Non aveva mai avuto un grande senso dell'orientamento, e per l'ennesima volta ne ebbe la conferma. Le sembrava di girare intorno senza concludere nulla, trasportando il carretto con fatica. In quella foresta tutti i sentieri sembravano gli stessi e tutti gli alberi erano identici. Come faceva una londinese abituata ai cartelli e alle indicazione stradali a trovare la via giusta, solamente con l'aiuto del suo istinto? Fortunatamente, dopo svariati tentativi, trovò la strada del ritorno appena prima del calar del sole. Con suo grande sollievo arrivò sana e salva all'accampamento. I bimbi sperduti stavano già preparando la cena. Avevano allestito un bancone con delle assi, dove vi erano appoggiate grandi prelibatezze pronte per essere messe sul fuoco. Vide suo fratello correrle incontro. "Finalmente sei qui. Pensavo ti fossi persa." disse stringendola tra le braccia. Parker accolse con piacere l'abbraccio del fratello.
"In realtà mi sono persa. Ma alla fine ho trovato la strada." Si divincolò dal fratello e gli mostrò il carretto.
"Hai visto? Non sono stata bravissima a trovare tutta questa legna di qualità inestimabile?" scherzò fiera di se stessa.
Furono raggiunti da Felix, l'unico bimbo sperduto che Parker sopportava.
Era anche l'unico con cui aveva intrattenuto una coversazione a dirla tutta. Con gli altri non aveva aperto bocca.
"Bravissima Parker." disse Felix appoggiandole una mano sulla spalla.
"Come ricompensa questa sera non ti toccherà il turno di cucinare." disse sorridendole.
"Con tutta la fatica che ho fatto oggi mi sembra il minimo."La cena fu molto più tranquilla di quella precedente. Tutti erano sereni e scherzavano come un gruppo di normali adolescenti. Senza lo sguardo assassino di Pan, si respirava un'aria migliore pensò Parker. Non resistette, però, alla tentazione di chiedere che fine avesse fatto quella bestia.
"Ma il vostro amato capo se l'è svignata?" chiese a Felix seduto accanto a lei. Stava mangiando quelle bacche che aveva provato anche lei quel pomeriggio. Il solo ricordo la nauseò.
"È nella sua stanza. Ha ricevuto visite dalla principessa Giglio Tigrato e non l'ho più visto da allora." disse malizioso facendole l'occhiolino.
Cercò di non mostrarsi scossa per quella risposta, ma Felix notò subito il suo turbamento.
"Stai tranquilla rossa. Non prova niente per quella ragazza." sghignazzò dandole una leggera gomitata.
Parker arrossì. "Non m'interessa cosa prova o cosa non prova." rispose picata, ma Felix la continuava a guardare di sott'occhio.
"È la verità Felix." Cercò di concludere l'argomento e con sua sorpresa ci riuscì.
"Va bene. Ora che hai finito anche tu la cena è ora di ballare." Felix si alzò da terra abilmente e le tese la mano.
"Mi vuole concedere questo ballo, madame?"
Parker scoppiò a ridere.
"Stai scherzando vero? Io non so ballare."
Anche gli altri bimbi inziarono ad alzarsi e a danzare a ritmo dei tamburi.
"Guardati intorno rossa. Qui nessuno di noi sa ballare." La tirò in piedi con la mano e inziarono a muoversi come pazzi, insieme agli altri ragazzi. Anche James si stava divertendo. Si stava facendo insegnare a suonare un bongo e non se la cavava per niente male. Non avrebbe mai detto che si sarebbe divertita così tanto insieme a quei selvaggi, ma era così. Anche la stanchezza era svanita, lasciando posto alla spensieratezza e all'allegria.Non seppe calcolare da quanto tempo stesse ballando, quando i tamburi smisero improvvisamente di emettere musica e tutti i bimbi arrestarono il loro dimenarsi guardando verso l'albero casa. Parker guardò in quella direzione e vide Pan uscire dall'ingresso dell'albero, la sua mano stringeva quella di Giglio Tigrato.
"Oh non fermatevi. Continuate la vostra festa, ci voleva solo unire a voi." disse facendosi largo tra la folla e mettendosi a danzare a pochi passi da Parker e Felix. La musica ripartì e Felix riprese a far volteggiare la sua accompagnatrice. Parker cercò di non pensare al fatto che Peter era così vicino a lei e stava facendo ballare un'altra ragazza. Di tanto in tanto guardava verso di lui ed ogni volta ritrovava i suoi occhi blu puntati su di lei con un sorriso malizioso.
"Non l'avevo mai visto ballare." disse Felix rallentando il ritmo per permettere loro di parlare.
"Cosa non si fa per far ingelosire una ragazza." guardò Parker negli occhi sorridendo.
Lei ricambiò lo sguardo senza capire di casa stesse parlando.
"Ti credevo più sveglia rossa." Parker lo fulminò con lo sguardo. "Io sono sveglia."
Felix le fece fare una giravolta per poi riportarsela vicino, cingendole i fianchi.
"Se lo fossi davvero allora capiresti che sta solo cercando di farti ingelosire."
Si voltarono entrambi verso Pan che continuava a guardare nella loro direzione senza far caso alle attenzioni di Giglio Tigrato.
"Come fai a dirlo?" chiese Parker.
"Sono stato il secondo bimbo sperduto dopo di lui. Lo conosco da una vita. Non c'è niente che può nascondermi."
Vide la ragazza incantarsi sulla figura di Pan. Provava a non essere gelosa ma non ci riusciva.
Felix le si avvicinò all'orecchio.
"Potremmo fare altrettanto." Le prese il mento e glielo alzò leggermente per permettere ai loro occhi di incrociarsi. Erano davvero vicini. Senza indugi la baciò stringendola a sé. Entrambi sapevano che quel bacio non significava niente, era solo un mezzo per far scatenare l'ira di Pan. Magari avrebbe ammesso i suoi sentimenti per Parker una volta per tutte, e l'unica cosa che voleva Felix era vedere il suo migliore amico felice. Magari avrebbe smesso di fare il tiranno.Vedeva Felix parlare allegramente con Parker, che ogni tanto guardava dalla sua parte incrociando il suo sguardo.
"Peter mi sento onorata ad essere la prima ragazza che fai ballare nella tua vita." disse allegra Giglio Tigrato cercando di seguire il ritmo dei tamburi.
Peter era del tutto assente, pensava solo a un modo per far morire di gelosia la ragazza, ma non sembrava riuscirci bene. Lei sembrava interessata alla conversazione che stava intrattenendo con il suo migliore amico. Come avrebbe voluto sapere l'argomento della conversazione. Vide Felix far roteare Parker per poi prenderla per i fianchi. Strinse i pugni e s'irrigidì.
"Peter stai bene?". Non rispose.
Continuò a guardare i due ballerini che aveva davanti. Felix sussurò qualcosa all'orecchio di Parker. Le sollevò il mento delicatamente e la baciò. Era arrivato al limite. Spinse lontano da se Giglio Tigrato e a grandi passi raggiunse Felix. Lo prese per le spalle e lo scaraventò a terra. Si buttò a carponi su di lui e gli diede un pugno. Non voleva fargli male sul serio, perciò non usò la sua forza demoniaca ma solo la sua parte umana. Dopotutto voleva bene a quel ragazzo. La situazione si ribaltò. Ora era Felix a star sopra.
"Cosa vuoi fare Peter? Uccidere di botte il tuo migliore amico?" urlò Felix cercando di tenere fermo Peter.
Il ragazzo riuscì a sgusciare via e si portò in piedi. Anche Felix si alzò e parò agilmente una serie di pugni. Pan lo sorprese con un calcio al fianco che lo fece cadere a terra dolorante.
Peter stava per colpirlo di nuovo, quando Parker gli si buttò adosso stringendolo tra le braccia per tentare di tenerlo fermo.
"Peter basta. Lascialo in pace."
Sotto quella stretta Peter si tranquillizzò e riprese controllo di se.
Tutti lo stavano fissando. Giglio Tigrato era in lacrime.
Si mise in piedi su un tronco tagliato come fosse un vero generale.
"Questa ragazza appartiene a me. Se qualcun'altro dovesse anche solo sfiorarla, se la vedrà con la mia spada." Guardò Felix appoggiato a terra che si massaggiava il fianco. "Questo vale anche per te amico mio."
Parker furiosa salì anche lei sul tronco e lo spinse giù, facendolo inciampare. Peter riuscì a mantenere l'equilibrio e non cadde a terra.
"Io non sono un'oggetto. Non appartengo a nessuno, se non a me stessa." disse furiosa continuando a spingere il ragazzo.
"Cosa diavolo vuoi da me?" disse iniziando a piangere.
"Io ti odio Peter Pan. Ti odio."
In quel momento si sentì un gran fracasso. Parker si girò di scattò e guardò verso la foresta. Anche Pan sembrava preoccupato. D'un tratto tutti i bimbi sperduti compreso James e Felix, che si era lentamente alzato, si accasciarono a terra come morti. Parker corse verso il fratello e vide che stava respirando. Stava solo dormendo per fortuna.
"Che succede Pan?" chiese in preda al panico Parker. Anche Giglio Tigrato sembrava scossa.
Peter si guardò intorno senza capire cosa stesse succedendo.
La sua domanda non tardò ad ottenere una risposta.
L'accampamento venne circondato da decine e decine di pirati guidati da Uncino.
"Pan! Non ho saputo resistere alla tentazione di invadere nuovamente il tuo terrorio." sghignazzò. Aveva un arco in mano.
"Ti avevo avvertito capitano. Non crederai davvero che riuscirai a fermarmi. Anche con tutta questa orda di pirati che ti sei portato appresso, sono sempre io il più forte." disse camminando su e giù con assoluta calma.
"Si questo è vero. Per questo ho portato un arco con me." disse puntando l'arco verso Peter.
Il ragazzo rise. "Forza tira. Magari questa volta riesci a centrarmi." sogghignò.
Uncino scoccò e Parker trattenne il respiro. Sarebbe morto davvero? Sentiva già il dolore spezzarle il cuore. Chiuse gli occhi, ma non sentì nessun gemito, nessun suono. Aprì gli occhi e vide Peter sorridente stringere la freccia tra le mani. Era riuscito a bloccarla.
"Visto capitano. Hai fallito ancora una volta." Non riuscì a terminare la frase che si sentì irrigidire. Provò a parlare e a muovere braccia e gambe ma senza successo.
Un'ondata di risate partì in direzione dei pirati.
"Non volevo ucciderti Pan. Certo un giorno succederà, ma oggi farò molto peggio." sghignazzò.
Giglio Tigrato urlò.
"Cosa gli hai fatto mostro?"
"Principessa non ti avevo nemmeno vista. Avrai sentito parlare di uno speciale inchiostro fornito dalle sirene. Ecco è quello che ha immobilizzato il tuo amato Peter. Quella freccia ne è cosparsa."
Le due ragazze non sapevano cosa fare. Erano immobili che assistevano alla scena.
"Cos'hai fatto hai bimbi sperduti?" chiese Parker.
Uncino le si avvicinò lentamente.
"Ho messo un sonnifero nelle vostre bacche, ma a quanto pare voi non le avete mangiate." Accarezzò la guancia di Parker sapendo che così facendo avrebbe fatto impazzire di rabbia Pan, che poteva guardare ma non agire.
"Che cosa vuoi?" domandò la ragazza con una vena d'ira.
"Sono qui per te piccola." Detto questo qualcosa la colpì in testa e tutto divenne nero.
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The real Pan
Fiksi PenggemarOgni settimana a Londra spariscono misteriosamente dei ragazzi, senza lasciare tracce. Parker Cross ha sedici anni: pelle chiara, capelli rossi boccolosi e profondi occhi color cioccolato. Svolge una vita normalissima: scuola, amiche, fratello teppi...