capitolo 1

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Rileggo quelle vecchie e polverose pagine di storia. Domani ho un'interrogazione e mi preparo a prendere lo stesso e trasandato nove. Sono le cinque del mattino. Per la casa rimbomba l'impnotizzante e turbante ticchettio dell'orologio a pendolo. Lo ascolto attentamente e pare voler dire qualcosa. Tic,tac,tic,tac,con la mano tengo il ritmo che però distoglie la mia attenzione dal mio dovere,si aggiunge a questo,lo scricchiolio delle scale anch'esse rovinate,di legno ormai secco e con il quale potrei farci un bel Falò o anche,alimentare il vecchio caminetto. Ecco il primo "crak". Abbastanza forte;probabilmente chi sta salendo non ci ha pensato due volte a poggiare il pesante piede sullo scricchiolante scalino. Eccolo di nuovo. Sale e scende,sale e scende,scende e sale. Pare esitante,agitato,vuole salire ma...ha paura che la sua vittima lo abbia sentito. "Crak-crak" deciso ha fatto i primi due scalini ma è tornato indietro. Tonfi,tonfi,tonfi! Non ne posso più. Crak,crak,crak,crak e son quattro gli scalini che ora ha salito. Sta giocando con me e sta giocando con la mia pazienza,si aspetta che io,ora,esca dalla mia stanza per potermi,finalmente,strappare l'anima.
Sale e scende,sale e scende,scende e sale;tic,tac,tic,tac,questi rumori creano uno strano ritmo,suoni cupi che opprimono il cuore emanando un'ansia bestiale. Poso tutto nello zaino e guardo la finestra aperta che lascia entrare una flebile arietta che smuove le leggere tende bianche. Crak,crak,crak,sale altri tre scalini,ormai,per me,è arrivata la fine. Solo tre scalini e dopo ci rivedremo all'inferno. Rimango a fissare il cielo che pian piano si rischiara. Eccolo. Il primo raggio di sole bagna le case all'orizzonte illuminando con un piccolo e fioco barlume anche me. Un tonfo. Pare essere tornato indietro,scappato appena il sole ha sfiorato la casa. Sono salva..per ora..
La sveglia mi avvisa che sono le sei del mattino. Mi cambio e mi sistemo i capelli,trucco leggero - matita e mascara-
E sono pronta. Prendo lo zaino e mi avvicino alla porta. Fisso la maniglia lucida e color oro che risalta sulla porta bruna. Non sono decisa ad uscire,quella cosa o qualcuno me lo impedisce. Ho paura che,una volta aperta quella porta,non ci sia più ritorno. Faccio un grande sospiro per farmi coraggio e poggio la mano sulla maniglia pronta ad affrontare il mio destino. Apro. Mi ritrovo di fronte mia madre che mi sorride.

M:"ero venuta a svegliarti,ho visto che non scendevi."

"Si,tranquilla mamma." Le do un bacetto e continuo il mio cammino verso le scale dove li,per mia sfortuna,incontro mio fratello maggiore:Leonardo.

L:"ciao Cicciò." Mi giro,questa volta mi becca male.

"Senti,se hai dei problemi con il tuo corto pene non te la devi prendere con me ma,bensì,con il fattore ereditario maschile,perchè,se hai questo problema non è di certo colpa mia."

Si zittì evitando altre figuraccie.

Continuo a camminare fino a quando uno strano rumore attira la mia attenzione. Forse mio fratello minore? No,lui si sveglia alle sette. Forse mio fratello maggiore? No,l'ho "salutato" mentre saliva. Forse il compagno di mia madre? Probabile ma..no,lui dorme. Mi giro e i miei occhi cercano di intravedere qualcosa ma,per mia fortuna,niente.

Sospiro.

"Jill,jill,jill...la devi smettere di leggere creepypasta se sai che passerai la notte a studiare."

Mi rigiro ed esco di casa ma con addosso l'impressione che qualcuno mi stia osservando.
Oggi è una bella giornata e il sole illumina la strada facendo riflettere quelle finestre ancora dormienti e i cocci delle bottiglie rotte. Mi incrocio con una mia amica e,insieme,continuiamo la camminata verso scuola. Ci facciamo quattro chiacchiere ma,ad un semaforo, noto che lei sta guardando male qalcosa. Non guarda me bensì,guarda a terra.

"Tutto bene?" Chiedo preoccupata. Non risponde.

"Amily? Ehy sto parlando con te."

Finalmente distoglie lo sguardo da terra e lo porta a me.

il demone della scatolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora