capitolo 18

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Mi risveglio di botto in preda al panico, mi alzo e mi tasto ovunque per capire se sto sognando oppure no.
Per sicurezza mi pizzico una guancia ed un braccio.

"Ahio!"

Mattia:"sofia? Ti senti bene?"

Appena sento la sua voce mi catapulto ad abbracciarlo.

"Allora non ti ha ucciso, allora sei vivo!"

Mattia:"chi avrebbe dovuto uccidermi?"

"Lui..."

Mattia:"era solo un incubo Sofia."

"Che ore sono?"
Prende il telefono posto sul bracciolo del divano che solo ora noto essere tutto disfatto e rovinato, allora ha ragione, ho solo fatto un incubo.

Mattia:"sono cinque minuti alle nove."

"Mi dispiace averti svegliato..."

Mattia:"è stato impossibile dormire con te questa notte, urlavi e picchiavi. Penso che tu mi abbia fatto anche un livido sulla spalla."

"M-mi dispiace.."

Mattia:"tranquilla."

Mi stacco da lui e mi stiro.
guardandomi attorno noto la Sua figura affacciata dalla porta della cucina, un battito di ciglia e poi non c'è più.
Mi volto verso Mattia ma vedo che si è già riaddormentato, poverino, sarò stata davvero stressante.
Per non disturbarlo vado in cucina e mi siedo al tavolo poggiando la testa sulle mani.
Non posso continuare a vivere così, non posso. La mia vita sta diventando un inferno e assieme alla mia anche quella di chi non c'entra nulla;
devo trovare un modo per liberarmi una volta per tutte di lui, ma come?
Lui è la mia ombra, Lui mi segue, Lui sa dove sono e cosa faccio nei momenti precisi della giornata; ci dovrà pur essere qualcosa che lo collega a me, no? Qualcosa a cui non ho mai fatto caso magari, un qualcosa che...magari mi ha regalato e che io tengo ancora addosso.
È in quel momento che il mio sguardo va a posarsi sul braccialetto.
La 'J', il biglietto, ora mi torna tutto chiaro. Questo braccialetto fa si che lui sia attaccato a me, adesso comprendo.
Devo liberarmene, ma in che modo?
Magari regalandolo a qualcuno, oppure distruggendolo oppure...non lo so, ma avevo la soluzione davanti agli occhi e non me ne sono mai accorta, avevo tutto davanti e come una stupida non sono riuscita a ragionarci, tutto questo solamente per un bracciale inciso;
Ed ora che so cosa fare sono molto più tranquilla.
Oggi stesso proverò a liberarmi di quest'inutile bracciale.
Ancora mi chiedo come tutto questo possa essere successo, come posso essere stata così stupida da permettere a Lui di farmi del male, ma ora che so come liberarmene, non farà più del male a nessuno.
La paura, tutto quanto finalmente sembra passare. Toglo il bracciale e lo ripongo in un cassetto della cucina, di solito uno di quello che nessuno utilizza se non per prendere qualche elastico.
Torno da Mattia che continua a dormire beatamente e quindi lo lascio stare.
Salgo a due a due le scale che portano al piano superiore per poi andare a vedere le altre stanze dove, stranamente, non c'è nessuno. I letti non sono nemmeno disfatti. Che cosa è successo?
Vado in camera mia, prendo il telefono e trovo un messaggio da parte di mia madre il quale mi avverte che dormiranno due giorni da mia zia.
Forse dovrei andarla a trovare anche io, forse dovrei stare con loro ma se ci sto potrei provocare dei danni e non voglio che ci siano altri morti per causa mia ma almeno per oggi potrei fare uno strappo alla regola, andare a trovare mia zia e poi tornare qui, da sola.
Sento bussare alla porta anche se aperta, mi volto e Mattia mi guarda.

"dimmi."

Mattia:"mi ha chiamato mia madre e devo andare.."

"Ah...okay, fa niente. Tanto ci rivediamo in giro no?"

Mattia:"già."

"Aspetta che ti rido la roba che ho messo a stendere."
Esco dalla mia stanza e lui mi segue in puro silenzio guardandosi attorno.
Arrivo al bagno e mi avvicino ai vestiti posti sugli stendini, ma tastandoli, sento che sono ancora bagnati quindi, mi giro e faccio cenno che non può prenderli.

Mattia:"ed ora come ci torno a casa?"

"Ti do qualcosa di mio fratello dai."

Mattia:"va a finire che il guardaroba di tuo fratello diventa il mio."

"E vabbè dai, ne ha tanta. Mi aspetti qui o vieni con me?"

Mattia:"ti aspetto qui."

"Okay."
A passo veloce esco dal bagno ed entro nella stanza dei miei fratelli, prendo qualcosa di presentabile e torno da lui porgendogli i vestiti.

Mattia:"grazie..."
sorrido senza rispondere e gli lascio il bagno libero tornandomene al piano inferiore per sistemare il divano dove pare sia passato un uragano.
Sistemo i cuscini ed il copridivano, rialzo il telecomando caudo a terra durante la notte immagino.
non sento rumori, niente di niente e la cosa mi insospettisce, come se dovesse accadere qualcosa da un momento all'altro.

Mattia:"UN RAGNO!"

"DOVE?!"
Urlo iniziando a fare gesti strani, a muovermi come una stupida solamente per togliermelo di dosso, ma appena sento ridere, comprendo che mi stava prendendo in giro ed anche tanto.

"Molto divertente. Molto."
Lo guardo infuriata dal suo gesto, dopo quello che era accaduto ci mancava solo lui e i suoi inutili scherzi.

Mattia:"eddai, si scherza."

"Mi hai fatto saltare per aria."

Mattia:"capita dai." Sorride.

"Stupido."

Lui ridacchia. Certe volte lo vorrei strozzare ma mi trattengo e non lo faccio.
Lo guardo e mi avvicino iniziando a sistemargli per bene la camicia, lui mi guarda senza dire nulla e mi lascia fare. Faccio un passo indietro e lo guardo da capo a piedi.

"Adesso sei presentabile."
Lui non mi risponde e si limita a sorridere. Lo accompagno alla porta."grazie per esserci stato."
Apro.

Mattia:"nulla."
Esce fuori di casa e si riavvia per la sua strada mentre io rimango a guardarlo fino a quando non svolta l'angolo e scompare dalla mia vista.
Chiudo a quel punto la porta e rigirandomi mi ritrovo Lui davanti.

"Non ti libererai di me così facilmente."
Ringhia e scompare subito dopo.
Mi tremano le gambe e spero solo che fosse un incubo.
Corro in cucina e prendo il bracciale e con esso esco di casa di corsa;
Sono ancora in pigiama ma non mi interessa, corro con questo tra le mani e arrivo davanti al negozio dell'orafo della città che per mia disgrazia è chiuso per lutto.
Lutto? Che sua moglie abbia lasciato finalmente questo mondo? Finalmente perchè erano anni che soffriva in modo orribile per un tumore.
Mi allontano da lì tra l'arrabbiata ed il dispiaciuta, torno a casa e rientro.
Poggio il braccialetto su un comodino e vado al piano superiore per risfendere poco dopo vestita.
Mi avvicino lì dove avevo lasciato il bracciale ma non lo trovo più.
Inizio a cercarlo per casa, in ogni ancogolo, esploro ogni tipo di posto meno che sotto a quel comodino, decido così di guardarci e lo trovo in un mucchio di polvere. Lo raccolgo, mi avvicino alla finestra e lo lancio.
Mi sono sentita tranquilla per un paio di minuti, ma poi vennero a suonarmi alla porta ed un piccolo bambino mi porge il braccialetto.
Ho un tonfo al cuore, lo riprendo e saluto dolcemente il bambino che se ne va zampettando dalla madre che probabilmente avrà visto il bracciale volare via dalla mia finestra.
Lo poggio sul tavolo e lo guardo.
Rimango così fino a quando non realizzo che sto facendo una cavolata ad osservarlo senza fare nulla.
alla fine decido di andare al vecchio parco abbandonato dove appena accanto si apre una profonda depressione e buttare il monile lì.
Esco di casa, ed impaurita dal fatto che Lui potesse fermarmi, corro senza fermarmi fino alla periferia della città.
Il vecchio parco abbandonato si mostra a me con la sua solita atmosfera tetra e malinconica. Le vecchie altalene sfasciate ed arrugginite vengono smosse dal vento e le catene fanno dei cigolii spaventosi. Lo scivolo tutto bruciato. Nulla è cambiato da quando gli diedero fuoco. Tutti i giochi sono rovinati. Si sentono ancora rimbombare le risate dei bambini che giocavano qui e si divertivano. Mi avvicino al burrone accompagnata dal venticello che rende il parco macabro, prendo un grande respiro e butto il bracciale che nella nebbia scompare senza lasciare più traccia.
Con questo gesto mi tolgo un peso dal cuore e con tranquillità mi avvivo verso casa di mia zia a pochi isolati da questo vecchio parco in rovina.

Nulla sapevo di quello che sarebbe successo e non pensavo che questo vecchio parco mi sarebbe tornato utile.
Era solamente l'inizio.
Sotto non c'era un semplice bracciale ma qualcosa di più banale a cui mai avevo fatto caso ma per la quale stavo mettendo a repentaglio la vita di tutti quanti.

il demone della scatolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora