Capitolo 7

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Varcammo il bosco.
Subito fui travolta da un senso di pace.
Ogni volta che entravo lì dentro era una magia, l'unico posto dove ero davvero tranquilla.
Era molto buio, entrava poca luce dalle stelle a causa delle nuvole e degli alberi, solo un po' dai lampioni della strada.
Guardavo Genn, più intimorita io di lui.
Era un luogo sacro per me, se lo facevo entrare era perché mi fidavo davvero di lui.
Il primo affetto mai donato.
<<Non ti preoccupare per il buio, anche se è Halloween, non ci sono i lupi mannari>> risi.
<<Non ho paura Occhi Cielo>> rise anche lui <<anzi, mi sento a casa>>
<<Lo sapevo che ti avrebbe preso questo posto>> sospirai <<c'è una magia qua dentro, per quelli come noi. Per me è sacro Genn, vorrei lo tenessi a mente>>
<<Non me ne dimenticherò>>
Lo portai al centro.
I nostri passi si confondevano tra le innumerevoli foglie bagnate di cui non si distinguevano i colori.
Mi sedetti, incurante del fango, e lui di seguito a me.
<<Vedo che non hai paura della lavatrice>> sogghignai.
<<Esiste il Coccolino>> sospirò.
Ridemmo.
Appena riprendemmo fiato, lo guardai negli occhi.
<<Genn, tu sei davvero così?>>
<<In che senso?>>
<<Così come ti mostri a me, sei davvero te stesso? Io so fingere molto bene per esempio, non vorrei tu facessi lo stesso>>
<<Tu stai fingendo?>>
<<No, per la prima volta no>>
<<Neanch'io>>
Restammo un pochino in silenzio, con gli occhi bassi.
In quel momento tutto era più grande, eravamo diventati piccoli e impotenti, stanchi di combattere, in ogni senso.
<<When the days are cold and the cards all fold and the saints we see are all made of gold...>> cominciai a cantare.
<<When your dreams all fail and the ones we hail are the worst of all and the blood's run stale...>> continuò lui.
<<I want to hide the truth, I want to shelter you>>
<<But with the beast inside, there's nowhere we can hide>>
<<No matter what we breed, we still are made of greed>>
<<This is my kingdom come>>
<<THIS IS MY KINGDOM COME>> gridammo all'unisono, con una sorta di disperazione addosso.
E continuammo a cantare non curanti di quello che c'era intorno, del freddo, del bagnato, della situazione assurda in cui ci trovavamo.
Io e lui.
Da soli.
In un mondo che apparentemente non ci apparteneva.
Finimmo la canzone. Riprendemmo fiato, sorridendo tristi.
<<Demons...>> sussurrai.
<<Imagine Dragons...>> continuò lui <<Grazie, ne avevo bisogno>> mi sorrise.
<<Anche io. Perché siamo così?>>
<<Non lo so, davvero non lo so. Ti prego vieni qua>> mi disse aprendo le braccia.
Mi sedetti sulle sue ginocchia e lo abbracciai.
<<Non so perché ho bisogno di tutti questi abbracci...>>
<<Io non ne ho mai dati, è una cosa nuova per me...>> dissi timida sulla sua spalla.
Mi spostò per guardarmi negli occhi, sorridendo divertito.
<<Non hai mai abbracciato in vita tua?>>
<<Non così...>> arrossii.
Mi guardò in una maniera strana, che mi diede i brividi.
Poi si ributtò tra le mie braccia, lasciandosi andare sulla mia spalla, ed io sulla sua.
Dopo un paio di minuti, scoppiò a ridere.
<<Oh, ci siamo dimenticati dell'autobus>> rise a crepapelle.
Lo guardai malissimo, per poi scoppiare a ridere anch'io.
<<No ma va'?>> risposi alzandomi, sempre ridendo.
<<Penso mi dovrai ospitare...>> sogghignò.
Sospirai, prendendolo per mano e cominciando a camminare verso l'uscita del bosco.
<<Aspetta>> mi fermai a un certo punto.
Tirai fuori una bomboletta, e scrissi su un albero "CG".
Sorridemmo.
<<Mi sembrava il minimo>> risi.

Tornammo a casa.
Gli preparai il divano per dormire, ma mi fermò.
<<Ma come, non dormiamo insieme?>>
Lo guardai sbalordita.
<<Sei matto?>> risi.
<<No! Non hai mai dormito con un ragazzo?>>
Avvampai.
<<N-no...>>
<<Bene, è il momento della tua prima volta!>> prese il cuscino e la coperta e si diresse in camera mia.
Cercai di fermarlo, ma era già dentro.
Si guardò intorno, a suo agio. Posò il cuscino per terra di fianco al mio letto, la coperta, si levò le scarpe, la felpa e il cappellino e si sdraiò.
<<Buonanotte!>> annunciò, girandosi dall'altro lato e chiudendo gli occhi.
Scoppiai a ridere.
Ne approfittai della sua faccia dall'altro lato e misi il pigiama, nonostante mi sentissi in qualche modo osservata.
Mi venne il dubbio che in realtà mi stesse guardando.
Sorrisi, arrossendo da sola, e lo lasciai fare.
Mi stava succedendo qualcosa di strano dentro.
Stavo cominciando a rilassarmi, a non avere più paura delle persone.
E ad essere un po' più femminile, maliziosa.
E il non essermi girata per controllare che mi stesse guardando, lasciandolo fare, era una dimostrazione.
Mi raccolsi i capelli in una coda a lato un po' a caso, mi struccai e mi misi nel letto.
Spensi la luce e accessi le lucine attaccate al soffitto.
Dovevo sempre farlo.
Mi rilassava, e mi faceva addormentare.
Lasciai cadere le mani fuori dai lati del letto, con un tonfo e un sospiro.
Sentii solleticarmi la mano sinistra.
Era Genn, che stava tentando di intrecciare le sue dita con le mie.
<<È bellissimo>> sussurrò <<anch'io ce le ho quelle lucine>>
<<Lo so, le ho viste>>
Le avevo viste quel giorno che ero andata a pranzo con lui e Alex. Erano attaccate alle mensole sopra alla scrivania. Molto carine.
Non dicemmo più niente.
Le sue dita rimasero intrecciate alle mie, mi addormentai, e non ne sentii la mancanza neanche un secondo durante la notte.

La mattina dopo, non avevo più il calore della sua mano nella mia.
Sul mio comodino c'era una brioche e una tazza di the nero.
Lui era seduto davanti a me sulla mia poltrona, molto sorridente.
<<Buongiorno>> disse dandomi un bacio sulla guancia sedendosi anche lui sul mio letto.
<<L'hai fatto tu?>> chiesi sorpresa indicando la colazione sul mio comodino.
<<Sì>> sorrise soddisfatto.
Presi la tazza di the e lo bevvi. Era delizioso, diverso da tutti i tipi di the che avevo bevuto.
<<Genn che buonooo non pensavo sapessi farlo!>> esclamai sorpresa.
<<So fare un sacco di cose che tu non ti immagini neanche>> sorrise furbo.
Sorrisi, addentando la brioche.
Finii la mia colazioncina a letto, un pensiero a dir poco adorabile da parte sua.
Non avrei mai pensato che l'avrebbe fatto, che lo sapesse fare o che fosse il tipo da queste cose.
Non ne dava per niente l'apparenza.
<<Grazie grazie grazie grazieee>> lo presi per il collo e lo abbracciai forte.
Ridendo cademmo sul letto, e rimanemmo stretti stretti.
<<Perché l'hai fatto?>> giocando con una ciocca di capelli.
<<Per ricambiare la cortesia di avermi tenuto a dormire, di nuovo>> rise, mostrando quelle fossette che mi facevano impazzire.
<<Sei proprio dolce. In realtà non sembri così...>>
<<Faccio così con le persone con cui mi trovo a mio agio e a cui voglio bene, io ti voglio già bene, tanto>> disse ad occhi bassi.
<<Non ti vergognare, è una cosa bellissima>> gli diedi un colpetto sulla spalla con la testa come un gatto.
Mi guardò negli occhi teneramente.
Dopo vari minuti passati in silenzio, non avevamo nulla da dirci, dovette andare, e anche io, dovevo fare ancora un po' di prove con le ragazze per la serata.
<<Ci vediamo stasera ballerina>> mi salutò baciandomi la guancia.
Fu un bacio diverso, prolungato.
Eravamo rimasti fermi immobili, pietrificati, intenti a goderci il momento il più possibile.
<<Grazie>> mormorai.
<<A te>> si soffermò sulla porta, mi abbracciò un secondo e scappò via.
Non vedevo l'ora che arrivasse quella sera, per fargli vedere il mio impegno e amore nella danza. Volevo dedicare tutto a lui.

(Chiedo scusa per il minimo sfogo su "Demons", ma sono molto legata alla canzone e credevo ci stesse bene)
Vi ringrazio ancora per tutto il sostegno, vi voglio bene❤️

White Wood~TRILOGY |1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora