Morning Sex – Ralph Castelli
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Qualcosa cambia. Forse.Il giorno dopo, Harry si svegliò intorno all'una a causa di un raggio di sole che, filtrando dalla porta finestra del cortile, aveva illuminato il suo viso ancora addormentato, facendogli stringere le palpebre e stirare i muscoli. Quando trovò la forza di mettersi a sedere, osservò la scena davanti a sé.
Era ancora completamente nudo, rannicchiato sul divano con le gambe piegate e le braccia strette intorno al ventre. Al suo fianco, il divano leggermente schiacciato in più punti indicava che una seconda persona avesse dormito lì. Quando Harry spostò la mano per sfiorare il tessuto della sagoma invisibile, lo scoprì freddo, segno che la seconda persona se ne fosse andata da parecchio tempo. Nessun calore era rimasto, ed il riccio si trovò a schiacciare un brivido violento che lo colpì alla schiena.
La sera prima, dopo aver fatto sesso, Louis era collassato al suo fianco, ansimando rumorosamente e coprendosi gli occhi con un braccio. Harry aveva cominciato a regolarizzare il proprio respiro, per poi voltarsi verso di lui. Sentì il bisogno di incontrare quelle iridi blu, anche solo per un istante, senza nemmeno comprenderne il motivo. Forse solo per rendersi conto che fossero davvero lì, al suo lato, e che fossero ancora brillanti come le ricordava. La paura che potessero spegnersi lo assaliva quando meno se l'aspettava.
Ma Louis continuava a coprirsi gli occhi.
Harry aveva voltato anche il proprio corpo in sua direzione, rannicchiandosi al suo fianco, senza mai sfiorarlo. Temeva che un tocco di troppo potesse farlo sparire, quasi come fosse un animale impaurito, oppure quella felicità che Harry aveva provato alcune settimane prima e che era scivolata via dalle sua mani come sabbia finissima. Perché per un qualche assurdo motivo, nonostante la voce forte e le parole decise, nonostante i sogghigni e gli occhi accesi, Louis sembrava estremamente fragile. Ed il riccio aveva paura che un gesto di troppo l'avrebbe potuto spezzare come un vaso di ceramica.
Però era al suo fianco, ed Harry osservò come il movimento del suo petto si stabilizzasse, piano piano, per poi farsi regolare. Un sospiro beato soffiava fuori dalle labbra sottili appena schiuse, quelle labbra sempre così dure, ma allo stesso tempo così soffici e dolci. Lo guardò addormentarsi, senza nemmeno proferire parola, senza nemmeno guardarlo, gli occhi ancora coperti dal suo braccio.
Harry concentrò il suo sguardo sulla sua mano, a pochi centimetri dal proprio viso, e poi sul suo polso, sul quale il tatuaggio di un teschio macchiava la pelle liscia. Senza nemmeno rendersene conto cominciò a sfiorarlo delicatamente, con la punta delle dita, facendo attenzione a non svegliare il castano. Quel semplice tocco, così innocuo e casuale, sembrò calmarlo. Sfiorando quel disegno così scuro, Harry sentì l'essenza di Louis sotto i polpastrelli e, consapevole che fosse reale e che fosse al suo fianco, cadde in un sonno profondo, senza sogni e senza incubi.
Ma la mattina dopo, Louis era sparito, lasciandosi alle spalle nulla di più se non una sagoma vuota e fredda. Harry la fissò per quelle che parvero ore, una nuova ansia mai provata prima pronta a divorargli lo stomaco.
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"Cos'è?"
Harry era a lavorare quando Elle si era presentata al negozio senza alcun preavviso, i lunghi capelli rossi acconciati alla meno peggio e una serie di libri sottobraccio. Sorrideva allegramente, e i suoi occhi brillavano della fioca luce del sole che si insinuava tra le nuvole scure. Disse che era in pausa e che aveva voglia di andare a trovarlo, e così aveva fatto. Aveva anche detto di avere un regalo per lui, e mentre Harry aveva sfoderato un sorriso curioso, alzando un sopracciglio, la ragazza aveva sfilato dalla pila di libri un piccolo manuale rosso, porgendolo poi al riccio, che lo osservò confuso. Quando aveva chiesto di cosa si trattasse, Elle aveva sorriso.
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BITE [in revisione]
FanfictionHarry Styles ha deciso che la vita non ha più alcuna importanza. Rinnega le emozioni, concedendo tutto se stesso alla droga nel disperato tentativo di scappare da quella realtà così crudele che non ha fatto altro che condannarlo sin dal primo giorno...