-Allora tu e Peter?- chiese Euge sedendosi d'avanti a me in mensa. Alzai lo sguardo dal mio piatto sorpresa, credevo che non l'avrei mai più rivista, dato che ero uscita col fratello di Rochi e non ero sicura che a lei andasse bene. -Forse...non lo so cosa siamo. Perché ti siedi con me?- Euge mi guardò abbastanza sorpresa -Siamo amiche- rispose, e poi forse aspettandosi che le rispondessi e dato che non lo fece, mi chiese -O no?- Io feci cenno di si con la testa -Certo che lo siamo, è solo che dato che sono uscita con Peter e dato che è il fratello di Rochi e dato che tu sei sua amica, sai pensavo...pensavo. Non so nemmeno io a cosa pensavo- dissi, e quando finii presi fiato, avevo detto tutto troppo velocemente. Euge rise, smise dopo 2 minuti, quando Rochi e Cande ci raggiunsero e si sedettero al nostro tavolo. -Ciao Lali- disse Rochi -Ciao- le risposi io. -Allora, che mi dici di mio fratello? Come ti sembra?- mi domandò. Io la guardai senza rispondere -Ha fatto l'imbecille? Ha detto qualcosa che non doveva dire? Dimmelo e lo uccido- scossi la testa interdetta. -Rispondimi- disse lei. Io sbattei le palpebre un paio di volte, prima di capire che Rochi era lì e che non c'è l'aveva con me, avevo paura di aver rovinato la nostra amicizia, ma per fortuna, non sembrava. -No, è stato molto gentile e cordiale- risposi. Cande rise -Gentile e cordiale? Parli di Peter Lanzani o hai sbagliato persona?- scossi la testa decisa -Peter è stato più che gentile...è stato dolce- Euge sorrise e disse "ohhh" Rochi rise, una risata bassa e dolce, carina e femminile. -Si, Peter non è sempre scorbutico e stupido, anche se dà quest'impressione, sa essere gentile ed anche dolce, se lo vuole. E mi sembra che tu sia una buona ragione per farlo essere così- le mie guance si colorarono di un leggero rossore ed abbassai lo sguardo sul piatto pieno di verdure. -Lali pensava che noi non volessimo più essere sue amiche- disse Euge. Rochi mi guardò preoccupata -E per quale assurda ragione? Voglio sentirla- disse. Alzai lo sguardo e titubante le risposi -Bè pensavo ci fosse un codice in cui c'era scritto che le amiche non devono uscire cogli ex, coi ragazzi e coi fratelli delle proprie amiche- tutt'e tre si misero a ridere. -Le prime mi sembrano abbastanza sensate come regole, ma l'ultima non mi sembra così importante, voglio dire, ho visto mio fratello con molte ragazze, strane, piene di tatuaggi, che si drogavano, bevevano e mi prendevano in giro e lo conosco, nessuna di quelle ragazze lo rendeva veramente felice, erano parte del personaggio che lui aveva deciso di fare, ma il vero lui cercava una ragazza normale, coi piedi per terra e con la testa a posto, una ragazza con cui uscire, divertirsi e parlare di ogni cosa, una ragazza coi cui essere veramente lui, ma con la paura che nessuno avesse voglia di vedere il vero lui, ha deciso di mettersi una maschera, seguire un copione e fingersi un'altro. Ma ho notato come ti guarda, come ti difende, come parla di te, gli occhi gli brillano e la voce è limpida e sincera, non è più Peter il cattivo da quando ha incontrato te, è diventato il vero Peter e questo piace molto anche a me- spiegò lei. Il mio cuore batteva all'impazzata, le guance erano diventate un pezzo di fuoco incandescente, la mia testa girava, ma non per la stanchezza o per malattia era pura felicità. -Però devo chiederti un favore- disse Rochi, l'aria più seria di prima -Peter può sembrare duro e forte, ben lontano dal soffrire, ma abituato a far soffrire gli altri. Be non è così, lui è molto sensibile, per ciò non farlo soffrire- feci cenno di si con la testa, far soffrire Peter non era nei miei piani, era stato gentile con me, mi aveva aiutata senza sapere chi realmente fossi, senza aspettarsi nulla in cambio, ed ormai ero pazza di lui, perché era diverso e speciale e non volevo lasciarlo andare, ne farlo soffrire, era la mia ancora di salvezza. Lo vidi entrare nella mensa, aria spavalda, giacca di pelle e jeans che sembravano voler cadere da un momento all'altro, non degnò nemmeno di uno sguardo il tavolo dove si sedeva di solito, ne le persone che vi ci erano sedute, i suoi amici, Nicolas era dietro di lui, con un'espressione leggermente titubante sul volto, stava parlando, con Peter, ma quest'ultimo lo stava ignorando. Si stavano dirigendo verso il nostro tavolo e Peter mi stava guardando negli occhi. Si avvicinarono, Peter era di fronte a me e chiese -Ci possiamo sedere?- lo chiese a me come se fossi io a decidere, guardandolo negli occhi feci cenno di si con la testa, lui sorrise e si lasciò cadere accanto a me, Nicolas ancoira titubante gli si sedette vicino. -Allora, di cosa si parla a questo tavolo?- Chiese Peter mettendo una mano dietro la mia schiena, io smisi di muovermi, di masticare e di respirare -Di tutto. Dei gossip della scuola alle decisioni assurde dei famosi- gli rispose Cande, sorridendogli, ma si vedeva che era un po' in ansia sotto il suo sguardo. -E di te- disse Euge. Peter la guardò -Figo, non sapevo di essere una celebrità- disse lui. Rochi gli sorrise -Oh caro fratello, ti stanno guardando tutti, quindi credo che tu lo sia- infatti, tutti gli occhi della mensa erano posati sul nostro tavolo, ma sopratutto su Peter...e su di me
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Laliter La paura d'amare
FanfictionNel Bronx ci sono molte bande rivali. Che si sfidano per la vendita di armi e droga. Peter è uno dei capi delle bande più importanti. Lui, coi suoi muscoli ed i suoi tatuaggi fa paura a chiunque, nemici, ed amici compresi, anche se realmente non ne...