La mia proposta a pranzo fu accettata senza particolari obiezioni, fino a che mia madre ebbe la geniale idea di chiedermi però in cambio, qualcosa che per me era quasi impossibile, ossia un nove al prossimo compito di Latino.
Io in matematica sono sempre andato bene perché ho una mente molto logica, parlo Italiano Francese e Spagnolo perfettamente, tre lingue Neolatine, eppure il Latino non l'ho mai capito. Togliere le preposizioni e usare le desinenze è per me una follia, roba che viene da chiedersi perché in Italia abbiamo dovuto aspettare Dante per cominciare a scrivere in "Volgare".
Insomma il latino non mi è mai entrato in testa e la mia professoressa non era di aiuto. Vicepreside del liceo e acida zitella ultracinquantenne, solo poche settimane prima, si era fatta beffe di me facendomi tradurre alla lavagna la frase "I Vitelli dei romani sono belli" che io ovviamente tradussi dall'italiano al latino e non al contrario. I suoi compiti inoltre erano rappresentati da venti frasi da tradurre dal latino all'italiano, e ogni errore rosso per ciascuna frase era un voto in meno mentre un errore blu era mezzo. In altre parole, soli quattro errori rossi equivalevano a un otto, mentre soli nove errori rappresentavano già l'insufficienza.
Mio padre, nel tentativo di appoggiare mia madre e venirmi incontro, mi propose in cambio di quel nove, anche la possibilità di poter portare Mara e i miei amici con noi per passare le vacanze assieme.
L'idea di una vacanza con i miei amici e col mio Amore era più di quanto avessi potuto sperare, così mi buttai d'immediato sui libri. Per tre giorni, Mara mi urlava esasperata coniugazioni complementi e desinenze e quando arrivò il giorno del compito di latino decisi di puntare tutto sulla mia memoria piuttosto che alla mia logica e tutto sembrò d'improvviso acquistare un senso nella mia mente.
Due giorni dopo la professoressa entrò in classe portando i compiti corretti sotto il braccio. La prospettiva di poter andare al mare con me per le vacanze e di poter portare con noi Anita e Flavio, interessava a Mara tanto quanto a me così che la sua ansia per quel maledetto compito di latino era pari alla mia.
Quando la professoressa mise il foglio sul mio banco ripiegato in due, per un istante non ebbi il coraggio di guardare, mi girai verso Mara e lei mi prese la mano. Quel tocco amico mi fece coraggio così aprii il foglio.
Cominciai a guardare dalla prima frase e non c'erano errori né rossi né blu, nella seconda nemmeno e nella terza neanche, però nella quarta c'era un errore blu. Sentii le mie speranze venire meno. Un errore rosso e le mie vacanze da sogno sarebbero andate in frantumi e avrei dovuto aspettare altri tre lunghissimi mesi prima di rivedere il mio Principe.
Strinsi forte la mano di para e vidi che lei stringeva le labbra per l'ansia e forse anche per il dolore della stretta. Continuai a scorrere il foglio, Quinta domanda niente, sesta domanda niente, settima domanda altro errore blu, un altro errore, rosso o blu, sarebbe stata la fine. Ottava domanda niente, Nona niente, decima..... niente. In basso con la matita rossa, scritto frettolosamente, appariva il nove tanto agognato.
Ê assurdo pensare a come a volte un semplice numero scritto su della carta possa influire sulla tua felicità.
Quel nove rappresentava per me il realizzarsi di un sogno. Qualcosa che avevo desiderato tanto e per cui avevo lottato tanto e che in fine avevo lograto.
Io e Mara saltammo in piedi e ci abbracciamo esultando come pazzi fino a che la voce acuta della prof ci riportò all'ordine e sotto il suo sguardo fisso, riacquisimmo il contegno. Mara per la prima volta aveva preso un voto più basso del mio in latino, un otto e mezzo, ma non importava, eravamo felici e cominciammo a inviare sms per organizzare una pasqua memorabile...
***
I miei rimasero di stucco quando entrai a casa col compito stretto in mano. Non ci avevano mai creduto veramente che potessi farcela e ora, come facevano tutti davanti alla smentita, non sapevano cosa dire.
Mio padre mi abbraccio e si congratulò calorosamente con me, mia madre mi disse acidamente che allora aveva ragione lei che ero io che non ci volevo mettere impegno, ma alla fine si vedeva che anche lei era soddisfatta del risultato che avevo ottenuto.
Quando le dissi che avevo sentito il ragazzo dal pianoforte bianco e anche Lui sarebbe stato alo mare con sua madre, mia madre decise di telefonarle per invitare lei e suo figlio a pranzare con noi il giorno di Pasqua. La proposta fu accettata calorosamente dalla madre del mio Amore.
Mi si prospettava una domenica Pasquale assieme al mio fidanzato, mia suocera, i miei genitori, e i miei amici, tutti assieme riuniti attorno a una tavola a dividere il cibo come una grande famiglia unita, e benché ci fossero ancora segreti che non potevano essere svelati, si stavano gettando solide fondamenta per un futuro in cui segreti e bugie non sarebbero più stati necessari.
Partimmo di prima mattina con il pulmino della squadra di pallavolo che mio padre allenava affinché potessimo viaggiare tutti con un unico mezzo.
Passammo tutto il viaggio cantando, giocando e chiacchierando euforici per questa prima vacanza in gruppo e benché tutti sapessimo che dovevamo stare attenti a non farci scappare commenti su certi argomenti tabu davanti ai miei, l'atmosfera era abbastanza rilassata.
Il ragazzo dal pianoforte bianco, sarebbe arrivato solo il giorno dopo ma non m'importava. Sapevo che passare quella giornata in compagnia di Mara, Anita e Flavio, avrebbe reso le ore che si separavano più brevi.
Ero entusiasta all'idea di poter mostrare ai miei amici, i luoghi che avevano circondato i miei racconti su come conobbi il ragazzo dal pianoforte bianco, come la spiaggia dove Lui mi baciò per la prima volta.
E poi l'indomani loro lo avrebbero conosciuto e sarebbero rimasti a bocca aperta. Già m'immaginavo la faccia di Flavio quando lo avrebbe visto per la prima volta costretta in una smorfia a metà tra invidia e gelosia e, l'idea mi faceva sorridere.
L'idea che qualcuno potesse desiderare ciò che era mio e potesse per questo invidiarmi, mi faceva piacere.
Mi faceva sentire lusingato, importante, speciale e a rendermi speciale era il mio amore per il mio Principe.
Ero felice e niente poteva rovinare quello stato d'animo...
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Il ragazzo dal pianoforte bianco
RomantizmNella vita ci sono poche storie che ti cambiano e per me questa è stata una di esse. Ha cambiato il mio modo di vedere il mondo e spero abbia lo stesso effetto su di voi. STORIA VERA, NON MIA E CON TEMATICA OMOSESSUALE. IO MI LIMITO A RICOPIARE CIÒ...