolarsi, senza riuscirci. -Ragazze- disse -state calme- e si chiese come potesse chiedere una cosa del genere in una situazione simile. -Calme?- disse Euge. -mi spieghi come riesci ad essere calma? Siamo legate, in una macchina, con dei tipi che ci hanno rapito. Ed è colpa tua- appena ebbe pronunciato quelle parole, Lali si sentì morire, era vero, era tutta colpa sua, se solo fosse scappata insieme a Peter, tutto ciò non sarebbe accaduto, le ragazze avrebbero vissuto una vita normale, e nessuno sarebbe stato in pericolo. -Basta darle la colpa, non è stata lei che ci ha chiesto di seguirla- la difese Rochi. -Giusto, sei stata tu che ci hai chiesto di seguirla perché aveva un comportamento strano ed avevi paura che stesse in qualche guaio- disse Cande. -E mi sbagliavo?- chiese Rochi. -Be no- dissero Euge e Cande all'unisono. -Ora basta- disse Six. -Per questo non voglio avere a che fare con le ragazzine, troppi problemi e troppe chicchere- continuò. -Quindi ci lascerai libere?- propose Cande ingenua. -No, vi farò semplicemente tacere- disse e le mise a tutte e tre una benda sulla bocca, tranne che a Lali. -Tu, taciturna, parla- disse a Lali. -Dov'è Peter?- le chiese.  -Non te lo dirò mai- disse lei, riunendo tutto il suo coraggio per dire quella frase. Lui rise. -Ah si? Nemmeno dopo che vedrai le tue amiche morire una dopo l'altra, nemmeno quando punterò la pistola contro la tua tempia, nemmeno quando sparerò?- le disse, tentando di spaventarla. Lali tremava, aveva i denti che battevano, ma il suo tremore non era dovuto al freddo, se no alla paura, i suoi occhi pregavano per piangere. Lì, in quel preciso momento riuscì a sentire la differenza di un pensiero che arriva dalla mente ed uno che arriva da cuore. Perché la sua mente le disse di parlare, di salvarsi la vita, ed il suo cuore le disse di non arrendersi, che presto Peter sarebbe arrivato e lì avrebbe salvati tutti. -Non te lo dirò mai- disse di nuovo, più sicura di prima. -Stupide adolescenti, credono nell'amore e darebbero la loro vita per esso. Ma ascoltami ed anche voi ascoltatemi, l'amore non esiste, sono solo un mucchio di pensieri che abbiamo di una persona, sono baci e carezze, è passione mascherata, le persone perdono tutta la loro vita a cercare qualcosa che non esiste e se esiste è così fragile, più fragile della stessa vita- disse Six, la voce dura e l'alito che puzzava di sigari ed alcol. Lali non lo ascoltò, non poteva farlo, se lo avesse fatto si sarebbe arresa e si sarebbe messa a piangere e lei non voleva arrendersi. -Ti sbagli, l'amore esiste, è più potente del denaro e della passione, è più potente per fino di te- disse lei. Lui rise di nuovo -Ma la sentite? Vediamo se ciò di cui parli sarà più forte della morte allora, vediamo se il tuo principe azzurro farà in fretta oppure Cenerentola muore con un colpo alla testa insieme alle sue amiche, ed insieme alla scarpetta di cristallo, il suo corpo viene buttato nel fiume. Vediamo se nel attimo esatto prima di morire crederai ancora all'amore. Perché io non credo- disse e poi rimase in silenzio per tutto il viaggio. In quel momento Lali si mise a pregare, che Peter facesse presto, perché aveva paura e se proprio doveva morire, voleva vedere prima il suo viso, i suoi occhi, baciare le sue labbra e così dirgli addio, perché se quello era il finale della loro storia, allora meritava un addio. 

Laliter La paura d'amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora