Capitolo 10.

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Dire che  mio fratello era incazzato sarebbe stato un eufemismo. Era letteralmente fuori di sé, non l’avevo mai visto così infuriato, il che era molto difficile dato il suo carattere.

Rimasi in silenzio come tutti gli altri a guardare quella scena, con la differenza che mentre gli altri erano completamente e totalmente scioccati e confusi, io stavo solo fingendo, visto che ero stata proprio io a distruggerli. 

Quando mio fratello si voltò cominciai a mordermi il labbro nervosamente. Avevo paura che per qualche assurdo motivo sospettasse di me, anche se ciò era impossibile. Non aveva nessun motivo per poter anche solo minimamente pensare che fosse stata mia la colpa.
Anche se un motivo c’era, e come se c’era.

Mentre lanciava un urlo con un calcio fece volare una delle sedie di legno, che poi atterrò a terra con un tonfo.
-Come cazzo è possibile?- domandò Simone che era rimasto a bocca aperta mentre guardava il pannello di controllo di quelli che un tempo erano i due microchip.
Daniele si alzò scuotendo la testa confuso –Non riesco a capire, come hanno fatto a trovarli?- domandò di rimando senza smettere di camminare avanti e indietro.
Per tutto il magazzino si sollevarono i mormorii dei miei amici che cercavano di trovare una scusa  plausibile. Solo io ero rimasta in silenzio mentre sbirciavo mio fratello che tentava di calmarsi.

Passarono circa dieci minuti prima che si decidesse a parlare –Visto che il nostro piano A è fallito, metteremo in atto ciò che avevamo pensato prima che avessimo la certezza di avere i microchip nelle nostre mani.- constatò lanciando una rapida occhiata a Federico, Daniele e Simone, che evidentemente erano a conoscenza di questo piano di riserva.

Strinsi le mani in due pugni, sperando che non fosse un qualcosa che avrebbe nuovamente coinvolto me e Emma.
-Sappiamo tutti che non vi è una banda senza  un capo. E quello che faremo noi è semplice- si bloccò per creare una pausa enfatica, il tempo necessario per farmi impazzire.
-li priveremo della loro guida- concluse con un sorrisetto compiaciuto.
Subito tutti iniziarono ad annuire d’accordo, mentre io ero indecisa se essere felice o no di quella notizia.
Il capo degli Honiro era Mattia, o almeno questo era quello che credevo, e avevo avuto il “piacere” di venire a conoscenza di quanto fosse schifoso, stronzo e violento.

Magari quella di mio fratello non era proprio una brutta idea.
Prima che potessi unirmi agli altri che già stavano organizzando i dettagli del piano, Emma parlò.
-Quindi in pratica dobbiamo prendere Briga?- chiese ridendo.
Mio fratello però scosse la testa guardandola perplesso.
Misi da parte i miei pensieri per guardarlo confusa.
-Non è Briga il loro capo- disse mentre Daniele si avvicinava per sedersi vicino a lui.
Continuai a guardarlo ancora più confusa, in attesa che continuasse.

-È quel coglione di Apa- spiegò facendo una smorfia, mentre il mio cuore rallentava  i battiti.

Improvvisamente mi sembrava di stare in una bolla ovattata, lontana da tutto e da tutti. Era come ricevere una pugnalata dopo l’altra, un dolore che aumentava sempre di più fino ad arrivare ad una consapevolezza.

Volevano prendere Valerio, volevano fargli del male e mi avrebbero coinvolto, sarei stata colpevole di qualunque cosa gli sarebbe capitata.
Non potevo permetterlo, non doveva succedere una cosa del genere, non a lui.
-Valerio? Ma.. ne siete sicuri?- domandò Emma incredula riportandomi alla realtà.
Mio fratello scosse il capo –È più sveglio di quanto pensiate- rispose digrignando i denti mentre mi trattenevo dal mettermi ad urlare.
Sapevo benissimo di quanto fosse sveglio, ero a conoscenza di ciò che era capace di fare quando era arrabbiato.

Era una persona pericolosa, non cattiva.

Mi alzai meccanicamente sotto lo sguardo degli altri.
-scusate.. non mi sento tanto bene- farfugliai mentre mi dirigevo verso il cancello metallico.
Sentii dei passi alle mie spalle, segno che qualcuno mi stava seguendo.
Non mi girai per controllare chi fosse, non aveva importanza. Mi mancava l’aria, mi veniva da piangere e avevo una gran voglia di urlare.
-Melissa, che ti prende?- domandò Emma facendomi girare dalla sua parte.
Mantenni lo sguardo basso, la mente totalmente assente.

Tu amami o sparami  •Sercho•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora