Uncino s'irrigidi non appena il suo orecchio percepì il martellante ticchettio dell'orologio. Era stato Pan a far inghiottire una sveglia al coccodrillo. Era convinto che sarebbe stato più divertente vedere Uncino rabbrividire e pensare di essere vicino alla morte ogni volta che quel suono lo avvolgeva.
Spugna si affacciò dalla nave alla ricerca in mare del coccodrillo.
"Non c'è nessuna bestia qui sotto, capitano. Il mare è calmo."
Eppure quel suono era vicino. Troppo vicino. Uncino deglutì senza emettere alcun suono.
In quel momento Parker si svegliò e raggiunse di corsa il gruppo dei bimbi sperduti, che avevano abbandonato la battaglia e si erano sistemati in un angolo per assistere meglio alla scena. Parker si guardò intorno ma non vide da nessuna parte Peter.
Tutti i membri della ciurma intanto giravano su loro stessi con la spada in mano, pronti a combattere.
All'improvviso un urlò interruppe quel silenzio carico d'ansia.
"È sulla nave" disse uno dei pirati per poi gettarsi in mare e probabilmente nuotare fino a riva.
Alcuni dei pirati seguirono il suo esempio, non sapendo che altro fare.
"Codardi dovreste difendere il vostro capitano." gridò Uncino.
Ben pochi rimasero sulla nave e tra questi c'era Spugna. Uncino lo guardò.
"Fa qualcosa invece di startene li impalato."
Ma ormai era tardi. Una creatura dalle dimensioni mai viste per un coccodrilo si sistemò davanti al capitano, sbucando dal nulla.
Anche Pan si fece finalmente vedere appoggiandosi all'albero maestro e guardandosi indifferente le unghie.
"Pan! Manda via questo mostro." Uncino indietreggiava dalla creatura, ma era arrivato al parapetto della nave. Non poteva più scappare. Avrebbe potuto buttarsi, ma sapeva benissimo che il coccodrillo l'avrebbe seguito e se lo sarebbe mangiato in pochi secondi.
Pan portò l'attenzione al capitano sorridendo divertito nel vederlo in preda al panico.
"Perché dovrei farlo?" chise alzando un sopracciglio. "Ti avevo avvertito capitano. Ti avevo detto di stare lontano dalla ragazza, e tu che fai? Me la porti via. Un gesto scorretto." sogghignò.
Uncino fissava il coccodrillo che pareva molto affamato e mostrava di continuo i denti aguzzi.
"Senti ti propongo un accordo."
Pan incrociò le braccia e rimase in ascolto.
"Se tu mi togli da mezzo la bestiolina, io e la mia ciurma salperemo e non torneremo mai più. Sarai di nuovo tranquillo sulla tua amata isola." disse guardando speranzoso il ragazzo.
Pan si fece pensieroso e non parlò per alcuni secondi.
"Sai potrei farlo. Ma non sarebbe divertente. Coccodrillo inizia pure il tuo pasto." Uncino mise le mani avanti cercando di proteggersi. Stava per morire. Non poteva credere che la sua vita sarebbe finita così. Il grande capitano Uncino sbranato da uno stupido coccodrillo.
"Noooo!!" Parker urlò e si scaraventò su Pan buttandolo a terra. Stava sopra di lui cercando di tenerlo fermo.
"Guardami idiota." disse in modo da farsi ascoltare da Pan. Lui la guardò come ipnotizzato e tutti i rumori intorno a lui sparirono, sentiva solo la voce della ragazza.
"Tu sei migliore di così. Ti prego. Accetta il suo accordo. Non lo vedrai mai più e non sarai un assassino. Ti prego Peter, lascialo andare."
I bimbi sperduti guardarono la scena stupiti. Come faceva a non temere Pan? Come faceva a tenergli testa? Fosse stato uno di loro a quest'ora sarebbe già morto.
Felix sorrise sotto i baffi.
Parker lasciò la presa su Pan e si alzò permettendo anche al ragazzo di fare lo stesso.
Senza dire niente si diresse verso Uncino scacciando il coccodrillo dalla nave con un semplice gesto. Si avvicinò all'orecchio del capitano, ancora scosso per l'accaduto.
"Vattene e non farti più vedere."
Uncino si sentì terribilmente umiliato, ma almeno era vivo.
Pan raggiunse il suo gruppo di seguaci che per la prima volta non lo guardavano spauriti, ma con ammirazione.
"È ora di abbandonare questa nave e tonarcene all'accampamento."
Uno alla volta si buttarono in acqua lanciandosi dalla nave. James prima di buttarsi si avvicinò alla sorella appoggiandole una mano sulla spalla.
"E tutto merito tuo Key."
La ragazza sorrise e lo abbracciò.
"Sono contenta che tutto sia finito." disse per poi lasciar andare James e guardarlo gettarsi in acqua.
Erano rimasti solo lei e Pan. Si voltò verso di lui sorridendogli per la prima volta. Quel sorriso fece accelerare improvvisamente il battito del cuore del ragazzo, provocandogli grande confusione. Parker si sedette sul parabordo pronta a scavalcarlo e gettarsi in mare, come avevano fatto gli altri. Pan l'afferrò prima che potesse farlo prendendola tra le sue braccia.
"Te lo do io un passaggio ragazzina." disse stringendola a se e solevvandosi da terra volando verso l'isola che non c'è.
STAI LEGGENDO
The real Pan
FanfictionOgni settimana a Londra spariscono misteriosamente dei ragazzi, senza lasciare tracce. Parker Cross ha sedici anni: pelle chiara, capelli rossi boccolosi e profondi occhi color cioccolato. Svolge una vita normalissima: scuola, amiche, fratello teppi...