Capitolo 10

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Il giorno dopo, mi alzo, e prima cosa che faccio è prendere il computer.
Cerco ansiosamente "Scuola di danza Arabesque" e trovo subito quello che cercavo.
Via Duomo 19, Napoli.
Controllai anche gli orari delle lezioni.
"Modern Jazz - Celeste Capasso - Under 12 - 16.30~18.00"
Un sorriso spontaneo compare sul mio viso.
Le avrei fatto una sorpresa bellissima.

Pensai di usare la macchina invece di prendere il pullman.
Così poi l'avrei personalmente portata io e avremmo parlato senza disturbo.
Presi la macchina e mi avviai verso Napoli.
Parcheggiai ed entrai nella imponente scuola.
All'ingresso 2 signore sui circa trent'anni conversavano animatamente.
Appena entrai si accorsero subito di me e mi sorrisero.
<<Ciao! Hai bisogno di qualcosa?>> chiese una sorridente.
<<Ehm... Stavo cercando Celeste, è qui?>> chiesi impacciato.
Fece un'espressione mista al divertito e a una che finalmente ha capito qualcosa.
Lanciò un'occhiata alla collega, la quale rise di gusto, poi tornò a me.
<<Certo, è al piano di sopra a fare lezione. Vai pure>> sorrise.
<<Grazie>> dissi ad occhi bassi.
Salendo le scale, le sentii ridere.
Dovevano aver capito qualcosa di sbagliato.
Risi al pensiero.
Appese alle pareti c'erano foto di spettacoli, pezzi di giornale che parlavano della scuola e un paio di foto singole delle insegnanti che ballavano.
Guardai quelle di Celeste.
Erano bellissime, lei era bellissima, era tutto bellissimo.
Tra quelle mura si sentiva odore di fatica e passione, 2 cose che messe insieme formavano la perfezione.
Musica invitante rimbomba, e delle grida sovrastano le note.
<<E... SU! DAIII! 5, 6, 7, 8 E 1... ELISA ALZA QUEL RELEVÉ! E STOP!>>
Mi viene da ridere come un matto.
Sentire Occhi Cielo gridare è un evento a me estraneo che me la fa apprezzare ancora di più, pensando al contrasto con l'atmosfera di ieri sera.
Riparte la musica, e lei non si sente più.
Lentamente scosto la tenda che separa il corridoio dalla sala ed entro.
Vengo travolto da un'atmosfera appassionata e dolorosa, riesco a vedere la fatica nei volti delle giovani alunne di Celeste, che ora mi guardano curiose.
<<DAI RAGAZZEEE!>> richiama subito l'attenzione Occhi Cielo, senza distrarsi.
Mi siedo silenziosamente e le osservo.
Si alzano e si abbassano sulle punte perfettamente a tempo, sembra un'azione così semplice mentre nei loro volti si capisce la complessità.
Quando la canzone termina, le ragazzine corrono dalle bottiglie d'acqua, ridacchiando e guardandomi di sottecchi.
Occhi Cielo si gira, e alla mia vista il suo viso si apre in un'espressione stupita e felice.
Prende la bottiglietta d'acqua e si siede di fianco a me, stampandomi un bacio sulla guancia.
<<Ti abbraccerei ma sono sudata marcia>> rise.
<<Disturbo?>> sorrido complice.
<<No oddio, mi hai fatto una sorpresa bellissima>> sorrise immensamente.
<<Vai, fammi vedere come insegni maestra>> risi.
<<Stai attento perché potrei chiamarti da un momento all'altro e fartelo fare anche a te>> ammiccò.
<<Ok ragazze, oggi abbiamo un ospite, lui è Gennaro e rimarrà con noi tutta la lezione, quindi fategli vedere quello che sapete fare chiaro? Dai, proviamo il balletto>>
Ero leggermente imbarazzato, quelle ragazzine mi guardavano in una maniera strana.
Fece partire "Take me to Church", e subito cambiarono espressione.
Celeste si sedette di fianco a me sorridente.
<<Sono brave eh>> sussurrò orgogliosa.
<<Minchia>> risposi sbalordito.
Per essere giovani, con una canzone così pesante di significato, erano intensissime.
Ogni movimento forte, marcato.
Erano davvero, davvero brave.
E di sicuro, la maestra aiutava.
Sorrise.
<<Brave ragazze, Chia tu stai solo attenta nello stendere il piede nelle piroette, e tu Ludo alza ste gambe nel grand jeté... Dai, ancora>>
Passai una bella ora a guardare la sua lezione.
Era bello vedere la passione che trasmetteva alle sue alunne, tutto il suo amore per la danza.
Le ragazzine se ne andarono, ma io non mi mossi.
<<Balli per me?>> chiesi dolce.
Rise arrossendo.
<<Va bene...>>
Fece partire "She Wolf" di SIA.
Quella canzone la rappresentava tantissimo.
Le emozioni della sera dello spettacolo si ripresentano ancora più prepotenti e più forti.
Compie movimenti diversi dagli altri, è un altro genere di danza.
Con questo è più a suo agio, si muove con più agilità e leggerezza, allo stesso tempo con un'intensità travolgente, e una voglia negli occhi accesa.
Quando conclude, tira un sospiro liberatorio.
Mi limito a battere le mani, senza parole.
<<Sai, io qua dentro ci sono cresciuta... Potrebbe non sembrare, ma ha significato molto per me ballare questa canzone in questo posto, per te>> abbassò gli occhi.
I muri lilla, i numerosi specchi attaccati al muro, i legni chiari delle sbarre e del pavimento, i quadri di ballerine classiche appesi alle pareti, odore di lavanda.
Sapeva proprio di Celeste.
<<Fidati, l'ho sentito>> le sorrisi.
<<Vado a cambiarmi, aspettami qua>>
Tornò e scendemmo le scale.
<<Buona serata ragazzi>> ammiccò la donna con cui avevo parlato prima.
Io sorrisi, imbarazzato.
<<Smettila Vale, ciao Anna>> rise Occhi Cielo, salutando le signore.
Per risposta risero, piuttosto divertite dalla situazione.

<<Scusale, ma non mi hanno mai vista con un ragazzo e allora hanno capito male...>> disse imbarazzata in macchina mentre andavamo a casa sua.
<<Non preoccuparti, sono simpatiche. Chi sono?>>
<<Le mie maestre. Sono cresciuta con loro, loro mi hanno mandata a Roma e mi hanno fatta artista. Sono le mie salvatrici>>
Sorrisi, ne parlava come delle divinità.
Dovevano aver fatto molto per lei.
Arrivammo a casa sua.
<<Scusami, dovrei farmi una doccia. Fai come se fossi a casa tua, faccio il prima possibile>> sorrise imbarazzata, e sparì tra le stanze.
Mi sembrava strana, era come in ansia.
Accesi la televisione, misi su "Big Bang Theory".
Dopo una mezz'oretta, uscì.
Ero senza fiato.
Aveva una maglia nera a mezze maniche, dei jeans neri con gli strass e dei mocassini uguali, una collana d'oro intorno al collo e per la prima volta, una semplice borsetta blu.
I capelli appena piastrati lungo le spalle le incorniciavano il suo delicato viso leggermente più truccato del suo solito, le sue labbra rosee avrebbero fatto sciogliere chiunque.
Era imbarazzatissima, non faceva altro che tenere la testa bassa.
<<Può andare o è troppo?>> chiese quasi in un sussurro.
<<Sei... Bellissima>> uscirono strozzate le parole dalla mia bocca.
Arrossì ancora di più.
<<Vieni, andiamo>> la presi per la vita e la strinsi, dirigendomi verso la porta.
La condussi fino alla macchina, ed entrò molto discretamente.
Durante il tragitto, notai il suo sguardo perso.
Le presi la mano.
<<È tutto a posto?>> le chiesi premuroso.
<<Non sono mai stata ad una festa. Ho paura di non essere adeguata>> arrossì.
Risi dolcemente.
<<Non ti devi preoccupare, vai benissimo così come sei, e io non ti mollerò un secondo te lo prometto, e poi ci saranno anche Alex ed Ele quindi non hai assolutamente da preoccuparti. Ricordati, ci sono io per te>>
Mi sorrise, e mi strinse la mano.
Arrivammo davanti a casa di Leo, scendemmo dalla macchina e arrivammo davanti al cancelletto.
Odore di barbecue e musica assordante provenivano dal giardino posteriore.
Provai un senso di nausea improvviso.
In una sera avrei rivisto decine di persone di merda che avevano costruito il mio muro, facendomi chiudere.
E al pensiero di non riuscire a proteggere Celeste, mi venne un groppo allo stomaco.
Non lo avrei permesso.

Hy guys, spero il capitolo vi piaccia, non è il più bello che io abbia mai scritto, rimedierò con il prossimo giuro. Siete sempre di più, vi amo❤️ (P.S. Vorrei chiedervi perfavore di seguire Maast_  e dare un'occhiata alla sua storia sugli Urban, ha appena cominciato ma si prospetta interessante, aiutiamola un po' a crescere. Grazie a chi considererà questo post :) )

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