Erano passati circa due mesi dall'ultima volta che ero stato in compagnia del ragazzo dal pianoforte bianco, e adesso finalmente lo avrei rivisto. Mio padre mi accompagnò in auto alla stazione ferroviaria, ad aspettare il treno che lo avrebbe ricondotto da me. Quell'anno, il primo di novembre cadeva di domenica, e quindi lui sarebbe arrivato la notte del trenta di ottobre, per fermarsi fino al pomeriggio del due novembre.
Faceva freddo in stazione, e il mio cuore palpitava ansioso. Ero convinto che, per un motivo o per un altro, Lui non sarebbe potuto arrivare, ma dopo pochi minuti di attesa, che a me sembrarono eterni, lo vidi uscire dal treno e sorridermi. Avrei voluto stringerlo, ma la presenza di mio padre mi bloccò, quindi mi limitai a stringerli una mano.
Entrammo in auto parlando del più e del meno mentre mio padre guidava verso casa. Lo aiutai a sistemare la valigia in camera mia e poi ci sedemmo a tavola, dove mia madre aveva tenuto in caldo, la cena.
Subito dopo cena, ci preparammo per uscire nonostante mia madre stesse protestando dicendo che fuori faceva troppo freddo e ci allontanammo da casa.
Al primo angolo oscuro in cui passammo, lo afferrai e lo baciai, mentre sentivo le sue mani fredde che mi accarezzavano la schiena sotto il maglione. Non ci dicemmo neanche una parola, solo ci baciammo e ci abbracciammo per il resto della serata, felici entrambi di essere di nuovo assieme. Il freddo dopo un paio d'ore divenne insopportabile e ci costrinse a rientrare.
La sistemazione che gli fu assegnata per dormire, non era nient'altro che un letto dalle doghe pieghevoli che si trovava sotto al mio letto che, per l'occasione, era stato sistemato al lato del mio letto formando cosi una sottospecie di letto matrimoniale.
Una volta a letto tutti e due, avrei voluto fare un sacco si cose come baciarlo e forse spingermi anche più in la di un bacio, ma il timore che i miei nella stanza accanto potessero sentirci mi bloccarono, quindi ci limitammo a tenerci per mano tutta la notte, finché non ci addormentammo.
Se avessi potuto, avrei bloccato il tempo affinché quella notte non finisse mai, e nella mia mente ancora non è terminata.
***
Avevo rimosso dalla mente che, prima di diventare una coppia, eravamo stati amici. Il giorno dopo lo passammo giocando alla play o improvvisando duetti al piano e la tentazione di saltargli addosso era poca.
Quella notte io e alcuni compagni di scuola e di palestra avevamo deciso di travestirci per halloween e girare per le strade e ovviamente Lui sarebbe venuto con noi e avrei avuto così la possibilità di uscire da casa con una scusa plausibile e, al momento opportuno, allontanarmi dai miei amici per restare da solo col ragazzo dal pianoforte bianco.
Di sera uscimmo da casa alle sette per poi rientrare in casa a mezzanotte, prima bevemmo e mangiammo qualcosa da un venditore ambulante di hot dog e poi andammo per le strade della città vestiti in maschera spaventando i passanti. Sia io che Lui, eravamo vestiti da vampiri, giacché per mia madre era il vestito più rapido da preparare, e il trucco oscuro attorno a quegli occhi azzurri, rendeva lo sguardo di lui profondo e sensuale.
Avendo degli amici per lo più fifoni, avevo pensato che il modo migliore per liberarmene, fosse dire che volevo fare una seduta spiritica di notte, al cimitero, ma l'entusiasmo di halloween distrusse i miei piani facendo si che la mia proposta fosse accolta con oserei definire "eccessivo" entusiasmo. Alla fine del tragitto percorso a piedi per andare dal versante opposto al cancello d'entrata del cimitero, per poi poter scavalcare il muro circostante ed entrare senza essere visti, i miei amici già cominciavano ad avere qualche cedimento. L'aggiunta di fantasiosi racconti che m'inventai sul momento di possessioni demoniache patite da coloro che avevano interrotto una seduta spiritica prima che fosse terminata, fu la classica ciliegina sulla torta, cosi tutti desisterono.
Mentre i miei amici si allontanarono con la scusa che si era fatto troppo tardi, continuavano a voltarsi per osservare ciò che io e il ragazzo dal pianoforte bianco avremmo poi fatto, quindi non ci restò altra scelta che scavalcare il muretto.
Una volta dentro, mi prese un leggero senso di terrore che passo nell'istante stesso in cui Lui mi prese la mano e mi sorrise nell'oscurità. Con Lui, era sempre come se, tutto ciò che sentivo e non riuscivo a esprimere a parole, Lui lo sapesse già di ante mano.
Ci addentrammo verso l'interno del cimitero fino a giungere davanti ad una cappella aperta.
Al suo interno le candele, protette dal vento, rendevano l'atmosfera, tetra però allo stesso tempo romantica.
Prese le mie mani tra le sue e me le portò sopra la testa mentre spingeva il resto del mio corpo ad appoggiarsi a una parete. Cominciò baciandomi sulle labbra con forza per poi rallentare e cominciare a baciarmi sul collo mentre le sue mani, che bloccavano le mie in cima dei nostri capi, iniziarono a scivolare lentamente dalle mie braccia verso il corpo e i miei fianchi, ed io lasciai cadere le braccia attorno al suo collo. Le mie mani scesero poi lungo i fianchi cominciando ad afferrare freneticamente i suoi vestiti in cerca del tocco della sua pelle, e appena questo accadde, il freddo delle mie mani lo fece sussultare. Io mi scusai imbarazzato e, Lui, sorridendo, mi afferro le mani e ne bacio le palme, prima dell'una e poi dell'altra e poi mi disse che, gli eschimesi che vivono al gelo, vanno a pescare nel ghiaccio, mentre le loro donne restano in casa a mantenere caldo l'ambiente. Quando poi i mariti rientrano a casa con i piedi congelati, quelle donne come atto di devozione, se li mettevano sulla pancia nuda, nel tentativo di riscaldarli. Mentre diceva tutto questo, prese le mie mani fredde e se le mise sulla pancia sotto i vestiti, guardandomi fisso negli occhi e senza emettere né un gemito né un sussulto. Quel gesto fu così dolce e romantico, che il cuore mi si sciolse come il burro sulla piastra. Lo baciai freneticamente e dolcemente, fino a quando gli dissi che volevo essere suo e che volevo che Lui fosse mio. Prima che Lui capisse cosa intendessi dire, gli sbottonai la cerniera e iniziai a masturbarlo delicatamente. La sua eccitazione era "notevole" per così dire. Estrassi il suo membro fuori dai pantaloni e mi lanciai in quello che sarebbe stato il mio primo sesso orale. Avevo paura di non essere in grado, ma i gemiti di piacere che iniziarono a uscire dalla bocca di Lui, calmarono la mia insicurezza. Le poche volte che avevo visto in un film o in una rivista porno del sesso orale, mi era sembrata una cosa disgustosa che però mi sarebbe piaciuta provare a ricevere, ma farlo io era un'eventualità che fino allora, mai era passata nella mia testa.
Eppure, quella sensazione di intimità, di dare piacere all'altro, di sentirlo dentro di te, fu più forte che qualsiasi preconcetto riguardo all'atto tecnico. Poco dopo, Lui mi avvisò che stava per venire e cercò di allontanare la mia testa, ma io mi opposi e continuai fino alla fine, quando ricevetti il calore del suo orgasmo, dritto nella mia bocca, e neanche allora l'atto mi risultò rivoltante, tutt'altro, era naturale e spontaneo e non mi sentivo sporco per quello che avessi appena fatto.
Lui riprendendosi dal forte piacere appena provato, cominciò a baciarmi e lentamente a masturbarmi, ricopiando i gesti che, fino a qualche minuto prima, ero io a compiere.
Inutile dire che fu bellissimo, e una volta che fossimo venuti tutti e due, ci stendemmo sul marmo freddo della cappella, abbracciati, traendo calore l'uno dall'altro.
Halloween, secondo i pagani, è la fine di un anno e l'inizio di un anno nuovo, una notte di passaggio tra futuro e passato in cui è possibile comunicare con tutti coloro che hanno fatto o faranno parte della tua vita, e per me fu proprio una notte magica, dove smisi di essere un bambino, e cominciai a essere un ragazzo innamorato.
Mi rendo conto che, a molti, ciò che feci quella notte, possa sembrare un atto di profanazione di un luogo sacro, ma vi assicuro che non fu fatto con queste intenzioni, e sono solo le intenzioni che possono distruggere il sacro e, oggi con parecchi anni in più sulle spalle, sicuramente non lo rifarei, ma quella fu la notte più bella della mia vita e sempre la ricorderò come tale.
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Il ragazzo dal pianoforte bianco
RomanceNella vita ci sono poche storie che ti cambiano e per me questa è stata una di esse. Ha cambiato il mio modo di vedere il mondo e spero abbia lo stesso effetto su di voi. STORIA VERA, NON MIA E CON TEMATICA OMOSESSUALE. IO MI LIMITO A RICOPIARE CIÒ...