Capitolo 17

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È passata una settimana e mi hanno anche sfrattato .
Per fortuna, Levi , mi ha ospitato da lui senza cambiare idea .
Da quel giorno , non è cambiato niente , non mi ha nemmeno detto le motivazioni di quei due baci , anzi , sembra tutto come la prima volta che ci siamo incontrati , con la differenza che io ho
occupato la sua casa .

Sto studiando , perché tra meno di qualche settimana dovrei dare il mio primo  esame che mi permetterà di conseguire una laurea in psicologia.
Zeus che scodinzola felice al mio fianco, mentre giro in modo svogliato l'ennesima pagina , leggendo ,con non molta cura , l'argomento noioso.
Afferro un biscotto e lo mangio, sempre concentrato su quelle parole che adesso sembrano scritte in modo svogliato sulla pagina bianca.
Zeus abbaia,senza smettere di scondinzolare con la lingua da fuori, e mi volto verso di lui, togliendomi alcune briciole agli angoli della bocca.

- uhm..?-
Mastico ancora il biscotto e non mi ci vuole tanto tempo per capire che anche
lui ha fame.
Ne afferro uno dalla busta e glielo lancio, mentre la porta di casa si apre , rivelando Levi che è appena tornato da lavoro.

- ciao Levi.-
Gli sorrido, ma lui si limita a fare un movimento del capo, chiudendo la porta di casa con il tallone.

- giornata storta ?-
Chiedo , deglutendo il boccone .
Rotea gli occhi al cielo e sbuffa :- dimmi quand'è una giornata normale. Con quell'idiota non posso fare più niente .-
lancia delle carte sulla penisola e , nemmeno il tempo di domandargli se volesse qualcosa da mangiare , scompare in camera sua , chiudendosi la porta alle spalle .

Sospiro e mi lascio cadere sul divano , facendo scivolare il libro alla mia destra, mentre Zeus si accuccia sulle mie gambe .
Dopo un po' esce dalla sua stanza con un borsone sulle spalle ed una felpa addosso, dato
che fa molto freddo e si sta avvicinando l'inverno .
Non mi ha fatto mai sapere niente di dove andava ogni volta che lo vedo conciato in quel modo.
Si limita ad un
:- non mi aspettare tardi.- e se ne va , lasciandomi le chiavi di riserva in qualsiasi caso io mi annoiassi.

Sbuffo ed , una volta che se n'è andato , afferro il telefono da dentro la tasca, digitando il numero di Armin che risponde dopo nemmeno due squilli.
-ciao Eren .-
Sussurra.
Sorrido.
-Hey Armin . Cosa farai questa sera ?-

Levi's pov

Quello stupido di Farlan proprio così lontano mi doveva far andare ?

Penso, ringhiando  e cercando di calmare il mio nervosismo, essendo alla guida di un veicolo non Si dovrebbe  guidare con uno stato emotivo alterato, ma lui , i pugni, te li tira da dentro le mani.
Parcheggio davanti al locale e scendo dalla macchina, maledicendomi di non avermi messo qualcosa di più pesante , come una sciarpa o un giubbino.
A grandi passi, mi dirigo all'interno del locale e raggiungo subito gli spogliatoi . Farlan è già lì.
Infatti, mi saluta con la sua solita espressione da schiaffi in faccia.
- pronto per questo incontro ?-
- muori.-
Ride e si dirige fuori lo spogliatoio, mentre poggio il borsone sulle panchine in legno.

Che cazzo ha da ridere ?

Davanti a me , c'è quello che dovrebbe essere il mio avversario, dato che si sta vestendo con un pantaloncino e maglietta diversi dai miei in modo tale da potersi distinguere da me.
Mi spoglio  anche io ed incomincio a
mettermi la tuta .

- tu sei il mio avversario Ackerman , giusto ?-
Mi domanda  quando raggiungiamo entrambi l'uscita dello spogliatoio.

Incrocio le braccia ed annuisco, mentre lui ride , mantenendosi la pancia .
Lui guardo male , trattenendomi dal menarlo proprio qui, ed aspettando che entrambi siamo sul ring .

- sarà un gioco da ragazzi .-
Sorride ed esce fuori da lí con io che lo seguo a ruota .

Vedremo.
Vedremo chi vincerà .

Salto le corde del ring, entrando nel quadrato , e mi metto in posizione .
L'avversario , mi squadra ancora una volta dalla testa ai piedi e , trattenendo una risata , aspetta il momento per passare all'azione .

Il suono della campanella segna l'inizio dello scontro.
Assottiglio gli occhi in due fessure , sperando che abbiano avuto l'effetto desiderato facendomi sembrare un serial killer , e pongo le mani in avanti, mettendomi in posizione di difesa.

Eren's pov

Dopo che aspetto l'arrivo di Armin, ci avviamo  a piedi verso un locale più tranquillo , dato che oggi è Halloween e quindi potrebbero scorrazzare molti bambini per strada .

- Mikasa non è venuta ?-
Domando a lui, mettendo le mani nelle tasche del giubbino, affondando la testa nella sciarpa di mezzo tempo. 

Scuote la testa :- era impegnata a fare da baby-sitter ad alcuni cugini.-
Annuisco e mugolo dal freddo
.

Un bambino travestito da fantasma , si avvicina a noi e , con la solita frase, ci guarda , tendendo in avanti la busta con sopra
disegnata una zucca .

Controllo le tasche, nella ricerca disperata di qualche caramella, ma Armin mi batte sul tempo, mettendogli la caramella nella busta del bambino e sorridendogli.

- andiamo ?-
Annuisco e lo seguo verso una caffetteria .
Presi i posti, mi guardo intorno vedendo solo decorazioni di Halloween: zucche , teschi , ragnatele e persino una strega a misura d'uomo.
Ordiniamo due cioccolate calde e , quando  arrivano , ne verso all'interno tre bustine di zucchero.

- non vorrai per caso farti venire il diabete ?-
Ridacchia Armin , mentre gira la sua cioccolata calda.
Gli sorrido e faccio un sorso, afferrando anche un tovagliolo per potermi pulire
il labbro.

Ridacchio, vedendolo tutto sporco e lui inarca un sopracciglio con fare
confuso.

-sei tutto sporco.-
Gli porgo un fazzoletto pulito e lui, arrossendo, si pulisce dove si è sporcato.

Quando abbiamo finito la nostra bevanda e dato dei soldi alla commessa, usciamo dal locale, percorrendo la stessa strada insieme , ma , ad un tratto, gli squilla il cellulare e risponde , portandoselo
all'orecchio.

- oh... Annie.-
Arrossisce leggermente quando sente la voce della bionda dall'altro capo
del cellulare .
- certo che verrò .-
Dice dopo un po' e , salutandola , mentre chiude la chiamata, mi guarda con una faccia triste.

- cosa c'è ?-
Gli chiedo io e lui storce la bocca .

- dovrei andare da lei.-
Risponde timidamente per paura che io mi arrabbi.
Sorrido, dandogli una pacca sulla spalla.
- non preoccuparti.-
Mi guarda con quegli occhioni dolci e
fa un mezzo sorriso.
- sei sicuro di poter andare tu solo ?-
Annuisco e sospira .
- sta attento.-
- vai.-
Sorridendo ancora , corre in direzione opposta e io rimango ancora lì impalato, guardando la direzione verso cui è scomparso.
Sospiro e , mettendo le mani nelle tasche, mi avvio verso casa.

Una volta raggiunto l'appartamento di Levi e aver aperto la porta, qualcosa attira la mia attenzione : sul pavimento ci sono delle macchie di sangue che portano verso il bagno.

- merda.-
Sussurro, facendomi tanti filmini mentali e , munito di una padella, mi dirigo lentamente , e cercando di non far un minimo rumore, verso il bagno.

His obsession  IN REVISIONE °^°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora