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The Louvre – Lorde
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I ragazzi organizzano una sorpresa a Louis.

Era ufficiale.

La festa per in onore dell'ormai passato compleanno di Louis si sarebbe tenuta quel weekend, più precisamente sabato sera – per fare in modo che fosse passato un mese esatto – la precisione di Elle non smetteva mai di impressionare –  a casa Tomlinson. Non avrebbero propriamente celebrato i suoi ventiquattro anni – perché, come avevano detto Elle ed Alice, Louis non gradiva particolarmente le feste di compleanno – ma sarebbe stata un'occasione per fargli un regalo e magari metterlo in imbarazzo, dal momento in cui la sola idea faceva gola all'intero gruppo. Gli avrebbero detto di raggiungerli prima per fargli una sorpresa e ubriacarsi insieme prima dell'arrivo degli invitati.

Nel complesso era un'ottima idea. Non avevano nemmeno bisogno di trascinarlo fuori di casa per gonfiare i palloncini e appendere lo striscione – perché Alice e Niall avevano insistito a farne uno – per fare in modo che lui non li notasse, siccome, in realtà, Louis passava la maggior parte del suo tempo al pub dove lavorava e nel letto di Harry.

Nelle ultime due settimane era diventato piuttosto meccanico, in effetti. Il riccio aveva ripreso ad andare al negozio la mattina e il pomeriggio, come sempre, e aveva cominciato a passare la pausa pranzo in compagnia di Louis. Lavorando uno di fronte all'altro risultò abbastanza semplice organizzarsi, e ogni giorno si trovavano per un'oretta circa, mangiando sandwich scadenti, bevendo Redbull e fumando troppe sigarette. Si salutavano sempre ammiccando e, a volte, Louis gli stringeva una natica da sopra i jeans attillati, facendolo ridacchiare.

La sera, quando Harry si trovava solo a casa, sapeva di dover aspettare il tanto atteso bussare alla propria porta – aveva chiesto a Liam di riparare il dannatissimo pomello – e apriva senza nemmeno chiedere chi fosse, sapendo benissimo che si trattasse di Louis. Nelle ultime sere aveva portato delle birre e un paio di spinelli da condividere, sicuro del fatto che Harry avrebbe certamente saputo come ringraziarlo.

Ed era bello, in realtà. Persino fantastico. E sì, erano passate poco più di due settimane, ma il riccio stava cominciando ad abituarsi a questa nuova routine. Lavorava di giorno, pranzava in compagnia del castano e, a volte, delle sue sorelle, e la sera non doveva fare altro che attenderlo a casa sua. Parlavano fino a notte fonda per poi rotolarsi nelle coperte e baciarsi a bocca aperta, illuminati dalla fioca luce della lampada sulla scrivania di Harry. In un certo senso, era come se Louis non fosse mai cambiato. Come se non avesse mai avuto quel periodo così buio in cui sembrava una persona diversa, lontana ed irraggiungibile, che si prendeva gioco dei sentimenti così fragili del riccio. Come se fosse sempre stato quel ragazzo, lo stesso che il minore aveva conosciuto così tanti mesi prima a quella splendida festa.

Nonostante questo, Louis continuava ad essere il pharmakòn di Harry in tutto e per tutto.

Perché era capitato, a volte, che il castano fosse stato particolarmente silenzioso. A volte non aveva voglia di parlare, altre diceva che quella notte sarebbe tornato a casa e che non si sarebbe fermato a dormire, e altre ancora sembrava quasi che facesse fatica a guardare Harry negli occhi. Entrava dalla porta con un sorriso spento, gli occhi vuoti, e lasciava il riccio completamente spiazzato, dolorante, come fosse stato punto dalla spina della rosa più rossa del giardino. A volte sembrava avere paura di essere toccato, come se quel semplice gesto potesse innescare una bomba nel suo cervello, facendolo impazzire completamente, mentre altre rispondeva in maniera secca e sgarbata, distogliendo lo sguardo.

Eppure, qualcosa era cambiato.

Perché ora Harry sapeva che Louis non voleva essere cattivo. Al contrario, Louis era spaventato perché era così sensibile.

BITE [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora