Il sole era appena sorto sull'isola che non c'è, illumininado di sfumature arancioni tutto il paesaggio. Parker si svegliò molto presto quella mattina. Voleva porter sgattaiolare fuori dall'albero casa senza dover temere d'imbattersi in qualche bimbo sperduto. Aveva l'estrema necessità di farsi un bagno. I capelli le puzzavano di fumo ed il pigiama altrettanto.
Sgusciò fuori dalle lenzuola e s'infilò le ciabatte. Nonostante non volesse indossare quegli abiti da selvaggia che le avevano portato in camera, ora non aveva altra scelta se voleva lavare il pigiama senza poi andarsene in giro nuda. Scocciata prese i vestiti dal comò in vimini che aveva in stanza ed uscì dalla porta.
Fece uno scalino per volta, facendo attenzione a non farli scricchiolare. Con suo grande piacere non incontrò nessuno ed uscì dall'albero casa tranquillamente. Quando guardava fuori dalla finestra di camera sua, intravedeva una cascata sbucare tra gli alberi della foresta. Cercò di orientarsi e di localizzarla seguendo il percorso mentale che avrebbe potuto condurre ad essa. Senza troppa difficoltà la trovò. Non era lontana dall'albero casa ed era abbastanza appartata da potersi fare un bagno senza essere vista da nessuno.
Era un luogo magnifico. La cascata si gettava all'interno di una piccola laguna blu circondata da una vegetazione tropicale fatta di fiori colorati e foglie mai viste e di rocce che incorniciavano il tutto. Rimase per qualche secondo incantata a rimirare quel paradiso terrestre. Una volta tornata in sé iniziò a togliersi il pigiama sporco, lasciandolo cadere accanto a lei sulla sabbiolina bianca. Diede un'ultima occhiata per controllare se era veramente sola per poi togliersi anche reggiseno e mutande. Senza aspettare oltre si gettò in acqua. Era caldissima e così rilassante che in un batter d'occhio si dimenticò di tutti quei problemi che le affollavano la mente in quei giorni. Nuotò spensierata e s'immerse nel candore dell'acqua. Era così cristallina che riusciva a vedere i pesciolini nuotare allegri intorno alle sue gambe. Non seppe calcolare il tempo che rimase immersa nella laguna. Sarebbe voluta restare li per sempre, in quello stato di quiete assoluta. Uno scricchiolio la fece sobbalzare. Si guardò intorno spaventata, ma non vide nessuno, finché quel nessuno le si presentò davanti alla visuale.
"Una sirena in una laguna. Ti sei persa, tesoro?"
Non aveva mai visto quella persona, ma non poteva essere un sottomesso di Pan. Era troppo grande, un uomo. Avrà avuto sui trentanni, ma nonostante questo era forse l'uomo più affascinante che Parker avesse mai visto. Vestito di pelle dalla testa ai piedi, con collane ed orecchini. Ma la cosa che la colpì maggiormente era che al posto di una mano aveva un uncino.
Parker si nascose in acqua lasciando fuori solo la testa dal mento in su. Non era mai stata tanto imbarazzata.
"Non sono una sirena. E non è carino spiare una ragazza mentre si fa il bagno." gli urlò arrabbiata.
"Non era mia intenzione. Se vuoi uscire mi giro e giuro che non ti guarderò. Parola di pirata."
La ragazza impallidì. "Pirata?!" sussurrò incredula tra sé e sé.
"Allora girati che sto uscendo." disse in attesa che l'uomo si girasse.
Questo lo fece e Parker raggiunse i vestiti e se li infilò come se avesse avuto la super velocità di Flash.
"Ok sono vestita."
Il pirata si girò e la guardò innarcando un sopracciglio.
"Avevo capito che fossi una ragazza non una bambina."
Parker parve offesa da quella frase. Non era poi così piccola.
"Ho sedici anni. Non sono una bambina."
"Pensavo di aver trovato l'anima gemella e invece.." scherzò. "Sai qui le ragazze scarseggiano. Le uniche presenti sull'isola sono quelle della tribù, con cui non sono in buoni rapporti." disse senza mai staccare gli occhi da Parker.
"Approposito ma tu da dove sbuchi?" le chiese avvicinandosi a grandi passi.
Non fece nemmeno in tempo a rispodergli che una figura si piazzò tra Parker e il pirata.
"Capitano Uncino. Qual buon vento. Sbaglio o sei nel mio territorio?" chiese Peter, piombando all'improvviso dal cielo, guardandolo in cagnesco.
"Non pensavo che questa laguna ti appartenesse." disse portando la mano all'uncino e sfregandoselo come per lucidarlo.
"Beh ora lo sai. Quindi cerca di stare lontano da qui. E sopratutto stai lontano da lei." Fissava Uncino con uno sguardo assassino.
Parker rimase stupita dalla frase di Pan. La stava difendendo. Per quale assurda ragione una persona prima ti minaccia e poi ti difende si chiese.
"Ti sei trovato una ragazza Pan?" sghignazzò. "Cosa nei hai fatto di quella indiana, la principessa Giglio Tigrato." Pan non smise di squadrarlo crudelmente. "Ah giusto è solo il tuo giocattolino. Ma questa rossa invece. Perché proteggerla tanto?!"
Peter era furioso. Ecco la ragione per cui non voleva provare sentimenti per nessuno. Uncino aveva già capito i suoi sentimenti per quella ragazza, ed era sicuro che un giorno o l'altro li avrebbe usati contro di lui. Strinse le mani a pugno cercando di mantenere la calma.
"Vattene prima che ti spezzi l'osso del collo. E sai che lo faccio."
Uncino sapeva quale demone avesse davanti e desideroso di vivere ancora per qualche anno si allontanò dai ragazzi immergendosi sconfitto nella foresta.
"Cosa ci fai qui?" Chiese severo rivolgendosi a Parker.
"Volevo farmi un bagno lontano da sguardi indiscreti, dato che nel tuo covo le docce sono in comune e tutti possono vedermi." rispose scocciata.
"Infatti vedo che sei riuscita nel tuo intento. Nessuno ti ha vista dico bene?" Era furioso e Parker non riusciva a comprenderne il motivo. Cosa gli interessava a lui cosa faceva.
"Stai lontano da Uncino se ci tieni alla pelle."
"Che strano e io che pensavo saresti stato tu quello che voleva uccidermi."
Non si era resa conto fino a quel momento di quanto fossero vicini. Troppo vicini.
"Non lo farei mai sul serio." Sentiva il respiro del ragazzo sul naso. Si guardano negli occhi. Sarebbe riuscita a sprofondare in quegli occhi blu senza più riuscire a tornare in superficie. Nessuno dei due parlò. Vide lo sguardo di Peter ora sostarsi e concentrarsi sulla sua bocca. Stava per baciarla o se lo stava solo immaginando? Ma la cosa che la stupì di più era quanto desiderasse quel bacio, sentire le loro labbra toccarsi anche solo per un secondo.
Ma quel bacio non arrivò.
"Finisci quello che dovevi fare e torna all'albero casa, mi hai capito?" le disse allontanandosi.
Parker non riuscì nemmeno a rispondergli a modo. Era bloccata, delusa e arrabbiata. Perché le batteva così forte il cuore? Non poteva crederci. Si stava davvero innamorando di quella bestia?!
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The real Pan
FanficOgni settimana a Londra spariscono misteriosamente dei ragazzi, senza lasciare tracce. Parker Cross ha sedici anni: pelle chiara, capelli rossi boccolosi e profondi occhi color cioccolato. Svolge una vita normalissima: scuola, amiche, fratello teppi...