Capitolo 5

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Rivedere la stessa persona dopo poche ore, ma in un altro ambito, era molto differente. Era come vederla con occhi diversi.

A risvegliarla dai suoi pensieri fu Aaron. "Dove vai a scuola?"

Erano all'incirca 5 minuti che Jake l'aveva lasciata con Aaron per andare a ballare con i suoi amici, mentre lei aveva preferito rimanere seduta sugli sgabelli del bancone dove prima il ragazzo del bosco era andato a prendere i drink.

"Dovrei venire nella vostra scuola quest'anno" accavallò le gambe. "Potresti dirmi com'è? Intendo in generale..." osò chiedere per sapere qualcosa su la scuola dove sarebbe andata.

"Beh, devi sapere che innanzitutto è una scuola con le solite materie, ma puoi frequentare anche dei corsi aggiuntivi, tipo corso di lingue, lettere, arte e molti altri. Parlando invece di persone, ci sono le solite ragazze e ragazzi più popolari a cui a volte vorresti spaccargli la faccia per i dispetti che fanno. Ma tutti ormai ci passano sopra e non ci fanno neanche caso, talmente abituati a queste scenate. Infine i professori sono molto tosti ma bravi, devi solo non farteli nemici altrimenti è finita"

'Alla fine non è tanto diversa da quella dove andavo prima' pensò. Però a differenza della sua dove le persone erano tutti allo stesso livello, lì c'era la lista dei popolari e la lista degli sfigati. Probabilmente o appartenevi ad una, o all'altra.

Continuò a parlarle di come fossero i professori, le materie più difficili, tanto da perdere a volte il filo del discorso. Aveva perso Jake tra la folla da parecchio ormai, ma alla fine non era sola.

Una domanda la tormentava da parecchio tempo, ma era indecisa se dirgliela. Alla fine si convinse: "Quello" indicò il ragazzo del bosco, "Chi è?"

Aaron guardò nella sua stessa direzione, capendo solo poco dopo di chi stava parlando.

"Ah lui! E' Cameron Dallas, è una delle persone nuove di cui ti dicevo prima, si è trasferito a New York da pochi mesi e anche lui verrà nella nostra scuola" "Perché?" continuò.

"Nulla. Ora che lo guardo bene, credo di averlo confuso con un'altra persona" mentì. Anche se le stava facendo male la testa tanto da farle offuscare la vista, era pienamente convinta che fosse lui.

Le credette, e continuò a parlare ininterrottamente come poco prima.

A farlo stoppare fu una chiamata. Portò il telefono all'orecchio, mettendo una mano mano sull'altro per riuscire a capire cosa gli stavano dicendo dall'altra parte del telefono. Pochi secondi dopò riattaccò e ripose il telefono nella tasca dov'era prima.

"Avril, io... dovrei andare, ho una faccenda a casa da risolvere e se non-"

Lei non lo fece neanche finire di parlare, "Vai Aaron, non preoccuparti, c'è Jake con me... da qualche parte..." guardò tra la folla, ma non riusciva a trovarlo tra tutta quella gente.

"Sicura? Non vorrei che dopo Jake-" lo interruppe di nuovo.

"Jake non ti dirà niente. Vai" disse in modo convincente.

"Ci vediamo presto Avril" sorrise prima di andarsene.

Avril contraccambiò il sorriso, prima di girarsi davanti al bancone.

Mise le mani nella tasca dei jeans, sentendo che c'era qualcosa all'interno.

2 pasticche erano avvolte in un fazzoletto di carta stropicciato, ricordando che fu stata proprio lei la mattina stessa a mettercele, ma non ricordando il motivo.

La testa non smetteva di girarle, anche se era seduta su uno sgabello.

Dei tranquillanti andavano bene anche per un mal di testa?

Misi le 2 pasticche sulla mano, mentre vide arrivare uno shot al ragazzo che aveva affianco. Proprio nel momento in cui era distratto, prese il suo shot ancora intatto; le serviva qualcosa per mandare giù le pasticche e di certo di acqua non ne vendevano. Velocemente, ingoiò le pasticche grazie al liquido della sostanza alcolica, sentendo bruciare ancor più la gola, di quanto era accaduto prima.

"Che tipo di droga era quella?"

Una voce maschile proveniva proprio da dietro di lei, così si girò per vedere chi potesse essere. Non se lo aspettava fosse lui. Aaron come aveva detto che si chiamasse? Ca.. Ca.. Camerino? Sì probabile, o qualcosa del genere. Almeno così sembrava di averle detto Aaron.

"Non era droga" disse girandosi verso di lui.

L'aveva vista? Pazienza, non erano fatti suoi.

"Sicuramente qualcosa di simile" ghignò lui.

"Non puoi saperlo" lo sfidò Avril.

"Oh si che posso"

"Dallas!" gridò una ragazza dai divanetti. Era la stessa di prima, riconobbe Avril. "Dobbiamo andare nel locale qui vicino!" si avvicinò verso di loro.

Era una ragazza dai capelli bruni e corti fino alle spalle, dagli occhi nocciola chiaro e dai lineamenti delicati. Avril a suo confronto, pensava di non essere mai abbastanza bella come lei.

"Andate voi. Io rimango qui" rispose lui.

"Dallas ti ricordo che hai una scommessa che non puoi rifiutare!" lo trascinò per un braccio facendolo scendere dallo sgabello.

"Ci si vede ragazzina" disse lui rivolgendosi ad Avril.

Lei gli sorrise, vedendolo uscire dal locale e rimanendo a fissare davanti a lei il punto fisso dove era scomparso. Poco dopo però, dovette distogliere lo sguardo e chiudere per qualche secondo gli occhi, poiché era come se non riuscisse a tenerli aperti.

Riaprì lentamente gli occhi, ma tutto le sembrava diverso.

Era diverso.

Il locale era più buio, le luci colorate erano diventate rosse; la musica era come una lirica drammatica; le persone che ballavano erano tutte stese per terra, come se stessero dormendo. Si alzò dallo sgabello, e si avvicinò ad una persona che era per terra. Aveva gli occhi aperti, il sangue gli usciva dalla bocca. Era morto, come tutti gli altri in quel locale. Si portò una mano alla bocca, gridando per la paura, il terrore di quello scempio. Ma nessuno la sentiva.

Tornava indietro solo l'eco del suo grido, in una stanza piena di persone morte.


Forget To Remember || Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora