7° Notte - The scientist - Coldplay

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Ore 21.00

La porta si spalancò sotto i nostri occhi e sbattè contro il muro violentemente. Inizió a girarmi la testa per la confusione di quel rumore, per i tacchi troppo alti e ... beh anche perché Dylan mi teneva , anzi mi aiutava a sorreggermi . Subito dopo una voce bassa e rauca ci riprese.

"Lascaila stare, ci penso io. ..!" Disse Harold . Subito si scagliò vicino a me e prese il posto di Dylan . Mi aggrappai alla sua spalla mentre mi cingeva con il braccio i fianchi . Poi mi sussurrò nell' orecchio . " Non è il caso che ti togli questi cosi ? ... complicano solo le cose ...!" Guardai in basso. Non erano tanto alti e poi per una festa erano perfetti . Non mi sarei fatta persuadere così facilmente da un tono di voce così melodioso .

"No, mi piacciono ... e poi sono affari miei " dissi rialzando lo sguardo e agganciandolo al suo.

"E anche miei ... a quanto pare !" Disse mentre fece una mossa con le braccia. É vero , mi doveva accompagnare e con i tacchi la cosa sarebbe diventata mille volte più difficile di quanto non lo fosse giá. Dylan si schiarì la gola. Non mi ero dimenticata di lui ma ero presa dal mal di testa che proprio non mi andava di parlare con entrambi che sarebbero, quasi sicuramente, scoppiati a litigare.

"Okay, puoi anche andare ... grazie per averla aiutata ma adesso non servi più !" Disse Harold acido.

"Non prendo ordini ... soprattutto da uno come te! " rispose lui con lo stesso tono . Si fulminarono con lo sguardo.

""Uno come te" ? Spiegati ... razza di ..."

" ma certo , vuoi che ti faccia la descrizione di quello che sei ? credo che lo sai abbastanza bene. Comunque sia sei un puttaniere di merda e ...!"

"Okay ragazzi basta ... andiamo solo a questa festa e basta! " intervenni cercando di usare tutta la voce che avevo per farmi sentire da i due . Dylan si appoggiò alla parete incrociando le braccia convinto di restare.

"vuoi che te lo faccio dire da Susanna che te ne devi andare? " chiese Harold con tono sia acido che arrabbiato e furioso. poi si girò verso di me, mica si aspettava che rispondessi ? A volte era davvero infantile. Non sapevo cosa dire, mi trovavo perfettamente in mezzo a una strada a doppio senso. Le macchine venivano, una da destra e una da sinistra pronte a scontrarsi a qualsiasi costo. Una situazione davvero orribile. Non volevo dare ragione a uno dei due. Avrei sicuramente tradito in qualche modo la fiducia dell' altro. Così decisi di essere neutra e non dare ragione a uno dei due.

"Bhe, è tardi ... non è il caso che andiamo? Si staranno chiedendo del nostro ritardo ... e parlo di tutti e tre ... andiamo! " Dissi convincente mentre mi dirigevo verso la porta. Per un momento Harold rimase spiazzato da quelle parole e si immobilizzò. Si riprese e poi mi raggiunse subito cingendomi e offrendomi appoggio. Dylan era dietro di noi, sentivo i suoi passi e sopratutto il suo sguardo addosso. Chiuse la porta della stanza facendola sbattere. Subito dopo farfugliò qualcosa a bassa voce rivolta a noi.

" Non è meglio che la porto io fino alla porta dell'uscita? Se poi dovessimo incontrare la professoressa ... beh io non c'entro nulla ... voi inventate la scusa ..." Harold non rispose . Lo Guardai per un secondo .

"D'accordo ... vieni qui...!" Dissi infine sciogliendomi da Harold e allungando una mano verso Dylan. Lui si avvicinò e mi aiutò a sorreggermi. Ci avvicinammo alle scale e , quando stavo per perdere l'equilibrio, sentii una mano calda che mi reggeva il braccio. Dall'altra parte c'era Harold che mi aiutò a riprendere l'equilibrio con volto indifferente. Non mi sentivo molto a mio agio con entrambi al mio fianco, non perché fosse Dylan a sorreggermi ma perché dall'altra parte c'era Harold silenzioso, indifferente e , forse, anche un po' arrabbiato e questo mi faceva abbastanza paura, sentivo che da un momento all'altro sarebbe esploso. Scendemmo le scale lentamente.

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