4. Giochi pericolosi

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Dalla finestra del suo alloggio poteva ammirare uno splendido paesaggio fatto di giganteschi alberi, corsi d'acqua, fiori variopinti e in fondo si poteva intravedere uno scorcio di oceano. Chi avrebbe mai detto che sarebbe finita in un luogo così meraviglioso, ma con il profondo desiderio di andarsene. Non voleva farsi ingannare da quello che vedeva, era solo un apparente paradiso, fatto di dolore e crudeltà. L'aveva percepito nei suoi sogni. Sul letto erano appoggiati dei vestiti di ricambio, che le aveva portanto uno dei tanti sottomessi di Pan, o come li chiamava lui, i suoi bimbi sperduti. Non aveva la minima intenzione di uscire di li, anche se la voglia di farlo ardeva in lei. Stava aspettando d'incontrare James. Pan le aveva comunicato ore prima che sarebbe andato a trovarla prima del tramonto. Ebbene il tramonto stava giungendo e di suo fratello non c'era traccia.
Stava per perdere le speranze quando fece il suo ingresso. Non indossava più un pigiama, ma dei vestiti molto "naturali" fatti di foglie, liuta e corde. I capelli castani non erano più trattenuti dal gel, ma sparavano in diversi punti.
"Ciao Key." Si richiuse la porta alle spalle facendola scattare.
"Non ti aspettavo più." disse guardandolo con un accenno di delusione negli occhi.
"Ho fatto tardi. Avrei voluto arrivare prima." Era veramente dispiaciuto glielo si leggeva in viso. Nonostante tutto le sembrava fin troppo felice e spensierato.
"James dobbiamo tornare a casa ora." affermò picata.
"E come pensi di fare?"
Parker guardò il tramonto tramutarsi in notte pensando sul da farsi. Ma si rese conto di non aver idea su come scappare da quel posto. Per prima cosa non sapeva nemmeno dov'era l'isola che non c'è sulla mappa.
"Non ne ho idea." dichiarò afflitta. "Ma mi farò venir in mente qualcosa."
James le si avvicinò prendole una mano.
"Nel frattempo potresti indossare quei vestiti e venire a cena di sotto." la tirò a sé incitandola a seguirlo.
Non si era accorta fino a quel momento di quanto avesse fame. Ora sentiva lo stomaco brontolare. Non aveva per niente voglia di unirsi a quel branco di selvaggi, ma per il cibo decise di deporre momentaneamente le armi di guerra.
"Va bene ti seguo. Ma non pensare che indosserò quei vestiti. Sono gli abiti del nemico."
James ridacchiò. "Allora ti presenterai a cena con quel ridicolo pigiama a pois fucsia?"
Parker non gli rispose e uscendo dalla stanza fece segno al fratello di farle strada.
"Non ho bisogno di fare una buona impressione."

Muovendosi all'intero di quella strana abitazione capì perché le era sembrato un posto tanto bizzarro, nonostante non l'avesse mai visitato prima. Erano all'interno di un grosso albero. Sulle pareti si distinguevano le venature del tronco. La sua stanza era costruita su uno dei rami più in alto.
Per raggiungere il piano terra percorsero il corpo centrale dell'albero, ovvero il tronco, che era stato trasformato in una lunga e ripida scala a chiocciola senza finestre, illuminata solo da piccole lanterne piazzate qua e la.
"Una casa dentro un albero. Da noi nemmeno esistono alberi così grossi." disse stupita Parker che non smetteva un secondo di guardarsi intorno.

La cena si teneva all'esterno, ai piedi dell'albero casa. Il fuoco regnava solenne al centro del gruppo dei ragazzi, che gli stavano seduti intorno azzannando pezzi di carne appena sfornata. Sul fuoco stava cuocendo una specie di maiale. O forse era proprio un maiale.
"Ecco la nostra ospite d'onore." Peter si alzò da terra. Aveva in mano una un grappolo d'uva mezzo mangiato.
"Avvicinati." disse in tono autorevole.
Parker non voleva certo farsi comandare da lui.
"Non sono una dei tuo schiavetti perciò non prendo ordini da te. Mangerò seduta qui."
Pan alzò un angolo della bocca sforzandosi di sorridere.
"Come lei desidera miledy." disse per poi risedersi e riunendosi ai bimbi sperduti.
"Key potresti anche sforzati di conoscerli. Non sono male." ammise suo fratello.
"Davvero pensi che non siano male James?" domandò incredula. "Non sono persone raccomandabili. Ma come sempre tu ti fai trascinare dagli squilibrati. Finirai con il diventare come loro." Incrociò le braccia offesa e si mise a sedere vicino all' ingresso dell'albero.
"Fai come vuoi." disse James per poi raggiungere gli altri.
Uno schiavetto le portò un pezzo di carne e della frutta fresca lanciandole dei sorrisini indecifrabili.
Per un momento sospettò che le avessero avvelenato il cibo, ma ripensandoci non ne avrebbero avuto motivo, così diede un morso alla coscia. Era deliziosa. Speziata al punto giusto e senza nessun retrugusto selvaggio. Terminata la carne si dedicò alla frutta. Una succosa mela rossa dolce e croccante. Una cenetta prelibata doveva ammetterlo.
Da quella distanza non riusciva a sentire quali discorsi animassero così tanto la serata dei ragazzi. Distingueva solo delle risate e dei bisbiglii. Di tanto in tanto guardava suo fratello, sempre più coinvolto nella conversazione.
"E ora che abbiamo teminato la nostra cena, é ora di giocare." Peter si alzò da terra sistemandosi i vestiti.
"Vediamo chi potrebbe fare il tiratore questa sera?". Guardò uno ad uno i volti dei ragazzi che sghizzavano tra loro, fino a fermarsi sul viso di James.
"James! Sarà una specie di rito di iniziazione per il nuovo arrivato." Corse dietro ad un cespuglio e tornò con in mano una balestra in legno massiccio. James che ora stava in piedi accanto a Pan la squadrò.
"Prendi." disse Peter passando l'arma al ragazzo.
James la prese e se la rigirò tra le mani. Parker iniziò ad irrigidirsi assistendo alla scena.
"Felix." chiamò a gran voce Pan. "Sai cosa fare."
Un ragazzo dai capelli d'orati si levò da terra e con una mela in mano raggiunse il tronco di un albero. Si sistemò davanti ad esso staccando il picciolo della mela e stringelo tra i denti, come uno stuzzicadenti. Si depose la mela sulla testa con un sorriso a dir poco inquietante.
"James. Penso tu abbia capito cosa devi fare."
Il ragazzo lo guardò confuso.
"Io non ho mai usato un arma in vita mia, se non in qualche videogioco." disse James agitato.
Pan gli mise una mano sulla spalla cercando d'incoraggiarlo.
"Ma non ha la minima importanza se non ne sei capace. È un gioco. S'impara solo giocando." disse Peter facendo avvicinare James al punto da cui avrebbe dovuto tirare la freccia.
"Forza. Tira." lo incitarono i bimbi sperduti con una melodia cantilenante.
Prese la mira per poi portare il dito al grilletto, iniziando ad esercitare una lieve pressione.
Stava per premere quando Parker gli piombò davanti impedendogli di sparare il colpo.
"Cosa pensi di fare?" urlò prendendo la balestra a James e scaraventandola a terra. "Non sai usare quest'arma finiresti per ucciderlo. Cos'hai nel cervello James. Da quando siamo qui non fai altro che ascoltare questo depravato." disse furiosa puntando il dito verso Peter.
James non rispose. Si limitò a guardare a terra, comportandosi da vittima della situazione.
La ragazza ora si rivolse a Pan. "Mi spieghi che razza di gioco sarebbe questo? Sei un mostro. Prima ne avevo il sospetto, ma ora ne sono del tutto certa."
"Cavolo ragazzina con queste parole mi ferisci. Mostro io? Il mondo in cui vivi tu é il vero mostro. Sei una stupida, ingenua, viziata, arrogante, irrispettosa e anche un'insopportabile so tutto io. Maledico il giorno in cui ho deciso di portarti qui." disse stando a due centimetri dalla sua faccia.
Parker non rispondeva più delle sue azioni. Era furiosa come mai lo era stata. Con tutta la forza che aveva in corpo diede uno schiaffo al ragazzo facendogli rimbalzare la testa su un lato.
La guancia di Peter arrossì velocemente. Si distingueva perfettamente la forma della mano di Parker stampata sulla sua pelle.
Si massaggiò lentamente la zona colpita,  facendo una smorfia di dolore. I bimbi sperduti stavano ridendo sotto i baffi. Nessuno si era mai azzardato a fare un gesto simile o nessuno era sopravvissuto per raccontarlo.
"Ringrazia Dio di essere nata femmina. Perché se non fosse stato così, a quest'ora saresti già appesa per il collo." detto questo volò via, lasciando i bimbi sperduti, Parker e suo fratello intorno al fuoco che ormai stava morendo.

The real PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora