Il compito che gli affibiarono i bimbi sperduti per quella giornata fu occuparsi della raccolta della legna per il fuoco. Vagò ore ed ore per la foresta, caricando di legna una sorta di carellino e trainandolo con sé, su per le colline e attraverso i torrenti. Quello non era un lavoro per una ragazza. Oltre ad essere estremamente faticoso doveva andarsene in giro tutta sola per una foresta piena di insetti, animali feroci ed erbacce velenose.
Si appoggiò ad un tronco per riprendere fiato. Non aveva nemmeno pranzato e le forze le andavano a mancare. Prese la borraccia appesa alla cintura e fece lunghi sorsi d'acqua fresca. Almeno quei selvaggi avevano avuto l'accortezza di darle dell' acqua e un'arma per difendersi in casi estremi.
Riprese il suo cammino, ora alla ricerca di qualcosa da poter mettere sotto i denti. Finalmente si ritrovò davanti un grazioso cespuglio carico di bacche rosse e blu. Non era così stupida da mangiare pietanze di cui non conosceva la natura, ma provò comunque a coglierne una.
"Se fossi in te non mangierei quelle blu." disse una vocina acuta proveniente dalle sue spalle.
Parker si girò di scatto tirando fuori la spada e puntandola guardinga davanti a sé. Si stupì nel vedere una ragazza, la prima che vedeva da quando era sull'isola che non c'è.
"Chi sei?" chise Parker senza abbassare l'arma.
La ragazza aveva la carnagione ambrata e due lunghe trecce le scendevano fino ai fianchi. Dall'abbigliamento si poteva dedurre fosse un'indiana. A Parker ricordava tantissimo Pocahontas.
"Sono la principessa Giglio Tigrato, figlia del capo tribù. E tu sei?" domandò scrutandola curiosa.
Parker abbassò la spada. Non le sembrava minacciosa. "Giglio Tigrato?". Le sobbalzò il cuore. Era lei allora quella ragazza di cui parlava il pirata. Il giocattolo di Pan. Parker si chiese se per giocattolo intesse davvero quel che pensava. Si destò dai suoi pensieri arrossendo.
"Mi chiamo Parker Cross." ritirò definitivamente la spada nel fodero.
"Non ti ho mai vista da queste parti Parker Cross. Sei un pirata?". Giglio Tigrato sembrava proprio una brava persona, l'unica persona decente su quell'isola forse. Aveva uno sguardo dolcissimo, come una bambola di porcellana.
Parker sorrise. "Chiamami Key. No no. Niente pirata. In realtà sono semplicemente una ragazza che si trova in una situazione da cui non vorrebbe far altro che scappare." si sedette a terra sull'erba verde, stremata per la fame e la stanchezza.
"Key! Lo so che non ci conosciamo, ma se vuoi sfogarti. Dicono che funziona meglio sfogarsi con gli sconosciuti che con gli amici." disse l'indiana sedendosi a gambe incrociate accanto a lei.
"Intanto che racconti puoi anche mangiare le bacche. Sembri affamata. Quelle rosse mi raccomando, le altre sono velenose."
Parker iniziò il suo racconto, di come era finita li e di come odiava ma allo stesso tempo era attratta da quel luogo e dal suo padrone. Nel mentre sgranocchiava le bacche rosse del cespuglio che gli stava accanto. Erano aspre e a volte non riusciva a trattenere smorfie di disgusto. Nonostante quello continuò a mangiarle per placcare il brontolio del suo stomaco.
Man mano che andava avanti con la sua storia, vedeva il viso di Giglio Tigrato intristirsi sempre di più senza capirne la ragione.
"Scusa forse ho parlato troppo e ti ho scossa con tutta questa vicenda."
Giglio Tigrato abbassò lo sguardo e iniziò a giocare con dei fili d'erba.
"No tranquilla. Non è per te. Trovo solo strano che Peter non mi abbia parlato di te." disse con tristezza. "Mi dice tutto di solito."
"Penso che sia perché mi detesta, come io detesto lui. Alle persone non piace parlare della gente che non si sopporta." cercò di rassicurare la ragazza che non le rispose.
"Siete molto amici?" chiese poi la rossa.
Questa volta Giglio Tigrato alzò lo sguardo e le rispose.
"In realtà no. Ci divertiamo e basta." rispose con gli occhi lucidi.
"Con ci divertiamo e basta intendi.." Per chissà quale ragione Parker era interessatissima di scoprire quale relazione ci fosse tra la principessa e Pan.
"Sesso, si."
Parker arrossì e si maledì per quella domanda tanto intima.
Imbarazzata si mise in piedi e recuperò il carretto della legna.
"Ora è meglio che ritorni all'albero casa, prima che mi diano per dispersa." scherzò cercando di allentare la tensione.
Stava per allontanarsi quando Giglio Tigrato la fermò trattenendole il braccio.
"Cosa provi per Peter?" Le lacrime le rigavano il viso. Ne era innamorata. Lo aveva capito non appena aveva nominato il suo nome.
Non seppe rispondere immediatamente. Dovette pensarci per diversi secondi.
"Capisco." disse l'indiana.
"No, aspetta. Cos'hai capito?"
La prese per le braccia guardandola negli occhi.
"Principessa, mi devi credere. Io non provo niente per Pan, se non una voglia assurda di prenderlo a schiaffi. Lo odio e questo non cambierà mai." disse il più convincente possibile. Non comprese se voleva farlo capire a Giglio Tigrato o lo stava dicendo a se stessa.
La principessa sorrise.
"Ti credo." Si asciugò le lacrime e salutò la rossa.
"Ci vediamo presto, Key."
Parker la salutò con un gesto e prese il sentiero per l'albergo casa, trainando dietro si sé il maledetto carretto.Durante l'arco della giornata non era mai uscito dalla sua stanza. Se ne stava sdraiato sul letto guardando il soffitto a braccia incrociate.
Sentì bussare alla porta e svogliato andò ad aprire.
"Felix cosa vuoi. Avevo detto che non volevo essere disturbato oggi." disse irritato.
"Scusa capo, ma c'è la principessa indiana che insiste per vederti." Peter roteò gli occhi scocciato.
"Falla salire." disse chiudendo la porta e raggiungendo la finestra.
Era già calato il buio e s'iniziavano ad intravedere le prime stelle.
Alle sue spalle sentì aprirsi e richiudersi la porta.
"Ti ho sempre detto che non voglio che tu venga qui." disse continuando a guardare il cielo scuro.
"Perché non mi hai parlato della ragazza, quella Parker Cross." Dalla sua voce capì che era sul punto di piangere.
Pan si voltò per guardarla.
"E tu sei venuta fin qui per chiedermi questo?" Notò che la principessa non lo guardava negli occhi.
"Ti prego rispondimi."
Peter stava perdendo la pazienza.
"Se non sei qui per farmi divertire un po' allora vattene. Non ho bisogno di altri problemi."
Giglio Tigrato gli si avvicinò senza dargli nemmeno il tempo di accorgersi di averla così vicino. Lo baciò dolcemente cercando di trasmettergli attraverso quel bacio tutto il suo amore. Peter prese le redini e iniziò a baciarla più appassionatamente senza nessun sentimento, ma solo passione. La prese in braccio senza smettere di baciarla e la distese sul letto iniziando a spogliarla. In quel momento tutta la tristezza della principessa svanì. Peter aveva bisogno di sfogare la sua rabbia, ma nonostante avesse davanti una splendida ragazza non riusciva a concentrarsi su di lei. Il suo corpo si muoveva ma la sua testa era altrove.
Dalla sua camera si sentivano i bimbi sperduti ballare e divertirsi intorno al loro solito fuoco scoppiettante. E tra le risate Peter distinte subito quella di Parker. Era tornata dalla sua "missione" nella foresta. Era lì. E sembrava felice. Smise di baciare Giglio Tigrato e corse alla finestra. Guardò di sotto e vide la chioma rossa di Parker spiccare tra la folla. Stava ballando allegra con Felix, che la faceva piroettare con grande abilità. Era la prima volta che la vedeva sorridere. Non aveva mai invidiato una persona, ma in quel momento avrebbe voluto essere al posto Felix, e poter stare accanto alla ragazza. Il sangue gli pulsava nelle vene ed era geloso, molto geloso.
"Peter va tutto bene?" Guardò ancora per un secondo la figura di Parker saltellare per poi rivolgere l'attenzione a Giglio Tigrato, sul letto che si copriva il seno con un lembo del lenzuolo.
"Vestiti si va ad una festa."
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The real Pan
FanfictionOgni settimana a Londra spariscono misteriosamente dei ragazzi, senza lasciare tracce. Parker Cross ha sedici anni: pelle chiara, capelli rossi boccolosi e profondi occhi color cioccolato. Svolge una vita normalissima: scuola, amiche, fratello teppi...