Continuavo a sentire dei rumori provenire all'esterno della stanza. Continuai a rigirarmi nel letto cercando di prendere definitivamente sonno.
Mi girai dalla parte del muro, chiusi gli occhi.Sentivo il calore del piumone penetrarmi nelle ossa. Da sotto quelle coperte la vita sembrava così facile, così semplice. Dal momento che chiudi gli occhi il tempo vola e la tua mente con lui.
Non devi aver paura di niente, puoi solo sperare di fare un bel sogno. Un bel sogno che, almeno durante quei pochi istanti, ti faccia credere di essere felice. Un bel sogno che occupi alcuni istanti della tua giornata successiva, rendendola un po' più sopportabile.
I sogni sono così belli, ma così maledetti. Nati per farti star bene, per poi soffrire.
Gli incubi sono almeno più sinceri. Ti preparano ad una pessima gionata, anche perchè non bisogna aver paura degli incubi durante la notte, perché i veri incubi si hanno da svegli.Nella mia stanza regnava l'oscurità, fata turchina dei miei sogni.
Per un attiamo sentivo solo il mio respiro, mi raggomitolai in posizione fetale sotto le coperte stingendo il cuscino.
Iniziai a chiudere lentamente gli occhi.Facevo sempre una gran fatica a prendere sonno.
Iniziai a sentire gli occhi pensanti. Non opposi resistenza ad essi, lasciandoli chiusi.
Pensai a quanto facesse schifo il brodo che avevo mangiato per cena.
Pensai che sarebbe stato il caso andare a comprarmi qualcosa di opportuno per la nuova stagione.
Pensai a quanto fosse inopportuna la voce dei miei pensieri in quel momento, volevo solo dormire.
Pensai a tutte le cose più inutili immaginabili al mondo.Decisi di spegnere la mia mente per almeno venti minuti.
Proprio quando tutto il mio corpo e il mio cervello furono pronti per riposare, sentii la porta della mia camera aprirsi.
Decisi di non voltarmi, sperando che si trattasse solo di uno scherzo dovuto al poco riposo, oppure nell'errore di qualche infermiera.
Sentivo dei passi dietro di me, delicati, come se non volessero farsi sentire, anche se quest'ultimo piano non era riuscito un granché.
Proprio quando presi forza e decisi di alzarmi per vedere chi fosse, come anticipando i miei movimenti, il misterioso distruttore dei miei sogni d'oro si buttò addosso a me abbracciandomi.
Avvolta da quelle due braccia familiari che emettevano uno strano suono per via dei numerosi braccialetti, circondata da quel dolce profumo di pesca e ritrovati numerosi capelli in faccia, capii subito chi fosse il misterioso individuo.
Dopo aver realizzato che fosse Sara, cercai di abbracciarla anche io, ma le sue braccia attorno a me mi impedivano qualsiasi movimento.
Cercai mentalmente una buona ragione per la quale si trovasse qui alle sei di mattina, ma non ne trovai nemmeno una.Continuò con il suo abbraccio stile koala per parecchi secondi, impedendomi addirittura di parlare.
"Buon compleanno Grace" sussurrò al mio orecchio per poi staccarsi.
In un millesimo di secondo, da uragano, si trasformò in una leggera brezza che trovi sulle coste all'inizio di maggio. Lei era così. Amavo questo suo lato, sopratutto perché non si impegnava a nasconderlo.
Mi spostai con l'indice i numerosi capelli che mi erano finiti in faccia, cercando di regolarizzare il mio respiro.
Continuava a fissarmi con uno smagliante e raggiante sorriso a trentadue denti nel centro della stanza, difronte a me.
Controllai nuovamente l'orologio sul comodino per verificare l'ora.
"Come hai fatto ad entrare?" Le chiesi sorpresa.
Lei sapeva benissimo che in quel momento ero felice, ero felice perché lei c'era."Ho convinto l'infermiera a farmi entrare. Ha accettato solo perché è il tuo compleanno"
Si avvicinò a me e mi spostò i capelli dolcemente.
Prese con l'indice e con il pollice il mio lobo destro e poi, con le dita dell'altra mano, anche quello sinistro.
Iniziò a tirarmi leggermente le orecchie, ma mi scansai subito ridendo."Dio, Sara lo sai che odio queste cose" sbottai ridendo.
Ridemmo all'unisono.
"Lo so" rispose con aria saccente "ed è per questo che le faccio"La guardai in faccia e in quel momento i suoi enormo occhi marroni mi sembrarono più marroni del solito.
"Comunque, bel modo di fare gli auguri. Svegliare le persone di mattina presto intrufolandosi nella loro camera, con aria furtiva da chi ha appena commesso un reato e perlopiù tirargli le orecchie. No davvero, solo tu sei in grado di farlo." le dissi seria.
Scoppiò a ridere, in modo molto rumoroso. Per un attimo temetti che per via della sua forte risata, la avrebbero fatta uscire. Ma per fortuna, nessuno arrivò.
Si buttò sul letto accanto a me, avvolgendoli con un braccio le spalle, per poi stringermi a sé.
"Non cambierai mai, Grace"
Sorrisi guardando in basso.
Per una volta, fui felice di sentirmi dire quella frase. Per una volta, fui felice di non cambiare mai."Auguri Grace. Ti voglio bene"
Lei era sempre riuscita a dimostrarmi quanto mi volesse bene.
Quando stavo con lei mi sentivo veramente come se fossi a casa.
Con lei potevo mostrarmi indifesa, forte, aggressiva, triste o impaurita. Lei mi accettava. Quando stavo con lei potevo veramente essere me stessa.La vidi prendere la sua borsa e estrarne da essa un piccolo pacchetto.
Mi misi le mani sulla faccia per nascondere il mio imbarazzo. Ero sempre in gran imbarazzo quando gli altri mi facevano dei regali, non so il perché.
Me lo porse "Questo è per te"
Le sorrisi in imbarazzo prendendo il pacchetto.
Iniziai a scartare buttando la carta blu a terra.
Era un piccolo quadretto che ritraeva una foto di noi due assieme, io ero sulle sue spalle e ridevamo entrambe, perché stavamo per cadere.
Quella foto l'aveva scattata Justin qualche mese prima, eravamo nel cortile.
Quella volta dissi a Sara di me e Justin. La sua faccia fù indimenticabile.La guardai e la abbracciai.
"Grazie" le sussurrai all'orecchio.In quel momento sentii la porta aprisi. Mi girai e vidi Justin sorridermi. Mi alzai e corsi ad abbracciarlo, avvolta immediatamente dal suo profumo. Per un attiamo chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul suo petto. Mi baciò la fonte.
"Tanti auguri Grace, buon compleanno"
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Angel Guardian; jdb
Fanfiction"Che ci fa una ragazza bella come te in un posto brutto come questo?"