capitolo 25

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Sento di dover svenire ma non lo faccio, trattengo le lacrime e non mi muovo da dove sto mentre Jack ha stampato sul volto un sorriso a dir poco compiaciuto.
Mi piego in ginocchio ed abbasso lo sguardo. Basta morti, basta provarci, basta tutto, oramai ho perso e devo rassegnarmi.

"Che hai Jill, ti stai arrendendo proprio ora che hai vinto? Ahahah."

"sì, mi arrendo..ma solo ad una condizione."

"Quale?"

"La mia anima in cambio della libertà della mia amica."

"NO SOFIA, NON PUOI FARLO!"

"ZITTA TU!"

Un suono mi giunge alle orecchie, simile a quello di uno schiaffo.
Guardo il clown che compiaciuto si sistema le piume bianche e nere poste sulle spalle.

"Non avrai osato farlo, vero?"

"o cara mia, tanto non puoi fare nulla se non farti uccidere."

Okay, posso benissimo essere uccisa, essere privata della mia anima ma non gli permetto di:1. Ammazzare un mio amico.2. Picchiare la mia migliore amica.
Mi rialzo di botto e mentre lui è distratto dalle sue piume mi ci butto addosso cernado di farlo cadere;
In un primo momento pare che il mio intento riesca, subito dopo, però, un dolore lancinante mi prende al fianco sinistro e nel momento stesso in cui provo a vedere cosa mi sta accadendo, una delle mie gambe viene spezzata e crollo a terra con il fianco che perde sangue per colpa di un artiglio conficcatosi lì.
Guardo la gabbia di Valentina e la vedo lì, inerme, ritrovatasi immischiata in una storia che non la riguarda. Non volevo farci entrare nessuno, non volevo far morire nessuno, non volevo che andasse a finire così ma a quanto pare il mio sacrificio è dovuto per liberare dalla maledizione coloro che mi circondano e lascisrgli vivere una vita normale.
Purtroppo non posso fare niente, sono impotente, l'unica cosa che mi é concessa fare è Rendere la libertà a tutti coloro che ho attorno donando la mia anima.
Vengo presa per il retro della maglietta e sollevata come fossi leggera quanto una piuma da Jack che a grandi si dirige verso la colonna.
Non voglio arrendermi così, non voglio che vada in questo modo.
Gli scacchi esplosi minuti prima, pian piano si erano ricreati nel tempo e, trovandomi esattente nel campo di Jack, provo una mossa azzardata ma quando sto per pronunciare la fatidica frase, il pedone accanto a noi si sposta senza che nulla venisse fatto formando una nota del tutto stonata;
Jack alza lo sguardo incuriosito e osserva la pedina accanto a lui che, improvvisamente, prende vita e lo attacca infilzandogli la spada esattamente in mezzo alle gambe -provo persino dolore da parte sua-.
Mi guardo attorno ma niente, nulla che possa aver mosso il pedone al momento si trova vicino al campo da gioco: Valentina è troppo lontana, Jason non c'è più e nè io nè Jack abbiamo aperto bocca.
Vengo scaraventata a terra mentre lui, pian piano, estrae la spada da lì in mezzo per poi pggiarcisi le mani ed urlare come fosse una bambina al suo primo vaggito.
L'impatto sul campo è dei peggiori ed infatti urlo dal dolore per la gamba, ma non solo, l'artiglio pare essersi conficcato ancora di più nella carne, provo a toglierlo ma il dolore é incommensurabile e quindi smetto.
Provo a strisciare via ma una stalattite mi blocca il cammino e vengo presa per i piedi e trascinata verso il centro della scacchiera dove di fronte mi ritrovo il clown con due occhi azzurri luminosi che mi guardano infuriati. Mi blocca con dei chiodi a terra.

"LASCIALA STARE!"
L'ulro di Valentina attira l'attenzione di Jack che si alza e si dirige verso la gabbia. No, ancora no.

"HEI JACK, VUOI LA MIA ANIMA O NO? ANDIAMO, ORA PUOI PRENDERLA, AVANTI."

Il clown cambia ancora direzione e si ridirige da me.

"AVANTI STUPIDO COSO MONOCROMATICO, PRENDI ME AL POSTO SUO, DUE ANIME SONO MEGLIO DI UNA."

il demone della scatolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora