capitolo 10

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il giorno dopo non si è presentato nessuno a farmi visita. A casa sono tutti impegnati e ho saputo tramite una veloce chiamata da parte di Valentina che, sia lei che Arianna irti erano state beccate a marinare le lezioni. Mattia non ho idea di quale fine possa aver fatto.

Tutto sommato sto bene, sola ma..sì, sto bene

l'aria quest'oggi è ferma, tranquilla. Non succede nulla di interessante se non forse il fatto che il signor Rossi si sia salvato da una morte certa; era uscito ieri dall'ospedale, adesso ci si ritrova dentro a causa di un infarto e tutto questo perchè ha scoperto che sua figlia, di soli diciotto anni, è incinta.

ma io dico che invece di farsi prendere da attacchi improvvisi di cuore per tale notizia bisognerebbe accetarlo, insomma è pur sempre tuo nipote e non un mostro uscito da sotto al tuo letto con l'intento di divorarti il cervello; amesso e non concesso che ce l'abbia.

oltre questa notizia ho saputo che una certa Margherita si è dimessa e che un ragazzo di nome Mario ha preso il suo posto nella stanza accanto. Anche se è un ospedale le notizie si dilagano alla velocità della luce; come la notizia che doveva rimanere nascosta su due infermiere. Entrambe andavano a letto con lo stesso uomo e, quando una delle due lo sepe, andò a casa della rivale per picchiarla. Iinutile dire che la vittima della malmenata è stata sospesa mentre l'artefice semplicemente licenziata.Il dottore che ha causato tutto questo si è trasferito in un altro ospedale ma anche lì mantiene la sua fama da puttaniere. Del resto la vita qui è monotona.

X:"MARIUCCIO!" sento urlare per il corridoio ed una raggazza mi irrompe nella stanza.

X:"MAR-hei tu che hai fatto al mio Mario?"

"cosa scusa?"

X:"ti ho chiesto che fine hai fatto fare al mio Mario."

"ti sembro una persona capace di fare del male ad un ragazzo, in queste condizioni per d più?"

X:"non si sa mai."

"si trova nella stanza vicino alla mia." la ragazza non ci pensa due volte ad uscire e si dirige dal ragazzo. Si sente ancora una volta la ragazza urlare. Dio che fastidio, povero Mario.

una cosa che mi sono scordata di dire è che mi hanno cambiato di stanza, avendo dele condizioni migliori mi hanno tirata fuori dal quell'antro spettrale; ora mi ritrovo in una stanza molto più luminosa.

l'orologio mi accompagna come sempre nelle mie giornate solitari. Il telefono ricco di messaggi, messaggi da parte del gruppo di classe e GDR casuali, alcuni in cui mi ha aggiunto Valentina, per il resto non ho altri GDR se non due in cui partecipo spesso. Mi è dispiaciuto il fatto che oggi Mattia non sia venuto.

X:"AIUTO!" si sente urlare per il corridoio e poco dopo il povero ragazzo della stanza accanto correre trascinandosi dietro quel coso con attaccato quella cosa che...insomma avete capito no? Fatto stà che il povero Mario corre come un addannato rincorso dalla sua amata yandere. é strano vedere un ragazzo scappare da una ragazza, ma è anche strano vedere una ragazza assillare in questo modo anche un rgazzo. Appresso a loro ci sono gli uomini della sicurezza e qualche infermiera. Scena alquanto esilarane devo ammettere.

Continuando a fissare la porta per vedere quanta gente ancora dovrà correre dietro ai due, scorgo un ragazzo interamente vestito di nero. Entra nella mia stanza alquanto sconcertato.

"sorpreso che in un ospedale accada tutto questo casino Mattia?"

Mattia:"alquanto devo dire. Sono...non sorpreso ma, impaurito se devo ammetterlo." sorride.

"abituati che fino a quando ci sarò io qui dentro accadranno sempre queste cose."

Mattia:"oltre scusa se non sono venuto a trovarti questa mattina e questo pomeriggio, ho avuto dei problemi."

"no tranquillo, l'orologio mi ha tenuto compagnia."

M:"l'orologio ti ha tenuto compagnia?"

"è inquietante lo so, ma è come se ci fosse qualcuno qui con me. Sentire rumori familiari mi rassicura."

Mattia:"sì ma..qui non ci sono orologi.."

mi guardo freneticamente attorno, spaventato è il guardo mio. non posso credere a quel che ha appena detto.

Mattia:"che c'è non mi credi?" mi chiede. ha appreso immediatamente che non posso credere a quel che dice."eppure sono serio, qui non ci sono orologi."

"non ci credo, eppure io..ho sempre ascoltato il ticchettio dell'oroologio, non sono pazza, sono seria.." dico sotto choc.

Mattia:"hei calmati, non ti sto dicendo niente. Calmati, okay?"

annuisco perplessa."solo frutto della mia immaginazione?,, penso."non credo, era troppo reale..,,

ci guardiamo per un millisecondo.

Mattia:"lo sento anche io.." mi sussurra.

"allora non è frutto della mia stupida immaginazione.."

Mattia:"siamo in due in questa stanza, in due sentiamo la stessa identica cosa ed in due sappiamo che dentro questa stanza non ci sono orologi."

"cosa potrebbe mai essere allora?"

Mattia:"se non lo sai te."

come al solito il silenzio venne a farci compagnia, purtroppo. rimaniamo così per un po' di tempo fino a quando lui non si decide ad aprire bocca mostrandomi due biglietti.

Mattia:"tua madre mi ha detto di darti questi al volo. Sono due perchè le farebbe piacere che venissi anche io."

"o semplicemente ne hai comprati due tu per andrci assieme."

Mattia:"potrebbe darsi che sia così."

"seh."

Mattia:"gne." scoppia una piccola risatina e la paura del ticchettio dell'orologio scompare.

passiamo del tempo a parlare assieme di quello che ci accade, lui racconta molte cose ed io, invece, racconto ben poco di quello che potrei dirgli. Un botto imporovviso ferma la nostra conversazione e ci voltiamo verso la porta; è chiusa e non abbiamo idea di come possa essere successo. Lui si avvicina alla porta e poggia la mano sulla manihlia ritraendola in men che non si dica.

"che succede? Scotta?"

Matrtia:"no, non scotta, è ghiacciata."

la temperatura della camera cala precipitosamente, tutto si congela, io tremo spaventata mentre Mattia si guarda attorno cercando di capire. Mi guarda preoccupato, mi vede spaventata e si avvicina a me; mi abbraccia cercando di riscaldarmi. Sul muro si forma una scritta rossa, un color cremisi intenso la cui frase incuteva timore, decisamente troppo timore.

"Lei è MIA.,,

solo tre parole. Com'è possibile che solo tre parole erano riuscirte ad impaurire entrambi? Improvvisamente qualcosa pare spingere via Mattia da me facendolo cadere a terra, eppure giuro che nulla lo ha toccato. Lui si rialza in fretta e furia, si riavvicina a me ma quando fa per cingermi con le sue braccia viene spinto ancora una volta via ed io vengo stretta da qualcosa, come se due braccia enormi mi stessero stringendo. Mattia si rialza ancora, vede il mio sguardo tra lo choccato e l'impaurito, prova ancora ad avvicinarsi; per l'ennesima volta qualcosa lo spinge via in malomodo, nel senso che, questa volta il povero ragazzo ha fatto amicizia in modo profondo con il muro.

"MATTIA!"

Mattia:"sto bene Jill tranquilla." dice con flebile voce rialzandosi.

irrompe sfondando la porta un infermiere.

I:"CHE STA SUCCEDENDO QUI?!"

noi due guardiamo l'infermiere impauriti; la scritta, il freddo, tutto quanto è scomparso e l'unica cosa rimasta è il solito ed inquietante ticchettio dell'inesistente orologio.



il demone della scatolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora