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Bashed Out – This Is the Kit
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Elle parla con Harry.

Era passato poco più di un mese dalla serata all'SWX, ed Harry aveva trascorso la maggior parte del suo tempo a Villa Horan in compagnia di Niall e Liam. Mentre l'autunno imbruniva le foglie e l'aria si faceva ogni giorno più fredda, i ragazzi si rintanavano nel calore della stanza del biondo, spaziosa e accogliente come non mai. Fumavano, ridevano e parlavano di ogni cosa, paradossalmente calmi e sereni come se il tempo avesse smesso di scorrere. Fu un buon mese, ed Harry lo capì osservando il rossore vivo che aveva iniziato ad accendergli il viso.

Quando non rimaneva a Villa Horan, il riccio si ritrovava in compagnia di Louis, il quale aveva cominciato a lavorare da Sainsbury's da circa tre settimane. Harry sorrideva ripensando ai primi giorni del castano al negozio, il modo in cui aveva aggrottato le sopracciglia mentre gli aveva spiegato come utilizzare la cassa o come aprire la serranda della tabaccheria, lo sguardo perplesso che gli aveva rivolto quando gli aveva chiesto di pulire i pavimenti, i battibecchi quotidiani riguardanti l'orrenda divisa arancione che erano obbligati ad indossare e che Louis detestava ardentemente. Ogni ricordo produceva nel petto del riccio il brivido di una risata.

Lavorare con il castano si era rivelato ancor meglio del previsto. C'era intesa tra loro, ed Harry l'aveva capito immediatamente. Rispettavano l'uno il silenzio dell'altro, durante alcuni momenti della giornata, continuando però a scambiarsi occhiate d'intesa e mezzi sorrisi incredibilmente spontanei, sinceri scatti espressivi che il riccio scoprì di non poter controllare. Per quanto potesse essere socievole, Louis sembrava saper trovare un equilibrio abbastanza efficace da mettere il riccio a suo agio in qualunque occasione. Tra i due vigeva la stessa sintonia presente tra persone che si conoscono da tempo o, perlomeno, questa era la sensazione che Harry avvertiva, e non era sicuro di averla mai percepita prima di allora. Per quanto nuovo e sconosciuto, il pensiero lo emozionava.

Un giorno in particolare, il riccio si ritrovò a studiare l'atteggiamento del castano più del solito, il suo sguardo instancabile, una curiosità viscerale a pizzicargli la pelle. Osservò il suo atteggiamento nei confronti dei clienti, così attento e rispettoso, sincero e cordiale, il sorriso impresso sulle sue labbra invitante e rassicurante, il barlume nel suo sguardo gentile e caritatevole. D'istinto si accorse quanto Louis risultasse naturalmente accomodante, così tanto da rendere ogni sua azione calibrata nei minimi dettagli, ogni sua parola recitata alla perfezione.

Non era falso, di questo Harry si credeva sicuro. Forse l'avrebbe definito cauto. Cauto nel modo in cui misurava ogni espressione, muoveva le mani ed elargiva sorrisi, cauto come fosse disposto a mettere se stesso al secondo posto non tanto per bontà d'animo, ma per timore d'essere disturbato. Lo spazio che concedeva al prossimo gli permetteva di essere lasciato in pace, e solo ed esclusivamente per questo esisteva. Più vi rifletteva, più il riccio aveva capito quanto lui ed il castano fossero realmente diversi.

Harry era distaccato da qualsiasi cosa lo circondasse per natura. Non si interessava non perché non voleva, ma perché la maggior parte delle volte non riusciva, malgrado gli fosse capitato di desiderare il contrario. Era lontano come lo è un'increspatura sulle onde all'orizzonte, così piccola e distante da non essere in grado di produrre un reale effetto sulla terraferma dove la vita andava avanti senza di lui. Fingeva e mentiva non per proteggersi, ma perché farlo gli permetteva di rinchiudersi in quell'eterno presente in cui poteva limitarsi ad esistere, giorno dopo giorno, senza un inizio e senza una fine. Era convinto che solo così non avrebbe dovuto subire le conseguenze che naturalmente bloccano il cammino della gente e la spingono ad agire, una cosa che il riccio si era nel tempo convinto di non voler fare. Il pensiero lo annoiava.

Si chiese se la differenza tra lui e Louis fosse questa. Il suo disinteresse contro l'eccessivo interesse da parte del castano, l'uno nei confronti del mondo intero, l'altro di se stesso. L'uno non sentiva niente per noia, l'altro sentiva tutto per paura. Capì dunque che a legarli fosse l'incessante tentativo di allontanarsi il più possibile da qualsiasi cosa potesse recar loro dei danni e che, fino a quel momento, aveva funzionato.

BITE [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora