Capitolo 4

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-Lali, cos'è successo? Perché sei finita sui giornali?- Mi chiede Peter, quando siamo in auto. Cerco di rilassarmi sul sedile. Sospirai. Decisi di non guardarlo, sapendo che non c'è l'avrei fatta. Risposi -I miei genitori sono due imprenditori. Quella notte ero nervosa, così ho fatto qualcosa che non ho mai fatto, non sapevo della droga, una mia "amica" me l'aveva messa nella birra, ed io lo ho ingerita. Da quel momento non ho capito molto. Mi sono svegliata nel mio letto, ma quando ho aperto le tende centinaia di giornalisti erano lì. Sembra che quando ero incosciente ho fatto delle stupidaggini belle grosse. Ci siamo anche introdotti in un centro commerciale ed abbiamo fatto baldoria- Mi interruppi perché sentii le lacrime che mi bagnavano le guance, nemmeno me ne ero accorta di essermi messa a piangere. Ero un'idiota, Peter non mi avrebbe mai più rivolto la parola. Sentii una mano su una spalla, poi qualcosa di caldo che mi avvolgeva il corpo. Aprii gli occhi. Peter mi aveva presa in braccio e messa sulle sue gambe e mi stava abbracciando, mi stava cullando, e mi baciava la testa. Il suo alito caldo sull'orecchio e sul collo. -Non è stata colpa tua- Mi disse, era la prima volta che qualcuno mi dicesse quella frase. E ne avevo bisogno, molto bisogno. Mi lasciai cullare da lui, e penso che mi addormentai sul suo petto, col rumore del suo cuore, che batteva all'unisono col mio. Non avevo mai creduto che due cuori potessero battere all'unisono, anche se lo avevo letto tante volte, non ci credevo, però mi ritrovai a ricrederci. 

Mi svegliai in un letto che non era il mio. Ed iniziai a preoccuparmi -Calma. Non è successo nulla- Disse una voce vicino al letto. Mi girai, era Peter, seduto su una sedia. Gli sorrisi e gli chiesi -Che faccio qui?- Lui ricambiò il sorriso e mi spiegò -Non avevo le chiavi di casa tua, così ti ho portato qui, nemmeno per svegliarti- Accentuai il sorriso, era così dolce, anche se sembrava rude e cattivo.
Sentii dei passi avvicinarsi alla stanza, erano più passi, qualcuno coi tacchi ed un uomo, ne ero sicura, Peter non se n'era accorto. Qualcuno aprì la porta, rivelando tre persone. Rochi, Martina e Nicolas. Ci guardarono sorpresi. Nico alzò un sopracciglio e chiese -Abbiamo interrotto qualcosa?- Si appoggio allo stipite della porta, mentre l'espressione di Martina si trasformava da stupore a rabbia pura. Rochi invece mi guardava a bocca aperta. Forse l'avevo delusa. Tutti ci guardarono, ed anche se ero completamente vestita, mi coprii di più col lenzuolo bianco. -Che diamine fa lei qui?- Disse Martina indicandomi. La sua voce era stridula ed assomigliava di più ad un urlo. Rochi mi si avvicino e mi chiese -Lali, che succede?- Peter sospirò e si intromise -Nulla, siete solo giunti troppo velocemente alle conclusioni. Non è successo nulla, Lali è rimasta fuori di casa, ed io lo ho invitata, fra poco dovrebbe arrivare...- Martina lo interruppe -Certo che sei una vera aproffitatrice- Peter si alzò in piedi, i pugni serrati -Sta zitta- Lei obbedii e Peter continuò -Lo ho invitata io- Disse, tutti ci zittimmo, spaventati, ma io no, io non avevo paura, non lo temevo.

Guardai Peter, ero nervosa, imbarazzata, avevo le guance in fiamme e non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi -Grazie- Dissi. -Per cosa?- Mi chiese, mettendomi un dito sotto il mento, e facendo in modo che lo guardassi negli occhi, sorrideva, ricambiai il sorriso. -Per tutto. Per avermi accompagnata, per avermi ascoltata, consolata. Forse Martina ha ragione- Lui scosse il capo, mi accarezzo una guancia. -No, lei è solo una stupida- Continuò a mantenere la mano sulla mia guancia per diversi minuti, ed io misi la mia mano su quella di lui, per paura che l'allontanasse. -Senti, se vuoi non essere in debito con me, potresti fare una cosa- Feci cenno di si con la testa, anche prima di sapere di cosa si trattasse. -Esci con me-  

Laliter La paura d'amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora