14. La partita.

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Erano ormai giorni che Lorenzo mi baciava davanti a tutti e continuava a dire che con me era felice e voleva dimostrarlo al mondo intero.
Il nostro rapporto andava sempre meglio,ma mai al punto per considerare ciò amore,mai,almeno da parte mia.
Guardavo Lorenzo e mi sentivo bene,mi sentivo rinata.
Mancavano pochi giorni alla partita di basket e lui insisteva che dovevamo andarci,insieme.
-"Voglio farti conoscere mio fratello che sta anche lui al quinto anno."-insisteva. Ed io non potetti che accettare.
Suo fratello giocava a basket ed era per questo che non l'avevo mai visto a casa sua. E mi ha detto anche che i suoi genitori sono via per lavoro,ma che per Natale tornano e vuole farmeli conoscere.
Io non ero molto d'accordo,ma lui insisteva ed io non potrei mai non accettare. Infondo che male c'era?
Il giorno tanto atteso da tutti era ormai arrivato: la partita stava per cominciare ed ecco che le cheerleader fecero il loro spettacolo accogliendo la nostra squadra. Dovevano ancora iniziare a giocare e già si sentivano urla e incitazioni per i giocatori.
-"Guarda! Quel biondo è mio fratello!"-disse indicando con un dito un ragazzo tra la squadra.
Era robusto,alto e dalla canotta che indossava s'intravedevano dei muscoli.
-"Si chiama Michael!"-cercava di farsi sentire Lorenzo.
Annuii soltanto.
Le cheerleader annunciarono l'arrivo dell'altra squadra che non tardò ad entrare in campo.
Sentii il sangue nelle vene gelarsi.

Un giorno, tre autunni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora